Flessione del 7/8% degli infortuni sul lavoro, in Italia, nel corso del 2013. Le denunce pervenute all’Inail sono state 607mila, a fronte delle 657mila dell’anno precedente. Contrazione non inferiore al 10% per quanto riguarda i casi mortali, che hanno riguardato circa 740 vittime (nel 2012 erano state 844). Sono queste alcune delle stime preliminari relative all’andamento infortunistico 2013 anticipate oggi, a Roma, nel corso del convegno presso il Parlamentino dell’Istituto di via IV Novembre, organizzato in collaborazione con l’Ilo in occasione della “Giornata mondiale per la salute e la sicurezza sul lavoro”.
All’incontro sono intervenuti il presidente dell’Inail, Massimo De Felice, il direttore generale, Giuseppe Lucibello, e il direttore dell’Ilo per l’Italia e San Marino, Luigi Cal. Hanno partecipato, inoltre, i presidente delle commissioni Lavoro della Camera e del Senato, Cesare Damiano e Maurizio Sacconi, e in rappresentanza delle realtà datoriali Salomone Gattegno, del Comitato tecnico per la sicurezza di Confindustria, e Giorgio Merletti, presidente di Confartigianato imprese. Dopo gli interventi di Rosario Strazzullo, coordinatore area Contrattazione della Cgil, e dei segretari confederali della Cisl e della Uil, Luigi Sbarra e Paolo Carcassi, le conclusioni della giornata sono state affidate al ministro del Lavoro e delle politiche sociali, Giuliano Poletti.
Ad aprire i lavori il ricordo di Rino Pavanello, fondatore dell’associazione “Ambiente e lavoro” e presidente della Consulta interassociativa italiana per la prevenzione (CIIP), scomparso prematuramente sabato scorso. “Quasi 30 anni fa intuì, prima di ogni altro, che occorreva trovare una correlazione positiva tra ambiente, nella sua accezione più ampia, e lavoro – ha affermato il presidente del Civ Inail, Francesco Rampi – Ciò spronò a riflettere circa l’insufficienza delle lotte sindacali contro la monetizzazione delle condizioni di nocività nel lavoro e sulla necessità che il miglioramento delle condizioni negli ambienti di lavoro non potesse essere realizzato a scapito del contesto ambientale”. Proprio oggi, a Milano, Pavanello avrebbe dovuto presiedere il “Workers memorial day-2014”. “Di lui, oltre alla sua genialità, occorre ricordare la generosità nel farsi carico dei problemi – ha sottolineato Rampi – il suo perenne attivismo per dare concretezza alle elaborazioni teoriche, attraverso la prassi e la formazione”.
Nel suo intervento introduttivo, il presidente dell’Inail, Massimo De Felice, ha sottolineato che le questioni di grande rilevanza poste dall’Ilo in occasione della Giornata mondiale per la salute e la sicurezza sul lavoro “sono tutte tematiche che l’Inail ha tra i suoi piani di azione: quando partecipa ai Comitati e alle Commissioni interistituzionali per l’indirizzo, il coordinamento e la valutazione delle politiche di prevenzione, quando contribuisce ai piani nazionali di prevenzione e all’attività di normazione per definire linee guida, buone prassi, norme tecniche, nell’attività di informazione sulle ‘best practice’, sugli andamenti delle variabili descrittive del fenomeno infortunistico e sugli esiti delle politiche, e nell’attività di formazione. Tutte azioni sostenute da accordi di collaborazione con associazioni, imprese e parti sociali”.
Per De Felice, le politiche di prevenzione in Italia hanno raggiunto un buon livello, testimoniato anche dal “Good practice award 2013” conferito all’Inail dall’Associazione internazionale di sicurezza sociale (Issa), “ma resta da lavorare sul giudizio quantitativo, per riuscire a valutare l’andamento del numero degli infortuni in funzione dell’effettiva esposizione al rischio dei lavoratori”. Per ora, ha aggiunto, “si usano approssimazioni, ma avere un indice calcolato su dati originari sarebbe molto più rassicurante, per giudicare in modo adeguato l’efficacia delle politiche e individuare tempestivamente i settori su cui concentrare l’azione”.
