Ping An, compagnia cinese di proprietà dello Stato aveva inizato a offrire una polizza contro l’inquinamento atmosferico. Ne aveva seguito l’esempio anche PiCC.
La polizza era pensata sia per i viaggiatori che i residenti di sette città, tra cui Pechino. L’assicurato poteva ricevere fino a 1.500 yuan (circa 240 dollari) come risarcimento nel caso di ricovero in ospedale a causa di inquinamento. Se l’indice di qualità dell’aria (ICA) avesse superato i 300 (livello considerato pericoloso) per 5 giorni consecutivi, l’assicurato avrebbe ricevuto 300 yuan (48 dollari). Erano previsti anche controlli polmonari e ottorinolaringoiatri a costo zero nel caso i livelli più alti avessero raggiunto i 300 per 7 giorni consecutivi. Inoltre, se la qualità dell’aria avesse superato i limiti, l’assicurato, al fine di “purificare i polmoni” avrebbe potuto vincere viaggi gratuiti a Hainan, un’isola tropicale conosciutacome le Hawaii della Cina.
Peccato che poi, a pochi giorni dal lancio dei prodotti, l’Autorhority cinese ne abbia bloccato lo sviluppo, impedendo alle compagnie di offrire questa polizza.