Nel 2013 in Italia, la raccolta premi del mercato assicurativo è cresciuta “di quasi il 13%, a fronte di una flessione del 5% l’anno precedente. In sintonia con quanto avvenuto in Europa, si sono nettamente divaricati gli andamenti dei due rami tradizionali: vita (+22%) e danni (-5%), tendenze che stanno proseguendo in questi primi mesi del 2014”.
Lo ha detto il presidente dell’Ivass, Salvatore Rossi, presentando la Relazione sull’attività svolta dall’Istituto nel 2013. “Gli utili dell’intera industria assicurativa italiana hanno superato lo scorso anno i 5 miliardi, risultato simile a quello dell’anno precedente, ma ottenuto questa volta grazie al contributo di entrambi i rami, mentre nel 2012 era stato quasi tutto conseguito nel ramo vita. Nel biennio precedente si erano cumulate perdite per oltre 4 miliardi”.
Il generale andamento positivo del mercato si declina in modi diversi nei vari segmenti di cui si compone: vita, welfare, RC auto, altri danni. Nel ramo vita, le “gestioni separate” si sono riprese dopo un biennio assai negativo. Questi prodotti, molto diffusi in Italia, incontrano di più il favore dei clienti, rispetto a polizze ancorate a valori di mercato, quando i tassi d’interesse sono molto bassi.
La raccolta premi su polizze previdenziali (Pip), divenuta significativa solo da un decennio, viaggia da tempo a due cifre (+33% solo nel 2013). Il comparto RC auto ha fatto segnare una contrazione record (-8%), mentre per gli altri rami danni (in particolare RC generale, infortuni e malattia) la dinamica negativa, in atto dal 2009, si è molto attenuata nel 2013.
Affrontando il tema della RCA Rossi ha detto: “Solo il 5% degli assicurati paga un premio paragonabile a quello medio europeo di 250 euro”. È uno dei risultati dell’indagine campionaria trimestrale Iper, unica in Europa, realizzata grazie alla collaborazione di tutte le compagnie e dell’Ania, ma progettata, organizzata e gestita dall’Ivass su un campione di 2 milioni di targhe.
Nel 1° trimestre di quest’anno il prezzo effettivo medio dell’Rc auto e quello mediano sono scesi rispettivamente del 3,8% e del 3,4% rispetto al quarto trimestre 2013; tuttavia, il prezzo sale, in media di oltre 100 euro, se l’assicurato vive in una grande città, mentre scende con l’età.
Inoltre, chi in passato ha avuto incidenti può arrivare a pagare il triplo di chi non ne ha avuti; il prezzo sale con il grado di concentrazione del mercato, che varia da provincia a provincia. A livello aggregato i primi 5 gruppi assicurativi detengono il 70% del mercato Rc auto, mentre nel settore del credito le prime 5 banche detengono meno della metà della raccolta.
“Il problema dei prezzi alti delle polizze Rc auto, dopo tanti anni, si è attenuato ma non è risolto. L’Ivass auspica una nuova iniziativa legislativa che lo affronti in tutti i suoi aspetti, come si era cercato di fare lo scorso anno”. Lo ha detto il presidente dell’Ivass, Salvatore Rossi, alla Relazione sull’attività svolta dall’Istituto nel 2013.
L’istituto, nel frattempo, “ha portato avanti il lavoro tecnico realizzabile di sua iniziativa, in modo da facilitare il compito di chi voglia rilanciare l’iniziativa politica riformatrice. Lo sforzo è stato concentrato in particolare nel tentativo di risolvere il formidabile deficit di informazioni che connota i prezzi effettivi che si formano sul mercato e le frodi perpetrate ai danni delle compagnie. A questo fine è stata messa a punto una indagine trimestrale campionaria sui premi effettivi Rc auto ed è in dirittura d’arrivo il progetto per la creazione di una banca dati antifrode. Se si riesce ad abbattere l’asimmetria informativa tra assicuratori ed assicurati in materia di frodi, che innalza il prezzo medio sul mercato incoraggiando ipso facto comportamenti impropri, il secondo passo sarà accertarsi che i conseguenti risparmi di costo siano tramutati dalle compagnie in riduzioni dei prezzi effettivi per il consumatore”.
