Di Luisa Leone
Si riapre il confronto tra casse privatizzate e ministero dell’Economia. Il tema più caldo è ancora una volta quello della tassazione dei rendimenti degli enti previdenziali di primo pilastro, che lo scorso anno con la legge di Stabilità 2015 hanno visto aumentare l’aliquota dal 20 al 26%, insieme con i fondi pensione, che hanno subito un inasprimento dall’11,5 al 17%.
Secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza, proprio questa è stata una delle principali questioni al centro di un recente incontro tra i rappresentanti di alcune delle principali casse previdenziali con il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, nel corso del quale gli enti avrebbero sottolineato l’importanza che le ingenti risorse da loro gestite potrebbero avere se messe a servizio dello sviluppo del Paese e quindi impiegate in investimenti in economia reale, chiedendo al governo di adottare misure per agevolare questo tipo di scelte.
In particolare, gli enti vorrebbero che si andasse oltre il decreto sul credito d’imposta dello scorso giugno, con il quale sono stati individuati gli investimenti a lungo termine che consentono di ottenere il vantaggio fiscale (ma con un massimale di spesa per lo Stato di 85 milioni nel 2016). La richiesta è che a quegli investimenti sia invece applicata la stessa aliquota concessa per Bot e Btp, ovvero il 12,5%. Il ragionamento è più o meno il seguente: ok agli investimenti in economia reale così come individuati dal decreto ministeriale di giugno, ma si metta da parte lo strumento del credito di imposta e si opti per una tassazione più leggera.
Un’altra questione in ballo è quella dell’autonomia delle casse, nel senso di un maggiore rispetto della veste privatistica degli enti, che continuano a essere inseriti nel perimetro della pubblica amministrazione e che spesso vengono chiamati in causa per questioni di interesse pubblico. Gli enti previdenziali di primo pilastro sarebbero poi tornati alla carica sul tema dei controlli e della vigilanza sulle casse, oggi multistrato e che gli interessati vorrebbero più snella e razionale.
Da canto suo il ministro Padoan avrebbe aperto alle richieste degli enti, senza prendere impegni precisi ma proponendo l’istituzione di un vero e proprio tavolo di confronto per analizzare le questione poste. Non è chiaro al momento se questo strumento sarà lo stesso che dovrebbe essere utilizzato per la riforma dei fondi pensione o se si tratterà di un’iniziativa a sé stante. Infine sembra che in questo contesto potrebbe tornare di attualità anche l’idea di un fondo unico proprio per investire nell’economia reale, avente come sottoscrittori appunto le casse (ma anche i fondi pensione e forse Cdp), che sembrava cosa fatta alla fine dello scorso anno ma che è finito nel dimenticatoio dopo la mossa del governo sulla tassazione. Tuttavia è ormai chiaro: nonostante l’atteggiamento di apertura del ministro per il prossimo futuro, è davvero difficile che sul fronte della tassazione casse e fondi pensione possano ottenere qualcosa già con la legge di Stabilità 2016, sebbene il loro primo obiettivo fosse proprio questo. (riproduzione riservata)