Procede come previsto la tabella di marcia per lo sbarco di Poste italiane a piazza Affari. Entro questa settimana gli analisti invieranno i loro feedback sul valore della società al Tesoro, al quale spetterà l’ultima parola sull’effettivo prezzo da attribuire al gruppo in vista del roadshow. Si sta lavorando a una forchetta compresa fra 6 e 11 miliardi di euro. Secondo quanto riferito da fonti vicine al dossier, nel corso del pre marketing a New York e a Londra, l’a.d. Francesco Caio ha riscontrato interesse da diversi fondi di investimento americani, cinesi e giapponesi. Oltre a quello di China Investment Corporation, ci sarebbe l’interesse anche di Japan Government Pension Investment Fund, il più grande fondo pensione del mondo. Si tratta di potenziali investitori istituzionali che potranno acquistare fino al 5% delle azioni del gruppo. Per una singolare coincidenza, anche le Poste giapponesi sono in rampa di lancio per la borsa: Japan Post Holdings dovrebbe quotare le azioni della holding e delle due divisioni, bancaria e assicurativa, a inizio novembre.
L’offerta pubblica di Poste italiane riguarderà una quota fino al 40% del capitale e comprenderà anche un collocamento privato, rivolto a investitori istituzionali italiani e internazionali. Una quota sarà riservata ai dipendenti del gruppo. Il roadshow si svolgerà nelle due settimane a cavallo della metà di ottobre, dopo il via libera della Consob al prospetto e della delibera di Borsa italiana di ammissione a quotazione. L’ipo dovrebbe partire tra il 25 e il 26 ottobre o, al più tardi, a inizio novembre.
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