Rossi ha ricordato poi che c’e’ stata “una diminuzione del premio puro teorico (costo medio totale dei sinistri per il numero degli stessi) del 16% nel periodo 2009-2013. Tuttavia il premio medio effettivo pagato dal consumatore è aumentato nello stesso periodo del 6%. Nell’ultimo biennio sono caduti entrambi, nel primo caso dell’11%, nel secondo del 4%. Sembra esservi una difficoltà di trasmissione delle positive dinamiche di mercato sui prezzi delle polizze”.
Negli ultimi anni il mercato appare caratterizzato da una forte caduta della frequenza dei sinistri (-30% nell’ultimo quadriennio periodo 2007-2013); da un aumento del costo medio totale di ciascun sinistro da 3.900 a 4.700 euro nello stesso periodo, soprattutto per effetto dei maggiori accantonamenti che le compagnie hanno effettuato a fronte dei sinistri denunciati e non ancora liquidati.
Riguardo all’attività ispettiva dell’Istituto “dall’avvio dell’Ivass sono state portate a termine 26 ispezioni, di cui 9 presso grandi imprese, altre 4 sono in corso”, ha detto Rossi.
Le ispezioni concluse hanno dato luogo “in 13 casi a giudizi sintetici collocati nell’area non favorevole (punteggi da 4 a 6), anche se i problemi riscontrati attenevano prevalentemente a carenze non di solvibilità ma di governo aziendale”.
“Tutte le volte che dalle ispezioni è emerso il sospetto che siano stati commessi reati è stata trasmessa con celerità ogni evidenza disponibile alla Procura competente. La collaborazione con la magistratura è piena, in ogni circostanza. Sono stati messi in atto numerosi interventi in tema di assetto di governo delle compagnie assicurative; in 6 casi è stato sollecitato un ribilanciamento dei poteri e un sistema di deleghe che ne escluda l’eccessiva concentrazione in capo a singoli soggetti”, ha concluso.
Altro tema scottante è quello delle polizze PPI: “Le polizze legate ai mutui (PPI, Payment Protection Insurance) sono state fonte di numerosi esposti, a seguito dei quali sono emerse carenze di trasparenza e correttezza. L’Ivass ha inviato una lettera di richiamo al mercato nel 2013” e “una seconda lettera sta per essere spedita per meglio precisare gli interventi correttivi richiesti”, ha detto Rossi.
Inoltre, l’Ivass ha condotto una azione di vigilanza, anche ispettiva, sulla distribuzione in Italia in regime di Lps (Libera prestazione di servizi) di polizze da parte di imprese assicurative estere.
Nel mercato assicurativo “un’area critica è quella delle imprese formalmente stabilite all’estero ma spesso riconducibili a soggetti italiani, che collocano polizze attraverso intermediari locali. E’ un mondo a volte oscuro, di disordine amministrativo e contabile, nei confronti del quale l’Ivass non avrà alcuna tolleranza”.
Sul fronte normativo, con l’adozione della direttiva Omnibus 2 (frutto di un accordo tra le istituzioni europee che prevede un regime di solvibilità per le assicurazioni meno esposto alla volatilità dei mercati, ndr) “è iniziato il passaggio a Solvency II, che entrerà in vigore il 1* gennaio 2016” che “aumenterà l’efficacia della vigilanza” sulle imprese assicurative.
Rossi aggiunge che “saranno disponibili indicatori del rischio implicito in ogni voce dell’attivo e del passivo dell’impresa e standard di governance più robusti. I profili di rischio saranno più trasparenti. Dobbiamo tutti, imprese e supervisori, rendere più spedita la nostra preparazione al nuovo regime”.
Rossi spiega anche che “il negoziato internazionale intorno a queste misure è stato convulso. L’Ivass ritiene che il compromesso raggiunto sia accettabile, ma occorre lavorare ancora perché la normativa secondaria vada nella giusta dire
zione”.
L’Italia, in particolare, ha ottenuto di definire un Volatility Adjustment che correggesse il tasso di sconto utilizzato per valutare le riserve tecniche, al fine di tener conto di aumenti anomali degli spreads.
Infine, in vista della scadenza del gennaio 2016 l’Ivass sta chiedendo, con la guida di Eiopa (European Insurance and Occupational Pensions Authority), “modifiche agli assetti di governo societario, adempimenti in materia di valutazione prospettica dei rischi, di pianificazione del capitale e di reporting”, conclude Rossi.