di Marcello Bussi
Dall’annuale studio del Credit Suisse sulla ricchezza mondiale, il Global Wealth Report 2015, stavolta emerge un dato sorprendente: la classe media italiana resta fortissima, nonostante i duri colpi subiti negli ultimi anni. Il report considera appartenenti alla classe media gli individui che hanno un patrimonio tra i 50 mila e i 500 mila dollari, con aggiustamenti a seconda del potere d’acquisto nei vari Stati.
La percentuale di adulti che fanno parte di tale categoria in Italia è il 59,7%, numero che la colloca al quarto posto nel mondo, preceduta solo da Australia (al primo posto con il 66,1%), Singapore e Belgio. La classe media italiana è così relativamente più numerosa di quella del Regno Unito (54,7%) e surclassa quelle di Francia (49,2%), Germania (42,4%) e Usa (37,7%). Anche in numeri assoluti l’Italia, con 29 milioni di esponenti della classe media, batte la Germania e il Regno Unito (entrambi con 28 milioni) e la Francia (24 milioni). L’Italia fa parte della top 10 anche per quanto riguarda la ricchezza mediana per adulto (la mediana è un dato che evidenzia meglio l’equa distribuzione della ricchezza rispetto alla media), che ammonta a 88.600 dollari. Il guaio è che rispetto all’anno scorso è scesa dal terzo al nono posto, perdendo il 31,5% del patrimonio. Si tratta del secondo maggior calo tra i primi dieci Paesi, dietro a quello evidenziato dalla Norvegia, in quinta posizione, che ha ceduto il 41,1%. L’unico Paese ad avere aumentato, sia pure di poco (+2,8%), la ricchezza mediana è la Nuova Zelanda, che si colloca al primo posto con 182.600 dollari, superando così l’Australia (168.300 dollari) che guidava la classifica dal 2008. L’Italia continua comunque a precedere Francia e Germania in questa classifica, mentre viene superata dal Regno Unito, che con 126.500 dollari si colloca al quarto posto mondiale. In Italia è in diminuzione anche il numero dei super-ricchi, ossia di coloro che hanno un patrimonio netto superiore ai 50 milioni di dollari: sono 2.831, in calo del 14,1%. L’aumento maggiore si è registrato in Cina (+23,9% a 9.555), che si colloca al secondo posto su scala globale, a distanza siderale dagli Usa, che contano 58.855 super-ricchi, in crescita del 7% rispetto all’anno scorso. Al terzo posto si colloca il Regno Unito (5.378), seguito dalla Germania (4.948), Paese che, contrariamente alla credenza diffusa, registra diseguaglianze più accentuate rispetto all’Italia. Per quanto riguarda il confronto tra le due più grandi economie mondiali, Usa e Cina, sorprende il fatto che in numeri assoluti la classe media cinese ormai supera ampiamente quella statunitense, con 109 milioni di individui contro 92 milioni. Nell’introduzione al report Tidjane Thiam, ceo di Credit Suisse, ha sottolineato che i milionari costituiscono solo lo 0,7% della popolazione ma hanno in mano il 45,2% della ricchezza mondiale. Nella maggior parte degli Stati, inoltre, a partire dalla crisi del 2008 le diseguaglianze hanno continuato ad ampliarsi. La buona notizia è che almeno nelle economie emergenti la classe media è destinata a espandersi ulteriormente, in particolare in Asia. (riproduzione riservata)