di Josafat

Pomeriggio del 14 gennaio, un nugolo di giornalisti della carta stampata e televisivi stipati nella grande sala della nuova sede dell’Associazione Nazionale fra le Imprese Assicuratrici (nella romana via San Nicola da Tolentino 72, dopo essere stata, dal1944, invia della Frezza).

Il presidente Aldo Minucci coadiuvato da Alessandro Santoliquido, presidente della Commissione Auto, dal direttore generale Dario Focarelli e da Vittorio Verdone responsabile della direzione Auto, sciorina le osservazioni al Decreto Destinazione Italia (che trovate riprodotte anche sul portale www.assinews.it). Decreto che tra poche settimane verrebbe convertito in legge e che, comunque – è il primo sommesso rimprovero dell’ANIA – manca di coraggio e rivela un approccio dirigista. E soprattutto – punto dolentissimo – segna una mancanza di fiducia nei confronti del sistema assicurativo. Continuamente rimproverato di richiedere tariffe rca fra le più elevate rispetto alla media europea.

Per sgombrare il campo dai pregiudizi l’ANIA ha presentato lo studio (commissionato a Boston Consulting, visualizzabile pure sul nostro sito) che raffronta i prezzi medi praticati in Francia, Germania, Spagna, Gran Bretagna. Da cui emerge che gli italiani pagano 213 euro in più (491 euro contro 278).

A incidere maggiormente su tale gap sono i sinistri (126 euro) e le tasse (52 euro). I costi distributivi incidono per 23 euro (che da noi pesano in tale maggior misura perché negli altri paesi nel costo-contatto si include la vendita di altri prodotti; come la kasko, cosa che la “monocultura rca” italiana quasi inibisce ).

Lo studio di Boston Consulting ha valutato la possibilità di ridurre fino a 160 euro il prezzo di riferimento teorico fissato a 500 euro intervenendo sulle principali aree. Nel danno a persone (65 euro), sulle frodi (40), sul rischio stradale (30) e sui danni a cose (20). La differenza rimanente rispetto al prezzo medio (278 euro) degli altri paesi è ulteriormente avvicinabile se si riuscisse a diminuire l’impatto della tassazione sulla polizza rca (-21 euro).

Per arrivare al prezzo di 340 euro, secondo tali valutazioni, lo sforzo richiesto è paragonabile alle Sette Fatiche di Ercole. Fatiche che impegnerebbero a fondo il sistema assicurativo nel suo insieme, nelle sue diverse componenti. E che dovrebbe avere nello Stato, nella legislazione e nelle Authority interlocutori non prevenuti.

Gli assicuratori insistono da sette anni che venga approvata la tabella unica per il risarcimento dei danni fisici di grave entità. Basterebbe già l’approvazione di tale tabella per dare un segnale di ascolto.

Ascolto che non si ravvisa nella stesura del Decreto “Destinazione Italia”. Che impone un sistema di sconti minimi. Solamente la dinamica di mercato determina il costo della polizza rca. Che è comunque sceso del 5 per cento (con la raccolta premi in calo del 6,6) in conseguenza della riduzione della circolazione e dunque degli incidenti, oltre che dal forte ridimensionamento dell’entità dei risarcimenti per il “colpo di frusta”.

Vanno in senso contrario alle attese degli assicuratori gli obblighi per le compagnie dell’ispezione preventiva del veicolo da assicurare e dell’offerta di prestazione di servizi medico sanitari. Che Minucci ha definito non coerenti con il principio comunitario di libertà di offerta, oltre a comportare oneri aggiuntivi per le compagnie, senza che abbiano efficacia significativa nella lotta alle frodi e possano essere associabili a sconti per l’assicurato.

Riguardo al risarcimento in forma specifica, vale a dire le riparazioni presso carrozzerie convenzionate, Minucci ha chiesto – perché possa funzionare utilmente – che alle compagnie venga concesso un periodo di transizione, per organizzarsi al meglio.

Sul capitolo “scatole nere” previste dal Decreto, Alessandro Santoliquido ha fornito un dato: con un milione e 800mila black box installate l’Italia si impone come primo mercato mondiale. La diffusione della scatola nera contribuirà al comune intento di ridurre i prezzi della rca.

Minucci, nel rispondere a una domanda sulle difficoltà che assillano compagnie e intermediari e clienti per il doversi attenere all’osservanza di inutili oneri burocratico amministrativi che pesano fortemente sull’attività e sul servizio, ha ribadito la sua fiducia nel perseverare con l’ottimismo della volontà.

C’è da augurarsi che tale sua propensione venga tenuta in conto dal presidente dell’Antitrust, che a fronte dei dati e delle osservazioni espresse di fronte ai giornalisti, ha immediatamente dichiarato che il costo della rc auto “più elevato d’Europa” è situazione insopportabile.