di Anna Messia
Poste italiane è stata ammessa alla quotazione da Borsa Italiana, per il via libera al prospetto da parte di Consob bisognerà invece attendere oggi. Ieri la società che gestisce Piazza Affari ha fatto sapere che «la data di inizio delle negoziazioni verrà stabilita» con un successivo avviso «subordinatamente alla verifica della sufficiente diffusione degli strumenti finanziari».
Tutto rimandato quindi a data odierna, quando si alzerà il velo sulla forchetta di prezzo decisa martedì scorso dal comitato privatizzazioni di via XX Settembre e ratificata da un successivo consiglio di amministrazione di Poste, oltre che le date puntuali dell’operazione. Ieri, fino a tarda serata, sembrava che il semaforo verde della commissione guidata da Giuseppe Vegas dovesse arrivare a minuti, ma alla fine tutto è stato rimandato ad oggi. E questa volta non sono previste sorprese. Lunedì 12 è previsto l’avvio del road show e l’amministratore delegato di Poste Italiane, Francesco Caio illustrerà al mercato i dettagli dell’operazione che prevede la cessione sul mercato del 40% delle azioni del Ministero dell’Economia, che oggi detiene il 100% dei titoli. Per quanto riguarda la possibile forchetta di prezzo nessuna comunicazione ufficiale è arrivata nei giorni scorsi da Poste o dall’azionista, ma l’intenzione sarebbe quella di mantenere un range di prezzo piuttosto ampio, che potrebbe variare da 6,5 a 8,5 euro per azione.
Valore che implicherebbe una valutazione dell’intero gruppo compresa tra poco meno di 8,5 e poco più di 11 miliardi. Nell’ipotesi in cui fosse confermata la cessione dell’intero 40%, il Tesoro potrebbe quindi incassare una somma compresa tra 3,4 e 4,4 miliardi. L’intervallo di 6,5-8,5 euro in qualche modo mette meglio a fuoco la prima indicazione arrivata dal ministero a marzo, quando la valutazione del Tesoro per l’intero gruppo Poste era stata addirittura più ampia, compresa cioè tra 6 e 11 miliardi. Per quanto riguarda invece la tempistica della quotazione le negoziazioni potrebbero avere inizio già il 26 o il 27 ottobre appena completato il road show che dovrebbe durare due settimane, con tappe di nuovo a Londra e New York, dove Caio è già stato nelle scorse settimane per incontrare investitori istituzionali e in particolare di lungo periodo, come fondi pensione e sovrani. Ma presentazioni dell’offerta sono attese anche a Francoforte e Boston. Agli istituzionali dovrebbe andare del resto circa il 70% dell’offerta restante e quelli che Caio ha già visto sembrano gradire il nuovo piano industriale avviato, che prevede di fare di Poste il motore della digitalizzazione del Paese ma soprattutto i dividendi attesi dall’investimento, che potrebbero variare tra il 4 e il 5%. Il restante 30% dell’offerta dovrebbe invece andare a Retail oltre che ai 142 mila dipendenti, con interessanti bonus share per chi manterrà le azioni per almeno un anno. Dettagli, anche questi, che saranno diffusi oggi. (riproduzione riservata)