di Stefania Peveraro
I tempi per l’avvio della Mifid 2 potrebbero essere più lunghi del previsto. Lo ha detto ieri Alessandro Rivera, dirigente generale del ministero dell’Economia e delle Finanze, in occasione di un convegno organizzato a Milano da MF-Milano Finanza (in collaborazione con Assoreti) sulla nuova direttiva europea in tema di servizi di investimento.
La Mifid 2 dovrebbe entrare in vigore tra poco più di un anno, cioè il 3 gennaio 2017, tuttavia Rivera ha sottolineato che «è possibile un ritardo di un anno nella tabella di marcia. Il Parlamento Europeo è aperto a ricevere una proposta in questo senso dalla Commissione Ue, ma non è ancora chiaro che cosa farà quest’ultima. Non si esclude», ha aggiunto Rivera, «che il ritardo possa riguardare soltanto una parte della normativa che deve entrare in vigore e in particolare quella relativa ai mercati, che risulta effettivamente più complicata da adottare e per la quale l’Esma ha dichiarato che sarebbero necessari tempi più lunghi per gli intermediari».
Tutto è nato dal fatto che Martin Merlin, direttore dei Mercati Finanziari della Commissione Ue, una decina di giorni fa ha dichiarato al comitato per gli Affari Economici del Parlamento Europeo che «l’approccio più semplice e legalmente solido sarebbe posticipare l’intero pacchetto di un anno». Steven Maijoor, presidente dell’Esma, aveva spiegato al comitato che un rinvio potrebbe essere necessario, considerata la difficoltà di banche e broker ad adattare i loro sistemi informativi alle nuove regole per il 2017. Parte della riforma potrebbe quindi essere posticipata, aveva detto Maijoor.
Per quanto riguarda il governo, ha detto ancora ieri Rivera, «entro luglio 2016 la normativa primaria sarà approvata in Italia. A differenza di quanto era accaduto con la Mifid 1, non ci sarà ritardo di recepimento, perché la delega esiste già». Quanto alla normativa secondaria, che riguarda Consob, Tiziana Togna, a capo della divisione intermediari dell’Authority di vigilanza, sempre in occasione del convegno di MF-Milano Finanza ha dichiarato che tutto dipende dai tempi della normativa secondaria europea, che ancora non c’è. «Bisogna capire se la posizione dell’Esma sarà inclusa in un regolamento Ue oppure in un’altra forma. Quando sarà pubblicato il testo definitivo, allora potremo lavorare alla normativa di secondo livello italiana», ha aggiunto Togna, segnalando che «la Mifid 2 introduce poche novità, ma tutte di rilievo».
La nuova normativa riguarda tutti i tipi di prodotti finanziari per i quali le fabbriche-prodotto dovranno identificare (prima ancora della loro commercializzazione) il target di clientela di riferimento e condividere le informazioni e le responsabilità con i distributori. Un elemento, questo, che comporta un enorme sforzo tecnologico di scambio di dati e di razionalizzazione. «A questo proposito abbiamo chiesto all’Esma che produca alcune linee guida per indirizzate gli intermediari», ha fatto notare Togna. «Anche le procedure organizzative andranno ripensate, perché la Mifid 2 rende gli organi di vertice degli intermediari responsabili in prima persona della definizione delle politiche di prodotto. (riproduzione riservata)