Il presidente dell’Inail ha ricordato inoltre “alcune nuove attività che l’Istituto sta svolgendo nell’ambito della prevenzione: la definizione e il coordinamento dei programmi di ricerca sugli strumenti di prevenzione per individuare i rischi nascosti, la definizione di una govenance della ricerca, la collaborazione diretta con le imprese per definire la prassi dei sistemi premianti, e il grande progetto avviato sui dati che, per essere una base affidabile delle analisi a sostegno alle politiche, devono essere validati con protocolli finalizzati”.
Come sottolineato dal direttore dell’ufficio Ilo per l’Italia e San Marino, Luigi Cal, si stima che “ogni anno nel mondo siano più di due milioni le persone che muoiono per malattie professionali e altre 321mila quelle che perdono la vita sul lavoro”. Una realtà drammatica, che comprende anche 317 milioni di incidenti non mortali e 160 milioni di persone che si ammalano per patologie lavoro-correlate, che si traduce anche in un ingente costo economico per la società “pari al 4% del Pil annuale mondiale”.
Spostando l’attenzione sull’Italia, Cal ha precisato che il nostro Paese è al terzo posto per numero di convenzioni Ilo ratificate, ma all’appello ne mancano una decina che riguardano la salute e la sicurezza: “Le più importanti sono la Convenzione 155 del 1981, in cui si chiede di adottare una politica nazionale coerente per la salute e sicurezza sul lavoro e si definiscono le azioni che imprese e lavoratori devono assumere per migliorare le condizioni lavorative, e la Convenzione 187 del 2006, che riguarda il quadro promozionale per la salute e la sicurezza sul lavoro. Sarebbe un fatto molto significativo e auspicabile se l’Italia le ratificasse entrambe durante la sua presidenza del semestre europeo”.
In un altro passaggio del suo intervento, il direttore dell’ufficio Ilo per l’Italia e San Marino ha spiegato anche la scelta di dedicare la Giornata mondiale di quest’anno ai rischi legati all’utilizzo dei prodotti chimici: “La produzione e l’utilizzo di questo tipo di prodotti rappresenta una delle sfide più impegnative per i programmi di protezione dell’ambiente di lavoro e deve essere affrontata in modo globale per stare al passo con il continuo progresso scientifico e tecnologico, con l’aumento della produzione mondiale di sostanze chimiche e con i cambiamenti nell’organizzazione del lavoro. I prodotti chimici sono fondamentali nella vita moderna, per questo è importante promuoverne una gestione razionale e sfruttarne i vantaggi riducendo, attraverso la prevenzione e il controllo, gli effetti indesiderati sui lavoratori, sulla popolazione e sull’ambiente”.
“Nell’attuale scenario legislativo l’Inail rappresenta il principale supporto nelle politiche di informazione, formazione, assistenza, consulenza e promozione della cultura della prevenzione – ha ricordato, invece, il direttore generale, Giuseppe Lucibello – Da ente erogatore di prestazioni perlopiù di carattere economico oggi, anche in conseguenza dell’incorporazione nel 2010 dell’Ispesl e dell’Ipsema, l’Istituto è il soggetto pubblico, attore e garante di un più ampio sistema di tutela globale e integrata”. Lucibello ha riassunto, così, le strategie messe in atto dall’istituto in tutti i molteplici ambiti nei quali si declina la prevenzione, sottolineando – in particolare – l’impegno sul fronte degli interventi a favore delle aziende: dai 307 milioni di euro di incentivi relativi al bando Isi 2013 agli oltre 864 milioni riconosciuti come sconto alle imprese virtuose dal 2010 al 2013 (Ot24) al miliardo di euro di riduzione dei premi e contributi disposti nell’ultima legge di stabilità.
