L’anno venturo 70 mila pensionati tedeschi, finora esenti, dovranno pagare le tasse. Una cattiva notizia? Lo stato ha cambiato le regole come in Italia con la Fornero, oppure si obbliga i pensionati a pagare un contributo di solidarietà, sempre all’italiana? L’incasso supplementare per il Finanzamt, l’ufficio imposte, sarà di 310 milioni di euro, quasi un milione al giorno se non si contano le domeniche.

Al contrario, si tratta paradossalmente di una buona notizia.

Dal 2016 si dovranno pagare le imposte perché cresce la pensione. L’aumento è uno dei più considerevoli negli ultimi vent’anni: il 4,5%, e nel 2017 è previsto un altro aumento del 2,2, uguale per tutti, cosiddetti pensionati d’oro, o per quelli al minimo. Questo è un altro principio intangibile in Germania. Se, come da noi, si bloccano le pensioni alte, di anno in anno la differenza finirebbe per annullarsi. Ma se la pensione è alta, giudicano i legislatori tedeschi, è perché si è lavorato più a lungo e si è guadagnato di più e anche versato di più in contributi previdenziali. Non si tratta di un privilegio. Che in Italia, si conquisti una pensione d’oro con pochi spiccioli di contributi e dopo aver lavorato un paio d’anni, è un altro discorso. E su questi abusi si dovrebbe intervenire.

 

Quattro milioni di pensionati nel paese di Frau Merkel non pagano tasse perché la loro pensione non supera il Grundfreibetrag, cioè la quota esente, calcolata a testa, e che quindi raddoppia nel caso dei coniugi che presentino una dichiarazione congiunta: per l’anno in corso è di 8.472 euro, di 16.944 per la coppia. All’incirca 700 euro al mese, che non è molto, ed è pari all’Hartz IV, l’assegno di solidarietà (non di pensione come si continua a ripetere) che tocca a tutti, anche a quanti non abbiano mai lavorato, cioè 400 euro al mese più l’alloggio con le relative spese.

 

La quota esente è un altro diritto di tutti i contribuenti, perfino per i milionari. E cresce in rapporto al costo della vita: era di 7.644 euro nel 2007, salirà a 8.652 euro l’anno venturo, 17.304 per i coniugi. Sale la quota esente, ma se le pensioni salgono più velocemente, si finisce per dover presentare la dichiarazione dei redditi. E c’è un altro fattore di cui tener conto. I pensionati tedeschi, invece di venir stangati regolarmente da ogni governo alla ricerca di entrate facili, vengono protetti. Sono una categoria debole, e si giudica che la pensione non sia un regalo, ma una sorta di salario posticipato. E quindi pagano, o pagavano meno tasse.

 

Inoltre, si calcolava che i pensionati, a parte i casi di esagerata parsimonia, se hanno euro da parte, lo spendono o aiutano figli e nipoti, favorendo i consumi. Parecchi anni fa lo sconto era del 75% sull’imponibile. Poi, fino al 2005 si è scesi al 50%. Tra quota esente e dichiarazione congiunta, milioni di contribuenti anziani pagavano di tasse prima pochi marchi e poi pochi euro. La legge è cambiata dieci anni fa. La quota esente diminuirà progressivamente del 2% all’anno. Oggi, dunque, lo sconto è «solo» del 30%. Ma, attenzione, anche in questo caso non si sono toccati i diritti acquisiti: chi gode di uno sconto del 50 perché è andato in pensione prima del 2005 continuerà ad averlo fino al termine dei suoi giorni. Tra quindici anni i pensionati non avranno più alcun privilegio. Tra agevolazioni crescenti e riduzioni degli sconti fiscali, il calcolo è complicato, ma alla fine si prevede che i 70mila nuovi contribuenti dovranno versare al Finanzamt pochi euro. A parte il fastidio di dover compilare una dichiarazione dei redditi, forse per la prima volta in vita loro.

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