È stata coperta circa quattro volte l’offerta pubblica di vendita per la quotazione di Poste italiane alla borsa di Milano. Il prezzo definitivo delle azioni, che verrà deciso quest’oggi, secondo gli esperti si dirige verso quota 6,75 euro, quindi nella parte intermedia della forchetta compresa tra 6 e 7,50 euro. Il collocamento è terminato ieri alle 13.30.
La società debutterà sul listino di Piazza Affari martedì prossimo e il conto alla rovescia, preciso al minuto, è già partito sul sito internet di Poste. Il Tesoro, che ha messo in vendita 453 milioni di azioni (498 mln in caso di esercizio della greenshoe), dovrebbe incassare una cifra compresa tra 2,9 miliardi e 3,3 miliardi di euro. In borsa andrà fino al 38,2% della società (34,7% senza la greenshoe).
Già negli ultimi giorni risultavano coperte sia l’offerta riservata agli investitori istituzionali (il 70% delle azioni, in base al prospetto), sia la fetta riservata ai piccoli risparmiatori e ai dipendenti del gruppo (il 30%). Recentemente l’amministratore delegato Francesco Caio e i manager hanno presentato l’operazione a Milano, Parigi, Francoforte, New York e Londra, dove sono ritornati anche mercoledì per una tappa non prevista del roadshow. La privatizzazione, aveva spiegato il ministero nella nota informativa sull’operazione, «rientra nella stagione di riforme che il governo sta attuando e rappresenta un ulteriore segnale ai mercati di un significativo cambiamento in atto».
I coordinatori dell’offerta globale di vendita sono Banca Imi e Unicredit (responsabili del collocamento). Nel pool di banche vi sono anche Mediobanca (sponsor dell’operazione), Citigroup, Bofa Merrill Lynch, Goldman Sachs, Morgan Stanley, Credit Suisse, Jp Morgan e Ubs.
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