In una recente intervista George Sartorel spiegò il perché l’Italia è la VERA GERMANIA. In termini ovviamente di potenzialità del mercato assicurativo e di risultati ottenuti sul campo.

Da Monaco di Baviera, infatti, il board di Allianz presta grandissima attenzione all’Italia, visto che l’attività nel nostro Paese risulta fornire il secondo maggior contributo ai risultati complessivi del gruppo assicurativo tedesco. Questo dopo la cura Sartorel.

Del quale abbiamo appreso con il comunicato del 25 settembre, il compimento della missione affidatagli.

Dopo tre anni di forte impegno come amministratore delegato di Allianz passa ad altro incarico. Da scrupoloso “missus dominicus” del gruppo tedesco andrà nel Sud est asiatico, una delle aree dove si prevede un forte incremento del tasso di assicurazione.

Ho conosciuto George Sartorel nella sede Allianz di corso Italia, a Milano, quando era appena arrivato dall’esperienza fatta in Australia, sempre per il gruppo Allianz. Si è immediatamente schermito di non avere ancora la padronanza della lingua italiana, dichiarandosi pronto a impegnarsi a apprenderla al meglio. Consapevole che doveva cercare di capire in fretta anche la lingua e gli usi per comprendere e espletare con successo il compito affidatogli.

Compito non facile in un momento storico fortemente travagliato. Era chiamato oltre che a puntare di migliorare i risultati quanto a utile operativo, a incrementare la quota di mercato e a realizzare performances in controtendenza nei rami danni. Cosa che gli è riuscita egregiamente: nel 2012 il combined ratio è sceso all’80 per cento. Allianz Italia figura come secondo maggior “contributore” ai risultati complessivi del gruppo tedesco. Sartorel ha saputo affrontare e risolvere il problema dell’unificazione delle reti ex Ras, ex Lloyd Adriatico e ex Allianz Subalpina sotto l’unico marchio della casa madre. Impresa che viene celebrata in queste settimane con l’Allianz Arena Tour. Un “giro d’Italia” che durerà fino al 30 ottobre, toccando i principali centri dove si incontreranno gli oltre 2mila agenti del network Allianz.

Altro risultato rilevante è la Digital Agency, operazione di vasto impegno e di riuscito coinvolgimento con gli agenti. Sartorel dichiarava con particolare orgoglio che Allianz Italia è stata scelta per sperimentare per prima all’interno del gruppo internazionale la capacità di ottenere risultati.

Merito della sua applicazione l’aver ristabilito rapporti a alto tasso di stima con una rete intermediaria abbastanza diciamo “stressata”.

A Sartorel, manager gentile e sorridente, un saluto cordiale e un augurio da parte di Assinews. Che sappia svolgere con felicità di risultati l’incarico di Regional CEO per l’area Asia-Pacifico (che significa agire su 14 Paesi, avendo come risorsa 35mila dipendenti).

Auguri naturalmente – la notizia l’abbiamo data ieri – anche al subentrante Amministratore Delegato di Allianz Italia, Klaus-Peter Roehler, attuale CEO di Allianz Suisse. Il quale ritorna in Italia dove, da fine 2007 al 2011, è stato Chief Operating Officer di Allianz Italia.

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Alla redazione di Assinews è arrivata oggi, in forma di “lettera aperta” a firma Diogene (nom de plume di un intermediario ovviamente attivo nell’ambito di Allianz Italia), il testo che proponiamo.

Mi sembra un complemento utile alla valutazione dell’importanza dell’azione svolta da George Sartorel nell’ambito di una delle più significative realtà del mercato.

LETTERA APERTA

L’annuncio del prossimo ennesimo turnover al vertice di Allianz SpA, ci obbliga a fare alcune riflessioni sulle scelte di politica aziendale di Allianz S.E. rispetto al mercato italiano.

Il C.E.O. uscente, l’australiano George Sartorel già di lungo corso in Allianz, dopo l’avvicendamento con alcuni precedenti abbastanza modesti, era sembrato incarnare le qualità del manager di vedute ampie predisposto a dare l’ impulso atteso per la ristrutturazione di Allianz in Italia.

 

La necessità di unificare le tre Reti di agenti rivenienti dalla fusione in Allianz SpA dei precedenti marchi storici, RAS, Lloyd Adriatico ed Allianz Subalpina, partendo dalla reingegnerizzazione dell’impianto informatico, aveva consentito a Sartorel di ripensare un modello di distribuzione innovativo e condivisibile.

 

La Digital Agency è stato il risultato del lavoro alacre di tutte le componenti aziendali, compresi gli agenti e le loro rappresentanze .

Riprendendo alcuni input venuti proprio dagli agenti sulla necessità di dare un impulso all’utilizzo delle tecnologie informatiche attuali e dal crescente sviluppo del web e mettendo a frutto le proprie esperienze in altri mercati, George Sartorel stava aprendo la strada per l’avvio di un processo di modernizzazione cui l’industria delle assicurazioni in Italia ha urgente bisogno.

Nel mezzo di un processo così articolato e complesso che ha ancora tanti aspetti da definire, concordare e verificare, Allianz S.E., la “casa madre” tedesca, ritiene opportuno cambiare l’Amministratore Delegato.

E’, però, necessario evidenziare quale sia stato l’apporto della filiale italiana agli utili stratosferici degli ultimi due anni della Societas Europea Allianz, realizzati anche con l’enorme sacrificio della tenuta reddituale degli agenti italiani.

Questi ultimi hanno subito, salvo i pochi “ammortizzatori” ottenuti a fatica dalle loro rappresentanze, le indicazioni che arrivavano dalla “casa madre” sempre nel senso della restrizione del perimetro del business ritenuto profittevole per l’Azienda e della riduzione dei costi di gestione del personale dipendente, laddove poi quella stessa “casa madre” è spesso citata tra i grandi assicuratori chiamati a risarcire le peggiori catastrofi naturali nel mondo.

Credo che sia venuto il momento di pretendere con forza da quella “casa madre” di attenuare la morsa perversa in cui costringe la filiale italiana, per evitare di essere percepita non come madre ma come “matrigna”.

Credo che il management di Allianz S.E. debba considerare l’Italia un mercato che richiede la qualità delle professionalità che agenti e dipendenti hanno dimostrato finora, meritevole di investimenti e non una terra di conquista facile da depredare.

Credo che gli agenti, ed i dipendenti, di Allianz SpA meritino di vedere sostanziato il proprio valore, finora frustrato e falcidiato dalla politica industriale di Allianz S.E. orientata solo a massimizzare il risultato per l’azionista.

Diogene