Di Riccardo Tacconi

Con quest’articolo vogliamo dare qualche aggiornamento sugli articoli già pubblicati per gli USA e la Cina, in Assinews, ampliando l’orizzonte ad altri Paesi e fornire qualche spunto di riflessione sugli sviluppi della Protezione dei Consumatori (non usiamo il termine RC Prodotti, in quanto, come vedrete, saranno segnalate situazioni che vanno oltre)[1]: ne vedremo delle belle … Infatti!

USA – New Jersey – Se mandi un sms e sai che chi lo riceve è alla guida …[2]

Se uno manda un messaggio a un terzo, sapendo che può essere alla guida di un’auto, diventa possibile corresponsabile dell’incidente d’auto, che ne può conseguire.

 Precisamente la Corte d’Appello del New Jersey dice:

 We hold that the sender of a text message can potentially be liable if an accident is caused by texting, but only if the sender knew or had a special reason to know that the recipient would view the text while driving and thus be distracted.

E conclude, affermando che, “ora che il pubblico è cosciente dei rischi collegati alla guida in stato di ebbrezza, anche questo rischio (lo scambio di messaggi mentre si è alla guida) deve diventare parte integrante della consapevolezza del pubblico”.

Secondo lo studio legale McCarthy Tétrault LLP che, per primo, ha segnalato la sentenza, questo caso pone seri problemi ai datori di lavoro, che mandano messaggi ai propri dipendenti in viaggio in auto, e ai produttori d’auto, suggerendo l’opportunità di inserire un blocco automatico alla ricezione dei messaggi, quando l’auto è in movimento.

Certain employers, particularly those using communications technologies that are integrated into vehicles,  may want to consider installing technologies that disable such communication while the vehicle is in motion.

Similarly, auto manufacturers that have embedded communication technologies may wish to include strong warnings about the use of such technologies while driving or even consider making available the option of a kill switch that disables the technologies while the vehicle is in motion.

L’osservazione non appare infondata e pone un duplice problema di attenzione sotto il profilo della RC Generale e della RC Prodotti, anche se in pieno contrasto con i (deprecabili) costumi correnti.

Infatti, rammentiamo, in proposito, che uno studio[3] del giugno di quest’anno, preparato dalla AAA Foundation for Traffic Safety a cura del Dipartimento di Psicologia dell’Università dell’Utah, ha messo in evidenza che anche il telefono in viva voce distrae in maniera importante i conducenti dai rischi della guida.

A seguito di ciò, Jonathan Adkins, deputy executive director of the Governors Highway Safety Association, ha aggiunto che si aspetta che i sistemi inseriti nelle auto sia migliorati e resi più sicuri, “suggerendo” che i conducenti non usino nessun tipo di cellulare mentre guidano.

La nota dello studio legale, appena riportata, non, è quindi, peregrina.

USA -Canada – se prometti determinati consumi e non mantieni la promessa…..[4]

La KIA e la Hyundai, in Nord America, pubblicizzano le loro auto, indicando determinati consumi di carburante.

Chi le acquista si accorge che i consumi sono superiori e si rivolge all’EPA USA, che accerta l’esistenza di una discrepanza.

Partono varie class action, per recuperare i maggiori costi di carburante sostenuti dagli acquirenti dei veicoli, ingannati dalla pubblicità.

Le due case produttrici riconoscono l’errore e offrono un indennizzo, che, in Canada (dove sono stati venduti 172.000 veicoli), viene formalizzato dal Competition Bureau.

Le due case produttrici s’impegnano per:

a) il rimborso delle spese relative al carburante consumato in eccedenza, rispetto a quanto promesso;

b) un extra-indennizzo del 15% per la “rottura di balle” che i consumatori hanno sofferto;

c) il pagamento della compensazione tramite un’apposita carta di credito prepagata, a disposizione del consumatore, fintanto che avrà il possesso del veicolo in discussione.

Il costo complessivo dell’operazione nordamericana è stimato in 412 milioni di dollari.

La Ford, a sua volta, si trova impegolata nella stessa situazione, per i consumi di due auto ibride (C-MAX Hybrid and Fusion Hybrid) e così si trova coinvolta in una serie di class action.

Ad agosto 2013, la Ford ha proposto un indennizzo “di buona volontà” di USD 550,00 per chi è ancora proprietario del C-Max Hybrid e di USD 325,00 per chi ha già ceduto il veicolo.[5] E si è comunque impegnata a modificare i veicoli in modo che si realizzino i consumi promessi.

Si apre un bel varco!!

Pensierino della sera: in Italia, se acquisto un’auto in base alla pubblicità che promette determinati consumi, che non corrispondono alla realtà, che “gli” faccio alla Casa automobilistica? dato che sono stato indotto all’acquisto da tale pubblicità!  Una bella class action? Perché no?[6]

Ma il caso sarebbe coperto da una polizza RC Prodotti italiana?

