È notizia recente l’annullamento della 38° edizione del Motor Show di Bologna per “totale assenza delle case automobilistiche”. Un settore, quello della “fabbricazione di autoveicoli, rimorchi e semirimorchi”,
ma dell’auto in particolare, che risente pesantemente della crisi economica perdurante, penalizzato com’è dagli elevati costi di acquisto e di gestione del bene. Secondo L’Anfia (Ass. Naz. Filiera Ind. Autom.), nel 2012 la produzione in Italia è scesa al di sotto delle 400mila unità (livelli da fine anni ‘50) per le auto e sotto le 300mila per gli autoveicoli industriali, con i primi mesi del 2013 in ulteriore flessione. Anche gli altri
comparti hanno subito perdite: la “componentistica”, nonostante la forte vocazione internazionale, è legata alle sorti della produzione domestica e la “produzione di rimorchi” è calata del 62% dal 2007, mentre quella di “autobus” del 52%. Relativamente ai dati in possesso dell’Inail, gli addetti del settore sono passati negli ultimi 5 anni da quasi 200mila a meno di 150mila mentre a livello infortunistico, per il 2012 sono pervenute
all’Istituto 3.576 denunce, praticamente la metà di quelle relative al 2008 (7.341), uno specchio rivelatore
della sensibile contrazione della presenza di lavoratori alle catene di montaggio. Oltre 2mila infortuni hanno riguardato il comparto della fabbricazione di “componentistica” (dove, d’altronde, si concentra oltre la metà degli addetti) mentre 6-700 denunce rappresentano, rispettivamente, la quota per la fabbricazione di
“autoveicoli” e di “carrozzerie/ rimorchi”. Anche i casi mortali denunciati si sono ridotti dai 5 (di cui 2 avvenuti in itinere) del 2008 ad 1 (in itinere) nel 2012. Le 466 malattie professionali denunciate nel 2012, per quasi l’80% muscolo-scheletriche, segnano un’inversione di tendenza rispetto agli importanti aumenti degli ultimi anni.
Fonte: Dati Inail