di Anna Messia
Aumenta il numero degli italiani che riescono a risparmiare, cosa che non avveniva dal 2010. E torna anche un po’ di passione per il mattone, che è tornato a essere l’investimento preferito, in particolare nel Centro e Sud Italia. La fotografia scattata ieri dall’Ipsos per conto dell’Acri, alla vigilia della Giornata Mondiale del Risparmio che si terrà oggi a Roma, mostra evidenti segnali di ritorno di ottimismo. «Per la prima volta dopo quattro anni il numero degli intervistati soddisfatti della propria situazione economica ha superato quello degli insoddisfatti», ha sottolineato il presidente dell’Acri Giuseppe Guzzetti. «Si tratta del 55% della popolazione contro il 45%».
Ma questo non vuol dire che la crisi sia alle spalle e soprattutto che non abbia lasciato ferite evidenti. Le famiglie colpite direttamente dalla crisi, secondo il sondaggio realizzato dalla Ipsos di Ferdinando Pagnoncelli, giunto alla quindicesima edizione, sono ancora una su quattro (25%), comunque in diminuzione rispetto al 2014 (27%) e al 2013 (30%) perché c’è stato un minor numero di persone che hanno perso lavoro. Non solo; l’80% della persone contattate per il sondaggio (le interviste sono state poco meno di mille) reputa la crisi ancora grave e ritiene che durerà ancora almeno cinque anni. Ma un elemento positivo è che quest’anno si è ridotto il numero delle persone che denunciano un peggioramento del proprio tenore di vita. Anzi, un italiano su 20 (5%) dichiara di aver sperimentato un miglioramento, mentre nel recente passato questa percentuale si aggirava intorno al 2%. «Riguardo alla situazione economica delle famiglie, il quadro è di chiaro miglioramento», ha commentato Pagnoncelli, «ed è stato confermato il percorso virtuoso che già si intravedeva alla fine del 2014». Guardando al futuro, il 2015 registra anche un miglioramento delle prospettive dell’Italia: il saldo tra ottimisti e pessimisti passa dal -15 dello scorso anno al +15 attuale. Mentre per quanto riguarda l’idea che gli italiani hanno dell’Europa, la situazione economica viene considerata solida, specie grazie al ridimensionamento della crisi greca, ma non sufficientemente dinamica da rappresentare un vero traino. E anche la fiducia rispetto all’economia mondiale nel suo complesso ha subito un ridimensionamento importante: l’anno scorso il numero degli ottimisti era del 15% superiore a quello dei pessimisti, mentre quest’anno la differenza si è ridotta a un 8% (30% di ottimisti contro 22% di pessimisti). Sono invece il 34% coloro che ritengono che la situazione sia destinata a rimanere stabile. Spostando l’attenzione verso l’euro, gli italiani che hanno fiducia nell’Unione Europea sono una risicata maggioranza, 51% contro il 49%, e quasi tre su quattro sono insoddisfatti della moneta unica, anche se la maggior parte è convinta della sua utilità nel lungo periodo.
Tornando al risparmio, che rappresenta il focus del sondaggio, il dato più significativo è che cresce di ulteriori 4 punti percentuali la quota di italiani che negli ultimi 12 mesi è riuscita a risparmiare, passando dal 33% del 2014 all’attuale 37%. Il dato è il più alto dal 2010, ma resta ancora lontano dal 48% del 2001, primo anno del sondaggio Ipsos. Al contempo si riducono per il terzo anno di fila, in modo consistente, le famiglie in saldo negativo di risparmio, dal 25% dell’anno scorso all’attuale 22%. Mentre per quanto riguarda gli investimenti la preferenza resta per la liquidità (due persone su tre) e si registra il recupero dell’immobiliare, che aveva raggiunto il minimo storico (24%) lo scorso anno a causa in particolare dell’aumento delle tasse. Quest’anno il mattone è l’investimento preferito dal 29% degli italiani, con punte che raggiungono il 32-34% nel Centrosud ma che restano lontane dal 70% raggiunto nel 2004 e nel 2006. Il risparmiatore italiano risulta infine sempre più refrattario al rischio, anche perché non si sente abbastanza tutelato da leggi e controlli. (riproduzione riservata)