L’esposizione alle catastrofi naturali non sono vettore di rischio sistemico per il settore assicurativo secondo Standard & Poor’s.
«La nostra analisi dell’esposizione dei riassicuratori e del grado di interconnessione delle loro coperture di retrocessione ci permettono di affermare che la solvibilità elevata protegge il settore da ogni rischio sistemico», indica l’agenzia di rating in uno studio pubblicato la scorsa settimana.
Il rischio di contagio agli assicuratori, attraverso i riassicuratori, viene dunque giudicato limitato.
In teoria, il fallimento di uno o più nomi del settore – a cominciare dai retrocessionari presso i quali i riassicuratori collateralizzano circa il 30% delle garanzie catastrofe che forniscono – potrebbe in teoria innescare dei default in serie presso i riassicuratori e gli assicuratori. Ma S&P ritiene tale scenario assai poco probabile, tenendo conto della distribuzione dei rischi, delle eccedenze di fondi propri di cui dispongono i riassicuratori e i retrocessionari e i risultati degli stress test estremi.
Sembra tuttavia che il Consiglio di Stabilità finanziaria giudichi l’esposizione ai rischi catastrofe come fonte potenziale di rischio sistemico perché i riassicuratori concentrano questo rischio per conto del settore assicurativo.
Si attende tuttavia ancora la lista dei riassicuratori sistemici, che forse sarà diffusa in occasione del prossimo G20 a novembre. Il Consiglio considera cinque criteri per stabilire il rischio sistemico: la dimensione, il peso delle attività non tradizionali e non assicurative, l’interconnnettività, la dimensione globale dell’attività e la capacità distributiva.