Il costo dei danni alla persona nell’ambito dei sinistri r.c. auto incide per oltre i due terzi sul costo totale dei risarcimenti, per un importo complessivo di circa 7,7 miliardi nel 2013. In particolare, 2,6 miliardi sono risarciti per invalidità permanenti comprese tra uno e nove punti, mentre 5,1 miliardi per morti o per invalidità superiori.
E’ quanto emerge dal report dell’ANIA, Focus RCA, che riportiamo integralmente.
Nel 2013 l’incidenza dei sinistri che presentavano almeno un danno alla persona è continuata a diminuire attestandosi ad un valore che si stima pari al 19,3% (era 20,1% nel 2012). L’analisi dell’evoluzione delle diverse componenti del danno alla persona ha evidenziato che la legge n. 27 del 24 marzo 2012 (cosiddetto “decreto liberalizzazioni”) ha diminuito particolarmente la frequenza dei sinistri con danni di lieve entità (1-3 punti percentuali di invalidità).
Nel 2012, infatti, la frequenza dei danni lievi alla persona si è ridotta all’1,12%, registrando un calo di circa il 20% rispetto all’anno precedente; nel 2013 si è osservata un’ulteriore diminuzione con l’indicatore che si attestava ad un valore di poco superiore all’1%. Anche il costo medio dei sinistri per le lesioni lievi si è ridotto dal 2011 al 2013, sia pure a un tasso inferiore rispetto alla frequenza sinistri. Il calo della frequenza dei sinistri con danni fisici lievi abbinato ad una contenuta diminuzione del loro importo medio risarcito ha avuto effetti particolarmente positivi sul premio finale pagato in media per la copertura assicurativa.
Il risparmio per gli assicurati, quantificato sulla base della diminuzione del premio puro relativo a questa componente in due anni è stato pari a 26 euro per polizza.
Nel ramo r.c. auto il costo totale dei risarcimenti (comprensivo sia dei danni a cose sia dei danni alle persone) per i sinistri accaduti nel 2013 è stato pari a 11,5 miliardi; di questi oltre i due terzi (pari a 7,7 miliardi) sono relativi a danni fisici (includendo anche la componente dei danni a cose dei sinistri misti). Con specifico riferimento al risarcimento per il danno alla persona (figura 1) è importante sottolineare che nel 2013: le lesioni per invalidità permanenti lievi, comprese tra 1 e 9 punti percentuali, hanno dato luogo a un risarcimento per 2,6 miliardi (il 23% del totale costo sinistri); le lesioni gravi, con oltre 9 punti di invalidità permanente e i sinistri mortali, hanno generato un esborso complessivo pari a circa 5,1 miliardi (il 44% del totale costo sinistri).
Figura 1 – Distribuzione % del costo totale dei risarcimenti r.c. auto – Anno 2013
In termini di numero di sinistri, si nota che nel 2013 la percentuale di quelli che presentavano almeno un danno alla
persona era pari a 19,3%, in diminuzione rispetto al 20,1% del 2012 (tavola 1). Mentre il 2009 e il 2010 erano stati anni
caratterizzati da incrementi di tale incidenza (nel 2009 per ogni 100 sinistri accaduti 21,8 presentavano almeno un danno alla persona e nel 2010 si era arrivati a 22,7), nel 2011 si è registrata per la prima volta una lieve inversione di tendenza, con la percentuale in diminuzione e pari a 22,4%. Come si spiegherà più dettagliatamente di seguito, ha contribuito principalmente a questo miglioramento la riduzione delle lesioni lievi, soprattutto di quelle comprese fra 1 e 3 punti di invalidità permanente.
Al fine di analizzare le dinamiche delle diverse componenti del danno alla persona, è stata effettuata un’analisi dell’evoluzione che tali voci hanno avuto nel tempo, valutandone anche l’impatto sul fabbisogno tariffario complessivo del ramo r.c. auto.
Con il d.l. n. 1 del 24 gennaio 2012 (cosiddetto decreto “liberalizzazioni” poi convertito con modificazione dalla legge n. 27 del 24 marzo 2012) è stata introdotta una norma volta a contrastare anni di speculazioni sulle microlesioni e, in
particolare sui cosiddetti “colpi di frusta”, modificando i presupposti per ottenere il risarcimento del danno da
microlesione. Per avere una misura dell’influenza positiva di tale disposizione è interessante analizzare per gli anni dal 2009 al 2013 la frequenza sinistri per le invalidità permanenti tra 1 e 9 punti (tavola 1) e i relativi costi medi delle lesioni (tavola 2), desunti dalla statistica annuale r.c. auto dell’ANIA. Nel 2009 e nel 2010 la frequenza dei sinistri con danni lievi alla persona (calcolata come rapporto tra il numero dei danni che presentano una lesione alla persona fra 1 e 9 punti di invalidità permanente sul totale dei rischi assicurati) assumeva valori prossimi all’1,6%. Nel 2011 il valore dell’indicatore scende all’1,40%, ma la diminuzione osservata è diretta conseguenza della riduzione generale della frequenza per tutti i sinistri, dovuta in massima parte, alla congiuntura economica negativa che facendo diminuire la circolazione stradale ha avuto effetti positivi sulla sinistrosità: entrambi gli indicatori di frequenza sinistri (totale e per danni lievi) mostrano, infatti, la stessa riduzione percentuale (11%-12%). Nel 2012, invece, con l’entrata in vigore della nuova normativa, la frequenza dei danni lievi alla persona si è ridotta all’1,12%, registrando un calo di circa il 20% rispetto all’anno precedente (mentre la frequenza complessiva dei sinistri è diminuita del 10%). Nel 2013 si è osservato lo stesso andamento: alla riduzione del 4,7% della frequenza complessiva si è contrapposta una diminuzione della frequenza dei danni lievi dell’8,7%, con l’indicatore che si attestava ad un valore di poco superiore all’1%. Per comprendere più a fondo le ragioni di tale miglioramento occorre considerare che negli ultimi anni vi è sempre stato un crescente e diffuso fenomeno speculativo sui danni alla persona, concentrato particolarmente sui danni di lieve entità (1-3 punti percentuali di invalidità). È proprio su questi danni che la normativa ha avuto il suo principale effetto e questo è confermato dalla riduzione che la frequenza sinistri con danni a persona da 1 a 3 punti ha avuto negli ultimi due anni. Per i primi due punti di invalidità dal 2009 al 2013 la frequenza si è dimezzata, ma si è ridotta notevolmente anche quella per 3 punti di invalidità, a testimonianza del fatto che molti dei danni liquidati dalle compagnie prima dell’introduzione della legge, venivano risarciti su valutazioni non assistite da rigorosi accertamenti medico-legali.
