Gli infortuni sul lavoro denunciati in Abruzzo nel 2010 sono stati 19.427. Il confronto con i 19.705 infortuni del 2009 segna un calo dell’1,4% e conferma l’andamento in diminuzione, anche se in misura decisamente più contenuta rispetto al periodo 2008-2009, quando la flessione era stata pari al 10%. Il nuovo Rapporto annuale regionale certifica anche la riduzione dei casi mortali, che passano complessivamente da 37 a 28 facendo registrare una diminuzione del 24,3%, una percentuale molto superiore al -10% registrato a livello nazionale.

Alta incidenza dei decessi legati alla strada. Prendendo in considerazione le modalità di accadimento degli infortuni, il Rapporto evidenzia l’aumento del 4,8% degli infortuni in itinere, avvenuti cioè nel percorso casa-lavoro-casa, che sono passati dai 1.973 casi del 2009 ai 2.068 del 2010, in controtendenza con il dato nazionale che presenta una consistente riduzione (-4,7%) di questa tipologia di incidenti. Gli infortuni in occasione di lavoro, che rappresentano circa il 90% del complesso delle denunce, sono invece diminuiti del 2,1%. In questa tipologia di infortuni aumentano sensibilmente, però, quelli occorsi ai lavoratori che operano sulla strada (autotrasportatori merci, autotrasportatori di persone, rappresentanti di commercio, addetti alla manutenzione stradale), passati dai 951 casi del 2009 ai 1.112 del 2010 (+16,9%). Anche per quanto riguarda i casi mortali, gli infortuni in itinere hanno conosciuto la contrazione più forte (-42,9%), scendendo da 7 a 4 . I decessi per circolazione stradale in ambito lavorativo, viceversa, sono passati da 6 a 7. Nel complesso, dunque, 11 infortuni mortali sui 28 avvenuti in Abruzzo nel 2010 sono legati alla strada.

Il calo più consistente in agricoltura. Nel 2010 la riduzione degli infortuni è stata più sostenuta in agricoltura (-8,8%), seguita dai servizi (-2,9%) e dalle costruzioni (-2,5%), mentre si registra un lieve aumento nell’industria manifatturiera (+1%), che però è il settore di attività con il maggiore decremento dei casi mortali, passati da cinque a uno (-80%). Segue l’agricoltura, con un calo del 44,4% (da nove a cinque) e l’industria con una riduzione del 25% (da 12 a nove). In controtendenza le costruzioni, dove i decessi sono stati due in più, dai sei del 2009 agli otto del 2010, pari a un aumento di un terzo.

Eventi lesivi in aumento tra i lavoratori stranieri. In controtendenza rispetto al dato complessivo, aumentano gli infortuni occorsi a cittadini stranieri: 2.441 quelli denunciati in Abruzzo nel 2010 a fronte dei 2.362 del 2009 (+3,3%). In diminuzione, invece, i casi mortali: sei a fronte dei nove del 2009. La percentuale di incidenza rispetto al totale degli infortuni si aggira, come l’anno precedente, attorno al 12%. La nazionalità prevalente dei lavoratori stranieri vittime di un infortunio è quella rumena (19% dei casi), seguita da quella albanese (11,3%).

Prosegue il trend di emersione delle malattie professionali. Anche il 2010 fa registrare un sostanzioso aumento del numero di denunce di malattie professionali, passate dalle 4.048 del 2009 alle 5.647 dell’anno scorso, pari a un aumento del 39,5%. Rispetto al totale delle malattie professionali, 2.207 appartengono alla gestione agricoltura, che registra un incremento del 65,3% delle denunce, che nel 2009 erano state 1.335. In aumento nel 2010 anche le malattie professionali dell’industria e dei servizi: i 3.422 casi del 2010 equivalgono a un aumento del 27,6% rispetto ai 2.681 del 2009. Le malattie più denunciate sono le osteo-articolari e muscolo-tendinee e la loro distribuzione sul territorio abruzzese è molto disomogenea. I due terzi delle richieste pervenute, infatti, fanno capo alle province di Chieti e Pescara.

Fonte: INAIL