L’Europa perde sempre più appeal tra gli italiani: coloro che hanno fiducia nell’Unione europea rimangono maggioritari, ma sono appena il 51% a fronte di un 49% che dichiara tutto il suo scetticismo verso Bruxelles. Inoltre, secondo il Rapporto curato da Acri e Ipsos per la 91a Giornata mondiale del risparmio, quelli che hanno una bassa fiducia (24%) sono molti più di coloro che hanno grande fiducia (15%) e, dal 2009 a oggi, coloro che hanno fiducia sono arretrati di ben 18 punti percentuali.
Anche il giudizio sull’euro è negativo. Quasi 3 italiani su 4 ne sono insoddisfatti (71% contro il 74% del 2014), sebbene la maggior parte degli italiani resti convinta della sua utilità nel lungo periodo. Sebbene delusi, gli italiani (55%) continuano comunque a ritenere l’Europa un importante e indispensabile aiuto in un momento di crisi.
Insomma, più che un no all’Europa, dagli italiani sembra venire la richiesta di una «nuova Europa», che sappia ridurre le diseguaglianze tra paesi e tra cittadini, che punti più sulle piccole imprese (77%) che sulle grandi (17%), che abbia più a cuore agricoltura e industria (76%) che servizi e informatica (19%), che faccia crescere tutti i territori (62%). Il 65% invoca infine una Costituzione comune per condividere con certezza i principi fondamentali.
Quanto al risparmio, la quota di italiani che lo applicano è cresciuta per il terzo anno consecutivo: nel 2015 sono stati il 37% (33% nel 2014). Allo stesso tempo, segnala il Rapporto Acri-Ipsos, si sono ridotte per il terzo anno di fila le famiglie in saldo negativo di risparmio: sono scese dal 25 al 22%.
Combinando l’andamento del risparmio delle famiglie nell’ultimo anno e le previsioni per il 2016, la ricerca delinea sei gruppi: Famiglie con trend di risparmio positivo. Hanno risparmiato nel 2015 e lo faranno di più o nella stessa misura nel 2016: sono il 27% (20% nel 2014). Famiglie con risparmio in risalita. Hanno speso tutto senza fare ricorso a risparmi passati o a debiti, ma nei prossimi mesi risparmieranno di più: sono il 6% (4% nel 2014). Famiglie che galleggiano. Hanno speso tutto senza fare ricorso a risparmi passati o a debiti e pensano che lo stesso avverrà nel 2014: sono il 26% (22% nel 2014). Famiglie con il risparmio in discesa. Sono riuscite a risparmiare ma temono di risparmiare meno nel 2016: sono l’8% (11% nel 2014). Famiglie in crisi moderata di risparmio. Hanno consumato tutto il reddito e nel 2016 temono di risparmiare meno: sono il 9% (16% nel 2014). Famiglie in crisi grave di risparmio. Hanno fatto ricorso a risparmi accumulati o a debiti e pensano che la situazione sarà identica o si aggraverà nel 2016: sono il 18% (21% nel 2014).
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