In linea di principio, non si sono verificati né danni a cose né danni fisici a persone.

Siamo di fronte ad una prestazione diversa rispetto a quella garantita in sede di vendita, che si è tradotta in un pregiudizio economico per gli acquirenti dei veicoli.

Anche se il caso nasce da una denuncia all’EPA, nessuno ha posto in discussione la pericolosità o meno dei veicoli in questione.

La risposta è, quindi, che il caso non è coperto da una normale polizza RC Prodotti.

Per essere in garanzia dovrebbe esserci un’estensione specifica alla c.d. “Garanzia di Prodotto”, di norma ampiamente sotto limitata e non estesa a USA e Canada.

Una doppia bella botta per il produttore!

USA – California– Chi scaglia il sasso non è il solo colpevole[7]

Dei ragazzi scagliano sassi del peso di 2,5 pounds[8] sulle auto di passaggio.

Un camionista vede rompersi il suo parabrezza e subisce gravi danni cerebrali.

I ragazzi sono condannati in sede penale a 12 anni di carcere.

La casa produttrice del veicolo, la Navistar, è ritenuta responsabile in quanto, essendo tali atti prevedibili, il parabrezza doveva essere in grado di resistere.

La Corte ha espressamente dichiarato: “so long as the road hazard is reasonably foreseeable, the manufacturer must take steps to address common risks caused by negligent drivers, debris thrown into roads by acts of nature, and even third-party criminal acts.”  , in quanto la strict liability dipende esclusivamente dalla prevedibilità o meno del fatto dannoso.

Siamo in California, non è detto che altre Corti di altri Stati decidano in senso analogo… ma…

In Italia, la tendenza della Giurisprudenza, anche quella legata al Codice del Consumo, è più restrittiva, anche perché dubitiamo che i nostri giudici possano rilevare, in un caso simile, una violazione agli obblighi posti dall’art. 103, 1, punto a) e cioè

Ai fini del presente titolo si intende per:

    a) prodotto sicuro: qualsiasi prodotto, come definito all’articolo 3,  comma 1,  lettera e), che,  in condizioni di uso normali o ragionevolmente prevedibili, compresa la durata e, se del caso, la messa in servizio, l’installazione e la manutenzione, non presenti  alcun  rischio  oppure  presenti  unicamente rischi minimi, compatibili con l’impiego del prodotto e considerati accettabili nell’osservanza di un livello elevato di tutela della salute e della sicurezza delle persone in  funzione, in particolare, dei seguenti elementi (omissis).

E che ritengano il prodotto difettoso ai sensi dell’art. 107, perché non resiste al getto di pietre dai ponti delle autostrade, ma, a mio giudizio, un pensierino potrebbe essere fatto….dato che il fatto è non ricorrente ma prevedibile …[9]

USA – “Pre-ammonizioni”

Negli USA c’è molta attenzione per i prodotti, che per il loro modo di confezionamento, possono essere attrattivi per i bambini.

  • Confezioni mono dose di detersivi:

Lo scorso anno è stato segnalato, in USA, con grande enfasi, il rischio rappresentato dalle confezioni mono-dose di detersivi, che possono essere scambiate per dolci dai bambini[10].

Questa segnalazione è stata ripresa quest’anno in Italia da Altro Consumo, che ha provocato l’intervento del Ministero della Salute che ha dato queste disposizioni:

Dal 15 dicembre 2013 potranno essere vendute confezioni trasparenti, ma solo dotate di un’etichetta posta sul coperchio che segnali la natura chimica del prodotto.

Dal 15 marzo 2014 le aziende dovranno produrre solo confezioni opache o oscurate, in modo che non sia visibile dall’esterno il contenuto. O, in alternativa, dovrà esserci una chiusura speciale che ostacoli l’apertura da parte di un bambino. Sarà ancora possibile, però, trovare in vendita le confezioni prodotte prima del 15 marzo e quindi solo con l’etichetta-allerta imposta con il primo step di questa regolamentazione.

Infine, dal 30 giugno 2014, sarà possibile trovare in commercio solo le confezioni sicure, opache o oscurate oppure con un sistema di apertura anti-bambino[11].

Quest’anno, in USA, è la volta di:

  • Magneti ingeribili ad alta potenza[12]

La  Consumer Product Safety Commission (CPSC), nella causa amministrativa contro Maxfield and Oberton Holdings, LLC, produttore di Buckyballs®. CPSC Docket Nos. 12-1, 12-2, 13-2 (May 3, 2013), ha ottenuto dal Giudice Amministrativo (ALJ) l’ordine che impone al sig.Zucker, il  CEO di Maxfield and Oberton, in forza al momento dei fatti, di richiamare e modificare Buckyballs®, magneti ad alta potenza, che erano sotto stretta indagine della  CPSC dal 2011 a causa di lesioni conseguenti all’ingestione dei magneti (da non confondere con le batterie a bottone), in particolare all’intestino.

