Acquistare un bene o un servizio per gli italiani è un vero incubo: almeno tre volte su dieci diventa motivo di discussioni o contenziosi. Il dato emerge dall’analisi che CPP Italia, divisione della multinazionale inglese specializzata nell’offerta di prodotti e servizi per supportare le famiglie nelle problematiche legate alla vita quotidiana, ha fatto sulle richieste di consulenza ricevute negli ultimi 2 anni. 
A tenere banco è prevalentemente la vita privata (56% dei casi trattati, dove fra i motivi di litigio spiccano, oltre all’acquisto di beni o servizi, 32,7%, i danni subiti o fatti a una persona e quasi allo stesso livello questioni di separazione consensuale e domanda di divorzio), ma anche l’immobile non è da meno (21,3%). I motivi di lite, in quest’ambito, sono legati specie alla gestione delle parti condominiali e comuni in genere e alle servitù di passaggio. Grattacapi non mancano anche sul versante della locazione per adempimenti contrattuali non rispettati a cominciare dal mancato pagamento del canone d’affitto.
Sul fronte del lavoro, che rappresenta oggi la terza motivazione (11,6%) per cui i clienti di CCP hanno chiesto assistenza o consulenza legale, le ragioni del contendere sono rivolte direttamente al datore di lavoro se non sull’applicazione o adempimento del contratto nazionale.  Quando si parla di auto e patente (11,2% dei casi analizzati da CPP Italia) gli italiani chiedono consigli, promuovono o subiscono azioni legali a seguito di incidenti stradali ma anche per contestazioni sul pagamento di bolli auto o altre imposte.
Col passare del tempo – afferma Walter Bruschi, amministratore delegato di CPP Italia – riscontriamo un’esigenza crescente degli italiani ad avere sostegno e consigli in materia legale. Pensando che un contenzioso civile nel nostro Paese dura mediamente 10 anni e che i costi legali possono arrivare al 30% del valore della causa è facile scoraggiarsi e rinunciare a far valere i propri diritti”.