Di Andrea Montanari
Utile accantonato e niente dividendi per i Doris. È quanto emerge dai conti dell’esercizio 2014-2015 dell’accomandita Fin.Prog.Italia, che custodisce il 26,5% di Mediolanum (sul 29,7% totale che fa capo alla famiglia). Ennio Doris in qualità di socio accomandatario della sapa ha infatti deciso di non distribuire i 34,2 milioni di euro di utile e di lasciarlo in cassa per rafforzare il patrimonio netto, che così sale a 877,3 milioni a fronte di 166,5 milioni di debiti, per la gran parte nei confronti degli stessi azionisti.
Complessivamente il pacchetto costituito da 195,29 milioni di azioni Mediolanum è iscritto nel bilancio della Fin.Prog.Italia a 888,58 milioni di euro, ossia a un prezzo di carico medio di 4,55 euro per azione, che garantisce di non intervenire sul valore dei titoli, visto che attualmente trattano a Piazza Affari intorno a 7,7 euro. Il calo in borsa registrato dal titolo Mediolanum nel corso del 2014 (-16%) è stato più che compensato dal rialzo evidenziato dalle azioni tra gennaio e maggio di quest’anno (quando si è chiuso l’ultimo bilancio dell’accomandita della famiglia Doris): +46,5%.
Dal punto di vista gestionale, il bilancio abbreviato della Fin.Prog.Italia ha registrato introiti derivanti da partecipazioni per 40,3 milioni di euro (fondamentalmente riconducibili alla quota detenuta nel capitale di Mediolanum ), oneri finanziari per versamento di interesse ai soci per 4,5 milioni e costi complessivi per 1,82 milioni di euro.
Il tutto, appunto, per un utile netto di 34,2 milioni di euro.
La scelta di non distribuire una cedola, come già avvenuto anche lo scorso anno quando i profitti erano stati pari a 12 milioni di euro, potrebbe, secondo alcune interpretazioni che circolano nelle sale operative, avere una spiegazione pratica. Fermo restando che l’accomandita di famiglia è già ben capitalizzata, i Doris potrebbero aver messo altro fieno in cascina per ottemperare a ciò che lo stesso fondatore di Mediolanum ripete da tempo. E cioè che, nel momento in cui la Fininvest dello storico alleato Silvio Berlusconi dovesse vendere buona parte (il 20 sul 30% complessivamente detenuto) della propria partecipazione in Mediolanum in seguito alla decisione di Banca d’Italia (successiva alla condanna dell’ex premier e alla perdita del requisito di onorabilità per poter detenere una partecipazione superiore al 10% in un gruppo bancario), lo stesso Doris si sarebbe fatto carico dell’acquisto di una parte di tale pacchetto azionario. Si tratta comunque di un’operazione al momento non percorribile, visto che venerdì scorso il Consiglio di Stato ha deciso di sospendere il provvedimento di Bankitalia.
All’interno della galassia Fin.Prog.Italia, infine, va registrato che la partecipata H-Equity nei mesi scorsi ha investito qualche decina di migliaia di euro nel Blue Note , il noto locale milanese quotato sull’Aim Italia, il segmento di Borsa Italiana dedicato alle piccole imprese. (riproduzione riservata)