Questo ordine rafforza la capacità di CPSC di negoziare  recalls e penalties con i fabbricanti di prodotti destinati ai consumatori.

E’ il primo ordina mai emesso in questo senso, che coinvolge non solo la ditta, ma anche il CEO personalmente…La decisione si spiega anche perché, il 27 Dicembre 2012 la Maxfield & Oberton Holdings, LLC  ha cessato l’attività.

Il magneti sono stati ritirati anche in Canada.

  • Batterie a bottone ingeribili

Un’altra importante segnalazione è stata fatta dalla HealthyChildren.org. il 22.05.13 che ha segnalato come, ogni tre ore, un bambino sia ricoverato al Pronto Soccorso, in USA, per questo motivo[13], essendo i bambini molto attirati da questi oggetti.

  • Giocattoli laser

Negli ultimi 7 mesi, si sono accentuate le preoccupazioni, negli USA, sulle conseguenze dell’uso di giocattoli ed apparati laser per uso domestico, a causa delle gravi conseguenze che può provocare agli occhi anche una brevissima esposizione alla fonte laser.

La FDA, il Laser Institute of America e l’American National Standards Institute hanno lanciato una vera campagna di avvisi ed istruzioni per evitare i pericoli[14]

Da queste “pre-ammonizioni, quale intervento in Italia, l’anno prossimo o magari prima?

Rammentiamo, infatti,  che, in base al Codice del Comsumo, all’art. 103, richiede che il prodotto sia sicuro anche sulla base:

3) della presentazione del prodotto, della sua etichettatura, delle eventuali avvertenze e istruzioni per il suo uso e la sua eliminazione, nonché di qualsiasi altra indicazione o informazione relativa al prodotto;

4) delle categorie di consumatori che si trovano in condizione di rischio nell’utilizzazione del prodotto, in particolare dei minori e degli anziani;

AUSTRALIA – quando la condotta di vendita è senza scrupoli / immorale/ in mala fede…

La Corte federale dell’Australia[15], in seduta plenaria e con voto unanime, quest’estate ha stabilito quando una condotta di vendita è da considerarsi senza scrupoli e quindi dannosa per i consumatori, rovesciando il giudizio del Tribunale di prima istanza, in una causa iniziata dalla Australian Competition and Consumer Commission (ACCC) contro la Lux Distributors Pty Ltd, i cui venditori “porta a porta” di aspirapolvere si introducevano nelle case di persone anziane promettendo un controllo gratis degli aspirapolvere in loro possesso. Solo dopo l’ingresso in casa, veniva, poi, proposto l’acquisto di aspirapolvere della Lux.

Questo modo di introdursi è stato sanzionato come fatto in mala fede in violazione della Legge di Protezione dei Consumatori, in quanto, in ogni caso, i venditori dovevano limitarsi a presentare la loro merce, senza crearsi – illegittimamente – un’apertura di porte e di credito con la promessa del controllo dei vecchi aspirapolvere.

Condotte di questo tipo vanno sanzionate indipendentemente da eventuali danni economici subiti dai consumatori.

 Australia – Queensland – Ho cambiato alcuni pannelli di vetro in un grande edificio – non sono responsabile se “attraversi” uno di quelli che non ho cambiato…[16]

La Corte d’appello del Queensland, in febbraio 2013, ha respinto una richiesta di danni per colpa presentata a carico di una società che, in un edificio dotato di pannelli di vetro rispondenti alle norme di sicurezza del 1971, anno di fabbricazione dell’edificio, dopo che, negli anni 2000-2001, durante un ciclo di manutenzione, aveva sostituito solo parte dei pannelli.

Il caso aveva voluto che una gentile signora, nel vano tentativo di “passare” attraverso uno dei pannelli, aveva proprio scelto un pannello di vecchia data, che si era rotto, provocandole dei danni.

L’architetto, che aveva redatto il piano di rinnovo, non aveva avvisato la ditta dei nuovi standard.

Indipendentemente da questo, la Corte ha ritenuto non provata la colpa della ditta, che, secondo la danneggiata aveva violato l’obbligo di diligenza per non aver fatto un audit completa dei pannelli, in quanto

a)    in 30 anni, mai nessuno aveva avuto un danno per i pannelli[17];

b)    che non esisteva alcuna evidenza che la ditta sapeva o poteva sapere che quel vetro aveva una propensione a rompersi se sottoposto a una sufficiente pressione;

c)     che i costi di verifica e controllo di tutti i pannelli o materiali simili erano potenzialmente enormi.

In sostanza, non si deve pensare che, in Australia[18], si devono sempre adeguare gli edifici ai più recenti standard di sicurezza.

