Alla vigilia del referendum per l’indipendenza le società storicamente e legalmente legate alla Scozia minacciano di spostare la propria sede legale in caso di secessione. 
Royal Bank of Scotland Group, che dalla sua fondazione nel 1727 ha base ad Edimburgo, sposterà la propria sede legale in Inghilterra qualora nel referendum del 18 settembre gli elettori votino per l’indipendenza della Scozia, pur mantenendo una significativa parte della forza lavoro nella regione a cui è storicamente legata. 
Secondo la banca, controllata all’80% dal governo inglese, “ci sono una serie di rilevanti incertezze sollevate dal referendum scozzese, che potrebbero penalizzare il rating creditizio della banca e il panorama fiscale, monetario e legale e regolamentare a cui siamo soggetti”. Un eventuale spostamento comunque non pregiudicherebbe i servizi offerti dall’istituto. 
L’annuncio di RbS segue a comunicazioni simili da parte di altre società. Lloyds, che pur avendo gli uffici principali a Londra ha registrato la sede a Edimburgo, ha comunicato l’intenzione di spostare il domicilio legale nella capitale inglese qualora il referendum abbia esito positivo. Il gruppo finanziario ha dichiarato di aver ricevuto un crescente numero di richieste dai clienti che volevano conoscere i piani della società. “Intanto che la potenziale portata dei cambiamenti non è ancora chiara, abbiamo dei piani contingenti che includono la costituzione di una nuova entità legale principale in Inghilterra”, ha spiegato la società. 
“Valutiamo questi annunci come risposte puramente pragmatiche alle preoccupazioni regolamentari e alla gestione del probabile impatto negativo sul rating”, ha commentato l’analista di Investec Ian Gordon. 
Intanto ieri Standard Life ha annunciato che intende assicurarsi che i clienti non scozzesi siano tutelati dalle autoritá di regolamentazione finanziaria inglese qualora nel referendum gli elettori votassero per l’indipendenza della Scozia. 
Alla luce di questa determinazione, risulta che la societá sarebbe portata a trasferire la maggior parte dei propri fondi fuori dalla Scozia e registrare nuovamente le proprie attivitá in Inghilterra. Circa il 90% dei clienti della compagnia assicurativa non hanno infatti la residenza nella regione, e Standard Life ha giá iniziato a registrare i veicoli a cui trasferire gli asset qualora il referendum avesse esito positivo. 
“Questo trasferimento del business potrebbe potenzialmente includere pensioni, investimenti e altri risparmi di lungo periodo detenuti dai clienti del Regno Unito”, ha dichiarato la societá, pur non specificando se la mossa includa anche lo spostamento della sede da Edimburgo. 
“Standard Life ha una lunga storia in Scozia”, ha aggiunto, ricordando però che “la protezione dell’interesse dei clienti e degli azionisti” restano la principale responsabilitá del gruppo.