I dati annuali del 2012 del Report sui Mancati Pagamenti di Euler Hermes, rispetto al 2011, registrano sul mercato interno la crescita della frequenza (+ 15%), indicatore del numero dei mancati pagamenti, mentre la severità, analisi degli importi medi, decelera invertendo il trend lievemente (- 3%). Il mercato Export, sul fronte della frequenza è stabile nel 2012 rispetto ai valori 2011, mentre, mostra segnali di deterioramento sul fronte degli importi medi dei debiti non onorati: (+ 16%).
“I mancati pagamenti in Italia – afferma Michele Pignotti, Capo della Regione Euler Hermes Paesi Mediterranei, Africa e Medioriente – proseguono il trend di crescita anche per il 2012. Il forte rallentamento dei consumi privati, le condizioni di accesso al credito restrittive, insieme ad una struttura finanziaria molto indebitata delle imprese italiane, stanno alimentando sul mercato interno la crescita dei debiti non onorati tra le aziende”.
Molti i settori colpiti nel mercato domestico tra i quali il comparto food, affetto dall’inefficienza della catena distributiva e dalla crescita dei costi per le imprese agricole, i trasporti, fortemente penalizzati dagli elevati costi del carburante, l’automotive, spinto verso il basso dal forte calo della domanda. Sistema casa, unico comparto con segnali positivi, trainato particolarmente dai nuovi prodotti high-tech che entrano a far parte dei consumi domestici.
“Dal lato export – aggiunge Pignotti – si evidenzia un peggioramento dei pagamenti soprattutto in termini di
importi medi. A incidere su quest’ultimo dato, gli incrementi registrati nei settori chimica, siderurgia, meccanica e commodities. Tra i principali mercati di destinazione, dove è più alta la severità degli insoluti, si segnalano la Francia, la Germania, la Polonia, la Romania e la Turchia”.
I primi segnali del 2013 ci indicano, sul mercato domestico, un trend dei mancati pagamenti ancora in crescita ma con una lieve decelerazione rispetto al trend di fine 2012 mentre qualche segnale di positività arriva dal mercato Export dove, nel mese di gennaio, il trend degli importi medi ha rallentato la sua crescita nel tessile e nella meccanica.
“Le parole chiave sono crescita e competitività – conclude Pignotti –. La crescita richiede riforme non più rinviabili, in primis l’attenuazione della burocrazia e la riduzione della pressione fiscale, altrimenti, nonostante sia affrontato in modo serio il problema della messa in sicurezza dei conti, si continuerà ad essere poco attrattivi agli occhi degli investitori esteri. Occorre quindi un piano industriale concreto che supporti quelle imprese e quei settori che investono in innovazione con l’obiettivo di andare a catturare in qualsiasi parte del mondo quella domanda, che oggi nel vecchio continente sembra si sia attenuata”.