Canada – il consumatore di riferimento[19]

Un consumatore francofono del Québec aveva mal interpretato un’offerta di una rivista, che diceva, in inglese, “Hai vinto 800.000 dollari!” a caratteri molto grandi, mettendo le condizioni, necessarie per vincere, in caratteri molto piccoli.

La Corte Suprema del Canada ha stabilito, nel febbraio 2013, che chi prepara qualsiasi forma di pubblicità commerciale, deve redigerla, tenendo conto di un “consumatore credulone e senza esperienza, compratore frettoloso, non in grado di valutare clausole particolari, specialmente se scritte in caratteri piccoli”.

A giudizio di vari legali USA (fra cui quello riportato in nota), questa sentenza è ancora più “consumer friendly” di quanto in uso negli Stati Uniti d’America, il che getta una luce diversa sul rischio Canada….

Un analogo criterio – etichetta comprensibile a chi la legge mentre fa la fila al supermercato – è stato seguito dalla Corte di Appello di Francoforte, in una causa, che ha visto la condanna della Ferrero[20].

Sarà interessante vedere che orientamenti prenderà la giurisprudenza italiana che, finora, non mi sembra si sia pronunciata sui livelli di conoscenza da presumersi nel consumatore di riferimento[21]. La Direttiva Macchine[22] dà, comunque, un orientamento abbastanza simile a quello qui esaminato, quando indica i modi di redazione delle informazioni per l’uso …

 Il mondo, allora, è più piccolo di quanto si pensi…..

Cina

–       Se corrompi, sono guai, specialmente se sei un’azienda estera….[23]

A partire da giugno di quest’anno, si è scatenata in Cina una campagna anti-corruzione in generale, ma, in particolare, contro le aziende straniere, operanti in Cina nel campo della salute, che ha coinvolto, per prima, la Glaxo Smith & Klein, coinvolgendo, poi, altre 60 aziende. Sono stati arrestati alcuni dirigenti e consulenti non cinesi della Glaxo e anche l’Astra Zeneca è stata messa sotto indagine.

Il giro di “mance” venuto alla luce è cospicuo, se si pensa che solo in un ospedale del Guandong[24] sono stati puniti 39 dipendenti, che avevano ricevuto “doni” per USD 460.000 da due (non nominate) compagnie farmaceutiche fra Gennaio 2010 e Dicembre 2012.

A questa ondata di arresti, si è accompagnata

a)      Una stretta nella politica anti-trust;

b)      Il rafforzamento delle Autorità di Controllo[25];

c)     Una riforma del settore farmaceutico ed alimentare, che, per esempio, prevede la tracciabilità di tutte le componenti del latte per bambini, vietando l’outsourcing della produzione e l’uso di più nomi per la stessa formula di latte[26].

Considerato l’uso normale di “intermediari locali” e la necessità di stringere relazioni[27] , si capisce bene in quale delicata situazione si trovino le aziende estere, di fronte a questa nuova politica del Governo cinese.

–       Approvata la legge di tutela degli acquirenti di autoveicoli[28]

Il 1° ottobre 2013 sono entrate in vigore le norme sulla “Liability for Repair, Replacement and Return of Family Car Products che fissa periodi di garanzia chilometrica abbastanza ampi e le 5 circostanze in base alle quali il consumatore può richiedere la sostituzione o la restituzione del veicolo al venditore e in base alle quali il venditore non può sottrarsi alla richiesta[29].

La posizione dei consumatori, in generale, è poi stata rafforzata dall’entrata in vigore, il 25 ottobre 2013, dalla normativa sulla tutela dei loro dati personali, la formazione del consenso e la proibizione di fare marketing presso di loro senza il loro consenso.[30] 

USA – Class action libera? Class action per tutti? Non più!!

Quest’anno sono state emesse due sentenze della Corte Suprema USA, che hanno profondamente cambiato le carte in tavola, in tema di class action.

Prima di esaminarle, è utile rammentare le condizioni necessarie – in USA – per avviare una class action[31].

In base alle Federal Rules of Civil Procedure, per certificare un caso come class action, il plaintiff (ricorrente) designato deve soddisfare questi criteri:

1. Commonality – Devono esserci una o più rivendicazioni (claims) legali o fattuali comuni all’intera classe. In particolare, bisogna dimostrare che le istanze comuni prevalgono su quelle individuali;

 2. Adequacy – il plaintiff designato deve proteggere gli interessi della classe in modo equo ed adeguato;

3. Numerosity – la classe deve essere così ampia[32] da rendere impraticabili e non convenienti delle azioni individuali[33];

4. Typicality – I claims o le difese devono essere tipiche dei ricorrenti o dei chiamati in causa (defendants).

La parte più critica da dimostrare è quella della “commonality”, in quanto già il con il caso Walmart v. Dukes (2011) la Corte Suprema aveva stabilito che il plaintiff doveva dimostrare la capacità di una procedura di classe di generare risposte comuni, atte a portare ad una soluzione della vertenza. Questa indicazione dava una stretta negativa alle class action, intentate da lavoratori contro la propria impresa[34] , in quanto, in questo campo, la politica o la prassi, seguita per ogni singolo lavoratore, non impatta, necessariamente, allo stesso modo sull’intera classe.

