Uno stato sociale «robusto» (anche) nel 2016: è quello delineato dalle Casse previdenziali dei professionisti, mediante il finanziamento di misure di welfare «integrato», per coprire esigenze di iscritti e loro congiunti lungo tutto l’arco della vita.
Annualmente, gli enti pensionistici costituitisi attraverso i decreti legislativi 509/1994 e 103/1996 inseriscono nei bilanci stanziamenti per iniziative in grado di accrescere (o far ripartire) l’attività lavorativa, di far fronte alle spese sanitarie e di favorire l’acquisto di una casa.
Sotto la lente d’ingrandimento di ItaliaOggi Sette finiscono i provvedimenti su cui la galassia della previdenza privata investe i suoi fondi nel 2016: le prestazioni sono numerose (quelle principali, divise per Cassa, si trovano nella tabella pubblicata in queste pagine), alcune sono universalmente distribuite, come l’indennità di maternità, il concorso alle spese funerarie e la possibilità per gli esponenti delle categorie professionali di godere di una polizza sanitaria, così come esistono differenti chance di stipulare convenzioni (ad esempio per ottenere prezzi concorrenziali in merito all’assicurazione Rc auto, o per dotarsi del servizio di Pos, lo strumento che consente di accettare pagamenti con carta di credito, o debito). E, in generale, dal quadro che emerge analizzando i dati si comprende come gli effetti della crisi economica globale, che ha inciso drasticamente sui redditi complessivi di chi svolge la libera professione (fra il 2007 e il 2014, infatti, le entrate sono mediamente calate, in termini reali, del 18,35%), abbiano condizionato le scelte sul fronte del welfare dei vertici degli organismi che aderiscono all’Adepp, l’associazione degli enti previdenziali privati.
A mantenere, pure nel 2016, il primato per la somma destinata agli interventi di supporto personale e lavorativo dei suoi iscritti è l’Enpam (medici e odontoiatri): la quota messa a budget è pari a 142 milioni di euro, che arriva, però, a sfiorare i 186 milioni se si accludono ulteriori erogazioni che sono state disposte a beneficio dei «camici bianchi».
Alla platea degli associati ad Inarcassa (ingegneri ed architetti) sono riservati già più di 84.600.000 euro, ma l’istituto attende, per incrementare il ventaglio di opportunità, di ricevere risposta dai ministeri vigilanti su due delibere riguardanti l’introduzione di una prestazione di «Long term care» (le cure a lungo termine) e di un’indennità di paternità per gli iscritti alla Cassa, nei casi in cui la madre non possa usufruirne; i testi sono al vaglio dei dicasteri del lavoro e dell’economia dal 2014 e dal 2015 e, per quel che concerne l’indennità di paternità, a poterla concedere sono gli altri due enti dell’area tecnica, Eppi (periti industriali) e Cipag (geometri).
Rilevante è, poi, anche il saldo assistenziale in capo ad Enasarco (agenti di commercio), di oltre 80 milioni, e fra le prestazioni integrative offerte ci sono contributi in caso di nascite di figli (ma anche per le adozioni di bambini), mentre vengono, fra l’altro, garantite elargizioni per compiere percorsi di studio di alta formazione.
Nutrito è il panorama assistenziale della Cassa forense: il nuovo regolamento è, infatti, forte di uno stanziamento di poco inferiore ai 64 milioni, con i quali si punta a fornire agli avvocati provvidenze e misure agevolative «ad hoc» in caso di bisogno, nonché prestazioni a rinforzo della famiglia, della salute e della professione.
Lo scenario, come sottolineato, è di ampio respiro. Scorrendo l’elenco degli interventi, affiorano ancora le speciali «card» dell’Enpacl (consulenti del lavoro) e dell’Enpaia (periti agrari ed agrotecnici): la prima, in particolare, consente sia di eseguire pagamenti per acquisti «tradizionali», sia di richiedere prestiti, sia di procedere online, senza spese, al versamento dei contributi previdenziali all’Ente. E, infine, la Cnpadc (dottori commercialisti) munisce gli iscritti di una polizza assicurativa Rc professionale a copertura dei rischi derivanti dall’esercizio dell’attività.
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