Il Cda di Banca Carige ha approvato, su proposta del Direttore Generale Ennio La Monica, le linee di un piano di rafforzamento della struttura patrimoniale ed economica del Gruppo che prevede interventi sul patrimonio, sulla struttura dei costi e sulla rete distributiva.
Per quanto concerne il patrimonio, si legge in una nota, il Consiglio ha condiviso l’esigenza di un adeguamento per complessivi 800 mln, da realizzarsi, parte attraverso la cessione di taluni asset non strategici e non funzionali all’attività core del Gruppo e, per la parte residua, attraverso un aumento di capitale da offrire in opzione agli azionisti.
Tra le attività da valorizzare potrebbero finire le due compagnie assicurative (Carige Danni e Carige Vita Nuova) che negli ultimi anni sono state oggetto di importanti ristrutturazioni, secondo quanto riporta MF, ma non è da escludere che si vendano anche le partecipazioni nell’Autostrada dei Fiori (16,6%), in Infrastrutture Lavori Italia (7%) ed Esaote (8,2%).
Il piano consentirà alla banca di raggiungere una dotazione patrimoniale pienamente conforme ai più elevati coefficienti richiesti dal nuovo quadro regolamentare, anche tenendo conto del fatto che Banca Carige rientra nel novero delle banche che saranno sottoposte alla Vigilanza Europea, di dotare il Gruppo delle risorse più idonee ad affrontare il difficile contesto macroeconomico, preparandosi a cogliere le opportunità di mercato nel momento della ripresa e di sostenere gli investimenti necessari per l’innovazione tecnologica e della rete distributiva.
Questa iniziativa copre anche le esigenze derivanti dall’orientamento espresso dalla Consob sulle modalità di contabilizzazione dei profili di fiscalità differita, connesse al Progetto di Riorganizzazione del Gruppo che ha portato alla costituzione di Banca Carige Italia. La Consob ha ritenuto che tale contabilizzazione, a livello consolidato, debba avvenire in continuità con quanto avveniva prima del conferimento. Questo orientamento è stato recepito in via prudenziale dal Cda, nonostante il convincimento circa la correttezza della modalità di contabilizzazione inizialmente prevista trovi supporto anche in qualificati pareri di società di revisione e eminenti professionisti.
Rispetto a quanto comunicato al mercato il 21 maggio 2012, nel bilancio consolidato si determina un beneficio economico non ricorrente di 259,3 milioni anziché di 715 milioni. Invece, la riduzione del beneficio previsto a livello patrimoniale è minore, da 601 milioni a 259,3 milioni, a motivo dei 114 milioni di imposte differite passive già computate nel patrimonio di vigilanza.
Il Progetto di Riorganizzazione vede confermati i 715 milioni complessivi di benefici economici non ricorrenti attesi per i bilanci individuali di Banca Carige e di Banca Carige Italia, determinati rispettivamente in 456,5 milioni e in 259,3 milioni. Ciò oltre al beneficio, in termini di minori imposte da versare, che si determinerà nei prossimi anni con il progressivo ammortamento fiscale degli avviamenti connessi agli sportelli conferiti per un importo di circa 28 milioni annui.
Il Cda ha ritenuto di utilizzare parte di tali benefici economici straordinari per rafforzare i principali presidi di bilancio del Gruppo, anziché imputarli nella loro interezza al patrimonio. Ciò anche per tenere conto del persistere della crisi economica e delle conseguenti difficoltà per il mondo produttivo e per le famiglie.
I principali interventi riguardano accantonamenti aggiuntivi a presidio del rischio di credito, un aumento delle riserve tecniche e del margine di solvibilità di Carige Assicurazioni, la completa definizione dei contenziosi fiscali pregressi, l’impairment degli investimenti in società bancarie e finanziarie inferiori al 10% del loro capitale.
Il Gruppo ha poi previsto una rivisitazione della governance del Gruppo con conseguente riduzione dei costi, ha definito una politica di esodo su base volontaria che si stima coinvolgerà nel quinquennio 2013-2017 oltre 450 dipendenti, con minori costi di personale pari a 30 milioni annui a regime, senza considerare quelli derivanti da eventuali assunzioni, ha varato un piano di riduzione delle spese generali di funzionamento con significativi benefici annui a partire dal 2014 e sta definendo un’azione di razionalizzazione della rete distributiva per eliminare talune sovrapposizioni territoriali.
Il disegno complessivo di rafforzamento dei presidi patrimoniali ed economici del Gruppo, prosegue la nota, pone le basi per un’ulteriore fase di crescita nei prossimi anni e consente di disporre delle risorse necessarie per rinnovare il modello distributivo, continuando a supportare l’economia, in particolare le piccole e medie imprese e le famiglie.
Il Consiglio di Amministrazione, conclude la nota, ritiene di poter pervenire ad una proposta di distribuzione di un adeguato dividendo in denaro agli azionisti che hanno supportato il Gruppo anche negli ultimi difficili anni caratterizzati dalla crisi ancora in atto.