Proprio partendo da qui, affrontiamo la prima sentenza di cui parlavamo all’inizio:

  • Comcast vs Behrend – sentenza a maggioranza (5/4) del 27.03.2013 sui criteri di certificazione della classe[35]

Il caso in esame non riguarda la RC Prodotti, ma un problema di rapporti fra gli utenti del servizio telefonico, quindi non solo della Comcast,  e costituisce un riferimento fondamentale per i criteri di certificazione di una classe.

Il caso

 Nel 2003, sei “non basic” utenti della Comcast hanno avanzato richiesta di class action, davanti alla Corte distrettuale del Distretto Est della Pennsylvania, contro la ditta, lamentando che questa, a seguito di acquisizioni nella zona di Filadelfia, aveva assunto una posizione monopolista a danno degli utenti in violazione del Sherman Act[36].

 La Comcast è uno dei maggiori provider USA di intrattenimento, di informazione e di comunicazione di prodotti e servizi.

È il terzo più grande operatore telefonico, uno dei più grandi nel campo dei mezzi di comunicazione e di servizi Internet e di sicurezza domestica (compresi gli allarmi antifurto, sorveglianza telecamere, sistemi di allarme antincendio e domotica ) che fornisce ai clienti residenziali e commerciali in 40 stati e nel Distretto di Columbia.

Il plaintiff presentò la richiesta di certificazione della classe, a nome di 2 milioni di utenti.

 Nel 2007 la Corte distrettuale certificò il riconoscimento della classe.

 La causa andò avanti con vari appelli, fino ad arrivare alla Corte Suprema degli Stati Uniti.

Il punto di maggior contesa era il fatto se, per il riconoscimento di una classe, fosse sufficiente applicare un modello per la valutazione media dei danni subiti dai membri della classe, o se, invece, si dovesse valutare con rigore, se questi danni fossero omogenei fra i vari membri o se invece variassero.

Con decisione a maggioranza, la Corte Suprema ha deciso in quest’ultimo senso, che crea maggiori difficoltà a quanti vogliono iniziare una class action.

Specifically, Behrend requires that plaintiffs not only show that they could prove their claims through common evidence at trial, but puts an affirmative burden on plaintiffs to establish, prior to certification, that there is reliable and admissible evidence of common injury and damages on a class-wide basis[37].

L’interpretazione generale dei vari studi legali, che sono intervenuti sul tema, è che questa decisione favorisce i soggetti passivi di una class action, rendendo più difficile la certificazione della classe[38].

Un interessante escamotage è stato trovato dalla Corte di Appello del Sixth Circuit[39] , il 18 luglio 2013, nella sentenza di revisione, chiesta in base alla sentenza Comcast nel caso Whirlpool Front-Loading Washer Prods. Liab. Litig. (“Whirlpool II”)[40].

Il Sesto Circuito ha sostenuto, che la sentenza Comcast non può essere applicata al caso, che era il suo esame, in quanto il caso Comcast riguardava un caso di class action di responsabilità civile e di danni, mentre il caso Whirlpool è un caso di class action solo di responsabilità, per cui i criteri per la prova richiesta sui danni, nei termini della sentenza Comcast, qui non si applicano[41].

Può essere interessante un raffronto con la legge italiana in tema di class action.

In Italia, l’“azione di classe” tutela i “diritti individuali omogenei”:

a) di natura contrattuale di una pluralità di consumatori e utenti che si trovino “in situazione omogenea” nei confronti della stessa impresa;

b) spettanti ai consumatori finali di un determinato prodotto o servizio nei confronti del relativo produttore;

c) derivanti da pratiche commerciali scorrette e da comportamenti anticoncorrenziali.

Dopo la recente modifica anche gli “interessi collettivi” sono tutelabili mediante l’“azione di classe”.

Per diritti individuali omogenei si intende, come dice Mirca Sacchi[42] :

“… una serie di posizioni giuridiche soggettive che risultano caratterizzate dalla comunanza della maggior parte degli elementi costitutivi (le circostanze di verificazione del fatto dannoso, la tipologia di danno subito, il nesso causale tra comportamenti e danno e la lesione dell’interesse tutelato), ma non necessariamente di tutti e quindi non si richiede che vi sia piena identità dei diritti”.

Se ne può dedurre che l’impostazione italiana appare più elastica di quella fissata dalla sentenza Comcast v. Behrend[43].

