I vertici di Banca Carige sono ottimisti sul futuro della banca. Nella conferenza stampa di presentazione dei conti 2013 e del piano industriale al 2018, il presidente dell’istituto, Cesare Castelbarco Albani, ha sottolineato che si tratta di “un momento di svolta per la banca”, mentre l’a.d. Piero Montani ha rassicurato sull’imminente aumento di capitale da 800 milioni che “penso andrà benissimo, ma la risposta la darà il mercato”. 
Carige, ha aggiunto Montani, “ha uno dei piani più solidi. Noi, a differenza di altri, non vendiamo una poesia. Altri stanno raccontando la favola di cappuccetto rosso”. Il piano, ha chiosato l’a.d., “e’ stand alone, non funzionale ad aggregazioni”, e “se ci saranno volontà dei soci le ascolteremo quando ce le diranno, che sia in assemblea o in altre sedi”. 
Sempre in merito alla ricapitalizzazione, il presidente Castelbarco ha ricordato che “il consorzio di garanzia con primarie banche è già stato formato” e che “c’è un grosso interesse da parte degli investitori”, ma “oggi è improprio e prematuro parlare dell’assetto proprietario, quando andrà in esecuzione l’aumento di capitale verificheremo chi sottoscriverà le azioni e quali saranno le posizioni”. 
Sul tema della compagine azionaria, l’a.d. Montani ha osservato che “il capitale della banca e’ sempre stato molto concentrato in mani locali, ora non mi dispiacerebbe che il titolo avesse un po’ più di respiro, è nell’interesse della banca perché crea valore”, e ha annunciato che “la settimana prossima parte il road show, con tappe a Londra, Francoforte, Parigi e poi anche altre parti”. 
In merito alla possibile entrata nel capitale della banca genovese del patron di Investindustrial Andrea Bonomi, Montani ha commentato che “abbiamo già lavorato insieme (in Bpm, ndr), lo stimo molto, se arrivasse sarebbe ben gradito, ma la decisione spetta solo a lui”. L’aumento di capitale di Carige, dopo la presentazione del piano al 2018, potrebbe interessare anche all’imprenditore genovese Vittorio Malacalza: “Penso che il nostro piano- ha detto Montani – possa essere interessante per un imprenditore come Vittorio Malacalza. Finora non ci sono stati incontri, ma “ora che il piano è pronto non escludo che ci si possa vedere”. 
La banca tornerà al modello di banca unica, con la fusione di Carige Italia in B.Carige, e il piano industriale “prevede di liberare 1200 persone, di cui 600 saranno ricollocate sul fronte della vendita di servizi e prodotti”, ha illustrato Montani, assicurando tuttavia che “le altre 600 persone andranno via con esodo incentivato, che concorderemo con i sindacati, ci sostituiamo al welfare che e’ mancato dopo la riforma Fornero. Non ci sarà – ha assicurato l’a.d. – un’operazione di macelleria sociale, sarà fatta in accompagno e con serenità”. 
Infine, per quanto riguarda la cessione degli asset assicurativi, l’a.d. ha fatto sapere che “al momento non ci sono offerte vincolanti ma di interesse in giro ne abbiamo visto parecchio”. “Non so se riusciremo a chiudere entro giugno, prima dell’aumento di capitale, non dipende da noi”, ha aggiunto l’a.d, spiegando che “la vendita e’ stata rallentata” dall’ispezione avviata dall’Ivass, perché un eventuale acquirente aveva interesse ad aspettarne l’esito, ma ora “l’ispezione è finita – ha assicurato l’a.d.- Non ci aspettiamo altre osservazioni dagli ispettori”. In ogni caso, ha concluso Montani, “le assicurazioni hanno determinato svalutazioni che non sono però un problema preoccupante. Abbiamo portato l’indice di solvency da 100 a 120, e’ stato un rabbocco naturale, in questo periodo di risultati negativi ne abbiamo visti di ben più corposi”.