di Anna Messia
Stiamo assistendo a una forte accelerazione e dopo una partenza lenta l’Italia sta recuperando terreno nell’utilizzo di Internet rispetto ad altri Paesi. Un fenomeno evidenziato all’Insurance Day da Fabio Vaccarono, managing director di Google Italia. Nell’e-commerce c’è ancora un’importante manovra di recupero da realizzare, «ma l’alto utilizzo di smartphone e di tablet ha ridotto sensibilmente il gap», ha sottolineato Vaccarono.
I numeri parlano chiaro: nel 2014 il tasso di penetrazione di internet in Italia era del 59% rispetto all’84% del resto d’Europa ma guardando all’effettivo uso di chi ha accesso al web il tasso italiano, dell’86%, è più alto della media (83%), e se si guarda ai soli smartphone la diffusione italiana, del 59%, è praticamente in linea con l’Europa, in cui il tasso è del 61%. «Mentre se il tasso di penetrazione dell’e-commerce italiano è tra le ultime posizioni europee», sottolinea Vaccarono, «gli italiani sono ben contenti di comprare buoni servizi quando gli vengono offerti e il rischio è che siano le società straniere a fornirli». La sensazione, secondo il managing director di Google è che i consumatori siano più avanti delle imprese, anche nei servizi assicurativi. Circa il 30% dei clienti utilizza il web per informarsi e confrontare i prodotti per l’auto, la casa o nel ramo Vita è anche guardando al futuro non ci sono dubbi su quale sarà l’evoluzione del mercato. Secondo l’Unione Europea addirittura il 70% delle professioni entro il prossimo triennio richiederà un elevato grado di competenze digitali e nel 2018 un milione di posti di lavoro rischia di non avere copertura a causa dell’assenza di «talenti digitali» adeguati. Non solo. Il 40% del pil del G20, a fine triennio, arriverà proprio dall’e-commerce e dal digitale e le persone collegate a Internet saranno 5 miliardi. «Il digitale sarà la strategia dei prossimi tre anni», conclude Vaccarono, «e le imprese non più permettersi di avere una visione di internet come una divisione del loro business riservandola per esempio alle vendite, che saranno costrette a integrare il digitale nel loro modello». (riproduzione riservata)