  • Il caso American Express vs Italian Colors Restaurant, sentenza a maggioranza (5/3) del 20.06.2013, sulla validità di una clausola contrattuale, per la rinuncia ad un ricorso alla class action

Nel caso in esame, Italian Colors Restaurant, un gruppo di commercianti, che accettava le carte di credito dell’American Express (da ora in poi Amex) aveva fatto partire una class action per violazione della legge Federale Anti Trust (FAA).

Ma le parti avevano sottoscritto una clausola, che prevedeva che ogni disputa (anche quelle che potevano da luogo ad una class action) doveva essere risolta con un arbitrato, con il risultato che ogni vertenza veniva affrontata sul piano individuale, in tal senso, da Amex.

Allo stesso modo, Amex voleva risolvere la class action, minacciata da Italian Colors Restaurant.

I commercianti presentano una perizia di un economista, che dimostra come, per accertare i danni per la violazione delle norme anti-trust, avrebbero dovuto spendere varie decine di migliaia di dollari, per poi ricevere, in sede arbitrale, al massimo $ 38,549 dollari a testa (in violazione del principio esposto prima, nella nostra nota n.23).

Nonostante molte Corti federali locali avessero, nel tempo esposto, pareri conformi all’impostazione chiesta da Italian Colors, a sorpresa, la Corte Suprema ha deciso a favore di Amex, riconoscendo la validità della clausola arbitrale, nonostante la stessa, come osservato da varie Corti (fra cui, in particolare, quella del Massachussets) metta in discussione uno dei fondamenti della class action e cioè quello di dar modo ai singoli di unirsi, per gestire richieste comuni, che, gestite individualmente, hanno costi superiori ai benefici.

Questa decisione, come hanno subito osservato molti commentatori[44], favorisce anche quei datori di lavoro che ricorrono a clausole simili.

L’ultima a cedere le armi di fronte a questa sentenza è stata la Corte Suprema del Massachussets che si è arresa nel caso Feeney v. Dell Inc., SJC-11133 (Mass. Aug. 1, 2013) (Feeney III)[45], ribaltando la sua precedente decisione in materia, quando aveva sostenuto che i principi della sentenza Amex non si applicavano alla class action, iniziate da consumatori.

Ne consegue che la sentenza Amex si può applicare anche ad accordi fra produttori e consumatori, per cui sono legittime, anche in questo campo, clausole che rimettono ogni vertenza a soluzioni arbitrali[46].

Gravissimo rischio per i consumatori!!

Le “virtù” delle soluzioni arbitrali sono state recentemente “riconosciute” anche dalla Corte Suprema del Canada, con un cambio di rotta rispetto all’impostazione seguita in precedenza, salvo il caso Desputeaux v. Éditions Chouette (1987) inc., 2003 SCC 17, in linea con la sentenza Amex.

Per quanto riguarda la protezione dei consumatori, però, Québec, Ontario, Aberta e British Columbia hanno emesso norme che proibiscono l’arbitrato e le clausole di rinuncia alla class action.[47]

Nella normativa italiana sulla class action (legge 27/2012) non si trovano proibizioni espresse di clausole di rinuncia alla class action o di rimessione integrale delle vertenze a soluzioni arbitrali.

Si tratterebbe, però, certamente di clausole vessatorie ai sensi degli artt.33-34-36 del Codice del Consumo (DLGS 206/2005) e, quindi, nulle[48].



[1] La situazione è aggiornata al 29.12.2013.

[2] A) the New Jersey Court of Appeal held, in Kubert v. Best, No. A-1128-12T4 (N.J. Super. App. Div. 2013) – Published by McCarthy Tétrault LLP 12.09.13 e B) Text A Driver In New Jersey And You Could Be Liable – Last Updated: October 2 2013 – Article by Frank C. Muggia, Brian A. Bender and Mark A. Trokan – Harris Beach PLLC

[3] Even ‘Hands-Free’ Devices Unsafe While Driving: Report They cause mental distraction that can lead to crashes, experts warn – http://www.nlm.nih.gov/medlineplus/news/fullstory_137747.html -Wednesday, June 12, 2013

[4] Going The Extra Mile: Competition Bureau Obtains Consent Agreements From Hyundai And Kia For Inaccurate Fuel Consumption Claims – Last Updated: August 7 2013 – Article by Christopher Hersh and Imran Ahmad – Cassels Brock Lawyer – Toronto e

http://www.hybridcars.com/hyundai-kia-set-aside-412-million-compensation-for-inaccurate-mpg-claims/ by Pete Brissette January 28, 2013

[5] Ford to Compensate C-MAX Owners for Inaccurate MPG Ratings By Rich Smith August 15, 2013

[6] I consumi pubblicizzati in Italia corrispondono solo poche volte a quelli reali…

[7] Collins v Navistar 2013 DJAR 4169 – da United States: California Court Affirms Strict Product Liability Despite Third-Party Criminal Act – 16 April 2013 – Article by Mark S. Roth  – Cozen O’ Connor Lawyers. La Navistar è un importante produttore di camion, veicoli pesanti e relative componenti, con un fatturato di USD 11,20 miliardi e 14.800 dipendenti nel 2012 (quindi esperta del settore…).

