di Riccardo Tacconi

Il sig. Benjamin Benjamin Careathers, consumatore di Red Bull dal 2002, ha avviato, nel 2013, una class actiion contro la Red Bull GmbH austriaca, assistito dallo Studio legale Morelli Alters Ratner, LLP, davanti alla Corte Federale di New York, asserendo che la Red Bull aveva speso milioni di dollari per convincere i consumatori che la sua bevanda era più corroborante del caffé e che aveva a capacità di “dare le ali”, pur sapendo che tanto il New York Times, l’EFSA (L’Authority europea di controllo sugli alimenti) e la rivista scientifica Nutrition Reviews avevano già dimostrato che i benifici della Red Bull erano assolutamente eguali a quelli di una tazza di caffè contente la stessa dose di caffeina.

Lo svolgimento della causa ha portato la Red Bull a proporre e concordare, l’ 1.08.14,  una transazione per complessivi 13 milioni di dollari, riconoscendo ad ogni consumatore 10 dollari di rimborso o l’invio di due prodotti Red Bull, tenendo a proprio carico le spese di spedizione.

Per aggirare tutti i limiti posti dalla sentenza della Corte Suprema del 2013, nel caso Comcast/Behrend, che abbiamo citato più volte, gli studi legali si stanno orientando verso class action, in cui il danno subito dal consumatore è il corrispettivo del costo del prodotto, acquistato in forza delle pubblicità del produttore. In tal modo il danno reclamato è omogeneo per tutti i membri della classe e risponde ai paletti fissati dalla sentenza Comcast; il vantaggio per il singolo consumatore è ridotto (a parte la soddisfazione morale di “pestare” un produttore), ma la botta negativa per il produttore è grande ed il guadagno dei legali della classe anche…, essendo proporzionato al valore della transazione.

La proposta d’accordo è attualmente in attesa di approvazione da parte della Corte.

Fonti:

http://www.morellialters.com/Newsroom/Law-Firm-Updates/2014/Red-Bull-Puts-Up-13M-to-Settle-False-Advertising.aspx

http://www.morellialters.com/documents/Red-Bull-Article.pdf