Lucibello ha anticipato, inoltre, le stime preliminari del 2013 relative all’andamento degli infortuni sul lavoro in Italia che, al 31 marzo 2014, hanno registrato dei dati decisamente positivi. L’Istituto, infatti, ha rilevato una contrazione del 7/8% del numero complessivo di denunce d’infortunio (da 657mila del 2012 a circa 607mila) e circa il 10% in meno dei casi mortali (da 844 vittime del 2012 a circa 740). La contrazione è ancora più sensibile se considerata in un arco temporale più ampio: nel 2008, infatti, gli infortuni denunciati erano oltre 875mila e gli episodi fatale 1.120. “Anche tenendo conto della negativa congiuntura economica, e al netto del rilevante calo occupazionale stimato dall’Istat intorno al 2,3%, questi dati confermano il trend decrescente e segnalano che molti passi importanti sono stati compiuti – ha analizzato Lucibello – Si tratta di risultati fortemente positivi che si qualificano come punto di riferimento essenziale per delineare, con ulteriore coraggio, le future politiche di prevenzione”.
Fare prevenzione oggi – ha valutato Lucibello – significa approcciarsi a un fenomeno infortunistico fortemente condizionato dai cambiamenti demografici e dalle innovazioni introdotte nei modelli organizzativi della produzione e del lavoro: dal ricorso esteso alle esternalizzazione e agli appalti alla diffusione di tipologie di lavoro atipico e temporaneo, dall’ingresso massiccio di forza lavoro da altri paesi al persistere di un’ampia area di sommerso. “Tutti questi aspetti necessitano di un’attenzione mirata – ha detto Lucibello – e l’Inail ha messo in opera adeguate forme di intervento a livello centrale e territoriale”. In questo contesto un ruolo significativo può essere svolto anche dall’attività di ricerca, ‘terreno’ nel quale l’Istituto sta dispiegando le proprie forze ‘a tutto campo’, non solo in settori tradizionali (come l’amianto) ma anche in quelle a maggior tasso di innovazione o dove si manifestano rischi emergenti (come le nanotecnologie). Essenziale in tale contesto anche la promozione di una protesica all’avanguardia: a questo fine – ha concluso il diretto generale dell’Istituto – sono orientati i recenti accordi di partnership con l’Iit di Genova, l’Università Campus Bio-medico di Roma e la Scuola superiore Sant’Anna di Pisa.
A conclusione della giornata l’intervento del ministro del Lavoro e delle politiche sociali, Giuliano Poletti. “Lavorare sulla prevenzione presuppone una condizione chiara: la collaborazione strutturale e organizzata tra tutti i soggetti che possono intervenire su questo versante: dal legislatore – perché avere buone regole è la condizione necessaria per agire in modo coerente – all’Inail, alle parti sociali – ha affermato – Ciò significa promuovere un coinvolgimento ancora più forte e nostra intenzione, pertanto, è mantenere la più alta attenzione possibile su tale fronte”.
Anche il rappresentante del governo ha convenuto sul ruolo strategico dell’incentivazione nei confronti delle imprese – in particolare quelle di piccole e medie dimensioni – e della ricerca. “Si tratta di terreni di lavoro che certamente non vogliamo abbandonare, ma che anzi dobbiamo perseguire ulteriormente”, ha sostenuto. In tale prospettiva generale, ha sottolineato Poletti, “bisogna anche continuare a promuovere il grande sforzo oggi in corso sul fronte della trasparenza, nella consapevolezza che questo valore è una condizione indispensabile per agire con coerenza”. “Non sono innamorato della ricerca del colpevole ma innamorato della ricerca della soluzione – ha sostenuto Poletti – Il che non vuol dire assolvere o non perseguire, ma avere una reale configurazione dei fenomeni che abbiamo davanti”.
Fonte: INAIL