[8] Poco più di un chilo

[9] Ovviamente fermi i limiti tecnici posti alla produzione di parabrezza resistenti…

[10] Laundry Detergent Packs Pose Poisoning Threat to Toddlers – Thursday, September 6, 2012 – Medline; da me segnalato ai miei abbonati alla Rassegna Stampa “Un Geco in Frac” con il n. 262 del 21.09.2012.

[11] Da Altro Consumo – 31.07.13

[12] CPSC Seeks To Hold Former CEO Responsible For Buckyballs® Recall – Last Updated: May 22 2013 – Article by Erin M. Bosman, Julie Y. Park and Ellen Nudelman Adler – Morrison & Foerster LLP

[13] Button Battery Injuries in Children: A Growing Risk 22.05.13  – HealthyChildren.org.

[14] Cfr. A) American Academy of Ophthalmology Web http://www.aao.org/newsroom/release/blue-lasers-eye-injuries.cfm, B) Lasers in Toys Can Cause Serious Eye Damage, FDA Warns – Although sold as playthings, they emit powerful beams – By Robert Preidt – Friday, August 9, 2013, C) Laser Toys Can Damage Eyes: Report – ‘Star Wars’-like gadgets causing serious injuries, doctors say – By Robert Preidt – Thursday, November 21, 2013; D) American Academy of Ophthalmology Warns Holiday Shoppers about Toys that Cause Eye Injuries 12/03/2013 – http://www.aao.org/newsroom/release/holiday-toy-safety-tips.cfm

[15] Federal Court clarifies unconscionable conduct law – Last Updated: 4 September 2013 – Article by Murray Deakin and Sylvia Ng – K&L Gates lawyers

[16] No liability found for injury where glass panel did not meet current Australian standards – Last Updated: 3 May 2013 – Article by Lana Head – Cooper Grace Ward

[17] In sostanza, la Corte ha dato un po’ della cretina alla danneggiata, che non aveva nessun bisogno di cercare di passare attraverso il pannello.

[18] Ma, direi, anche in Italia,,,

[19] How “Reasonable” Is The “Reasonable Consumer”? 04 March 2013 – Article by David Conway

[20] OLG Frankfurt 6. Zivilsenat, 6 U 40/11, 20.10.11 – in  Quotidiano Giuridico Unico 03/01/2012

[21] L’attenzione maggiore è stata fin qui concentrata sui temi del consenso informato….

[22] DECRETO LEGISLATIVO 27 gennaio 2010 , n. 17 .

[23] A) Chinese Investigation Of GlaxoSmithKlein Broadens As Details Emerge Last Updated: 25 July 2013 Article by Aaron M. Tidman Mintz, Levin, Cohn, Ferris, Glovsky and Popeo, P.C.

B) A new wave of regulatory enforcement actions in China impact the food and pharmaceutical industries – Last Updated: 10 September 2013 – Article by Sammy Fang – DLA Piper Australia

C) Compliance – watchword of healthcare companies and possibly other companies in China – Last Updated: 1 August 2013 – King & Wood Mallesons Lawiers

[24] La Provincia con capitale Canton.

[25] il Public Security Bureau (PSB), e la Administration of Industry and Commerce (AIC).

 

[26] Si ricordi, che il  settore alimentare era stato segnato da un caso assai grave: quello che, nel 2008, ha riguardato latte in polvere, inquinato da melamina, che ha provocato la morte di 6 bambini, l’ospedalizzazione di altri 860 e la pena di morte per i due responsabili principali.

[27] Si veda il mio articolo su “La Cina ed il rischio RC Prodotti: istruzioni per l’uso”

[28] Cfr. Il mio articolo sulla Cina – RCP istruzioni per l’uso pubblicato da Assinews

[29] 1) Where the car has any such quality problem as includes failure of the steering or braking system, cracking of car body, fuel leaks, etc. within 60 days from the seller’s invoice or within 3,000km mileage (whichever is earlier);

2) Where the car has any serious safety problem which persists even after two repairs, or if any new safety problem occurs;

3) Where the engine or gearbox of the car has been replaced twice, or where the same key component of the engine or gearbox cannot work properly even after two replacements due to quality problems;

4) Where the same key component of the steering system, braking system, suspension system, front and rear axles or car body cannot work properly even after two replacements;

5) Where the repair of any product quality problem has exceeded 35 days in aggregate, or the same product quality problem has been repaired for more than five times.