Anche il costo medio dei sinistri per le lesioni lievi si è ridotto dal 2011 al 2013, sia pure a un tasso inferiore rispetto alla frequenza sinistri: si è passati infatti da un valore medio di 6.135 euro a sinistro del 2011 a 5.833 euro del 2013 (con una diminuzione di circa il 5% in due anni). Se infatti, la norma ha contribuito ad arginare la lievitazione nel numero di lesioni molto lievi (compresi tra 1% e 3% di invalidità permanente, il che avrebbe indotto a pensare ad un aumento del loro costo medio), le componenti di danno relative alle inabilità temporanee (che hanno un costo medio più contenuto e in media inferiore ai mille euro a sinistro) hanno continuato ad essere riconosciute dalle compagnie assicuratrici e questo spiegherebbe il lieve calo registrato dal costo medio dei sinistri con invalidità fino a 9 punti.
In sintesi, è ragionevole assumere che molte lesioni lievissime “lamentate” non sono state riconosciute come tali in assoluto, mentre molte di quelle che prima davano luogo quasi sempre al riconoscimento di invalidità permanenti sono state risarcite a titolo di inabilità temporanea, perché quando esistenti guariscono, come testimoniato da tutta la letteratura scientifica mondiale soprattutto con riferimento alle lesioni minori del rachide cervicale.
Il calo della frequenza dei sinistri con danni fisici lievi abbinato ad una contenuta diminuzione del loro importo medio risarcito ha avuto effetti particolarmente positivi sul premio finale pagato in media per la copertura assicurativa. Il risparmio per gli assicurati, quantificato sulla base della diminuzione del premio puro relativo a questa componente in due anni è stato pari a 26 euro per polizza – questa diminuzione nel periodo 2011-2013, per la sola componente dei danni fisici lievi, è ottenuta dalla differenza tra il relativo premio puro del 2013 ottenuto come prodotto tra frequenza sinistri (1,024%) e costo medio (5.833€) e quello relativo al 2011 (1,401% × 6.135€).
Se parte della riduzione è spiegabile con la diminuzione generale della frequenza sinistri a causa della congiuntura
economica prima menzionata, la maggiore riduzione registrata sulla frequenza dei danni lievi alla persona è principalmente imputabile agli effetti positivi del decreto “liberalizzazione” del 2012. Se tale decreto non fosse stato approvato è probabile che la diminuzione delle lesioni lievi sarebbe stata in linea con il calo della frequenza sinistri generale e, pertanto, si è stimato che gli effetti sul premio puro sarebbero stati pari a 13 euro per polizza (e non 26 euro come poi realmente si è verificato).
Il beneficio addizionale per l’onere dei sinistri delle compagnie pari a 13 euro per polizza (ossia il 4,7% del premio puro
complessivo) si è prontamente riflesso sui premi medi degli assicurati che, nel corso del 2013, sono diminuiti in media di circa il 4,5%.
Lesioni gravi per invalidità permanente superiori a 9 punti e danni mortali
Non si osserva invece la stessa riduzione per i danni a persona più gravi (quelli oltre i 9 punti di invalidità e per le morti), per i quali non si applica la nuova normativa. Nel quinquennio analizzato, il valore della frequenza per questi sinistri è diminuito ma in linea o ad un tasso inferiore rispetto al calo della frequenza sinistri totale e, comunque, la diminuzione è stata molto inferiore a quella dei sinistri fino a 9 punti di invalidità permanente.
Per quanto concerne invece il costo medio dei sinistri oltre i 9 punti di invalidità (che includono anche i danni risarciti per eventi mortali) il valore è costantemente aumentato negli anni; se mediamente questi sinistri venivano risarciti con importi di circa 155 mila euro nel 2009, il valore è salito a quasi 180 mila euro a fine 2011 e ha superato i 200 mila euro nel 2013 (tavola 2). Si tratta di un incremento medio annuo di circa il 7% (e del 31% nel quinquennio) che ha totalmente annullato i benefici della riduzione della frequenza osservata delle lesioni gravi. Anzi la contribuzione alla definizione del premio puro complessivo del ramo r.c. auto per questa voce di costo è stata negativa, essendo il premio puro relativo alle macro-invalidità aumentato di circa il 5% nel quinquennio.