La decisione di Standard & Poor’s di mettere in credit watch il merito creditizio di Generali in vista di una possibile revisione al ribasso è riconducibile alla “pubblicazione della revisione dei criteri” sui rating sovrani.
Lo afferma la stessa agenzia, in un comunicato. S&P ha messo in credit watch il rating di Generali e di altre società assicurative alla fine dello scorso mese.
In una nota, l’agenzia spiega che questo criterio viene applicato a livello mondiale a tutte le società che hanno un rating potenzialmente superiore a un Paese verso il quale ‘hanno un’esposizione rilevante’. Il CreditWatch negativo di Generali “riflette l’esposizione relativamente più elevata della compagnia rispetto ai concorrenti multiline globali, e in particolare nel volume di asset italiani rispetto al capitale regolamentato”.
L’esposizione verso un Paese comprende tutti gli attivi, spiega S&P nella nota – titoli di Stato, corporate, immobiliare, azioni, fondi – ed è considerata rilevante, nel caso di assicurazioni, se pari a circa il 25% del totale degli investimenti (con rischio a carico dell’assicuratore) esclusi gli attivi relativi alle polizze unit-linked.
Il timing, si legge ancora nella nota, con il quale è stata annunciata la decisione “è del tutto estraneo a qualsiasi evento che possa incidere su un particolare Paese sovrano o non sovrano a cui viene attribuito un rating. Invece, coincide con la pubblicazione dei nuovi criteri per il settore corporate e dopo un periodo di lavoro di oltre sette mesi, compreso quello di consultazione con il mercato”.
Per quanto riguarda l’Eurozona, in particolare, alla luce degli eventi di mercato degli ultimi tre anni, S&P ritiene che “la sensibilità di determinati settori al rischio Paese sia più alto di quanto si pensasse in precedenza, in particolare per i soggetti presenti in Paesi come Grecia, Portogallo, Spagna e Irlanda. Il rating ‘A-‘ di Generali, ricorda l’agenzia, era già di due notch superiore a quello della Repubblica italiana e l’outlook rifletteva quello dell’Italia. Il CreditWatch della scorsa settimana riflette la pubblicazione della revisione del criterio ‘Rating sopra quello sovrano’. Nel caso specifico di Generali, il CreditWatch riflette la sua maggiore esposizione relativa rispetto agli altri ‘peer global multiliners’. Sulla base delle nostre stime, la relativa esposizione di questi concorrenti sull’Italia non dovrebbe determinare il loro default se sottoposti all’ipotetico scenario di stress”.
Il giorno in cui venne ufficializzata l’azione di S&P, Greco aveva affermato che se la compagnia non fosse in grado di superare gli stress test sarebbe stato “un problema per tutti, non solo per Generali. Anche i nostri peer avrebbero delle difficoltà”. “In ogni caso l’Italia non andrà in default”, aveva concluso Greco.