 

[30] China: China Amends Consumer Protection Law To Benefit Consumers At Expense Of Businesses – Last Updated: 16 November 2013 – Article by Cynthia O’Donoghue – Reed Smith

[31] Cfr. United States: Supreme Court Raises The Bar For Class Actions – 09 April 2013 – Article by Fisher & Philips LLP

[32] Anche se il ricorrente è uno solo in quanto in USA vale il principio dell’opt-out.

[33] Uno dei fondamenti della class action è che essa sia più conveniente per dirimere controversie che riguardino danni, individualmente, relativamente contenuti; se però, è dimostrabile che, con un azione individuale, per esempio, si possono recuperare $ 100,00, mentre, tramite la class action, se ne recuperano 5,00, la class action non viene autorizzata (in quanto arricchirebbe solo i legali….)

[34] Walmart è  conosciuta per non essere un buon datore di lavoro, ma così ottenne una pronuncia favorevole….(Giudici capitalisti! cribbio!!!)

[35] Basta battere su Google Comcast v. Behrend per trovare qualche decina di commenti sulla sentenza.

[36] Lo Sherman Antitrust Act (1890), detto anche Sherman Act, è la più antica legge antitrust degli Stati Uniti e rappresenta la prima azione del governo degli Stati Uniti per limitare i monopoli e i cartelli (trust). Lo Sherman Act fu firmato dal Presidente Benjamin Harrison nel 1890 e prende il nome dal suo autore, il senatore repubblicano John Sherman dell’Ohio, ex-Segretario del Tesoro sotto la presidenza di Rutherford Hayes. E’ ancora in vigore, con vari aggiornamenti.

 

[37] United States: Supreme Court Raises The Bar For Class Actions – 9 April 2013 – Article by Fisher & Philips LLP già citato

[38] Solo per fare un esempio, a conferma dell’influenza della decisione, il caso Loreto/Procter & Gamble: United States: Loreto v. The Procter & Gamble Company: Southern District Of Ohio Grants Motion To Strike Class Allegations In Consumer False Advertising Case – Last Updated: December 10 2013 – Article by Nicole A. Skolout – Baker Hostetler

[39] Competente per Eastern District of Kentucky; Western District of Kentucky; Eastern District of Michigan; Western District of Michigan; Northern District of Ohio; Southern District of Ohio; Eastern District of Tennessee; Middle District of Tennessee; Western District of Tennessee

[40] I ricorrenti sostenevano che alcune lavatrici Whirlpool avevano un difetto di progettazione che favoriva la formazione di muffe. Cfr. Sixth Circuit Reaffirms Certification Of Defective Washing Machine Class On Remand From Supreme Court – Last Updated: July 25 2013 Article by Mark A. Johnson Baker Hostetler

[41] Fatta la sentenza, trovato l’inganno? Questo caso è stato affrontato anche in Canada, ma negando il diritto all’azione, in quanto si trattava di danni che potevano essere risolti in base alle garanzie contrattuali. Cfr. Canada: Court Of Appeal Affirms Dismissal Of Negligence Claim For Defective But Non-Dangerous Washing Machines – Last Updated: November 11 2013 – Article by Samaneh Hosseini and Genna Wood – Stikeman Elliott LLP

[42] Nuova class action: tra tutela dei diritti soggettivi omogenei ed interessi a valenza collettiva -Articolo 19.11.2012 – Altalex

[43] In realtà, in un caso recente (class action proposta da Altro Consumo per i viaggiatori danneggiati dai ritardi dei treni), il Tribunale di Milano si è espresso in linea con la sentenza della Corte Suprema USA, rigettando la richiesta.  La Corte di Appello di Milano, però, il 4.03.14, ha dato ragione ai ricorrenti, riconoscendo comunque l’omogeneità delgi interessi, pur nella diversità dei danni subiti.

[44] Cfr. per tutti, Supreme Court Decision Upholding Class Action Waivers Is Good For Employers – Last Updated: July 8 2013 Article by Jessica A. Corbett and George A. Voegele, Jr. – Cozen O’Connor Lawyers

[45] I plaintiffs, John A. Feeney and Dedham Health e Athletic Complex (Dedham Health), avevano iniziato una class action controt Dell in 2003 dichiarando  che questa aveva intenzionalmente e continuativamente addebitato loro delle tasse non dovute o inesistenti,  violando le normative del Massacchussets, in danno loro e di altri residenti del Massachussets. I danni individuali di  Feeney ammontavano a $13.65  e a  $215.55 quelli di  Dedham Health.

[46]  Ancora giudici capitalisti!, cribbio!!!

[47] Canada: Back To Class On Class Arbitrations: What About Economic Feasibility? – Last Updated: July 10 2013 – Article by Marie-Hélène Beaudoin – McCarthy Tétrault LLP

[48] Legislatori comunisti! cribbio!!