di Luciano Mondellini
Lo scandalo Volkswagen travolge ancora i titoli delle case automobilistiche in borsa. L’indice settoriale Stoxx auto ieri è calato del 3,6% e l’effetto domino si fa sentire su tutti mercati finanziari europei (l’indice Stoxx 600 registra una flessione 2,2%). Nel giorno in cui è emerso che risulta indagato per frodi presunte l’ex ceo Martin Winterkorn (dimessosi la settimana scorsa in seguito allo scandalo), il titolo del gruppo di Wolfsburg ha perso il 7,4% dopo che la controllata Audi ha fatto sapere che sono 2,1 milioni i veicoli truccati della società di Ingolstadt sugli 11 milioni dell’intero colosso di Wolfsburg.
Il titolo privilegiato ha perso addirittura l’8,13%. Male anche gli altri big del settore: dopo essere stata sospesa al ribasso, Fca ha ceduto il 4,95%, Porsche il 6,93%, mentre solo leggermente meglio è andata a Peugeot, che ha chiuso in flessione del 5,08%, e aRenault che ha lasciato sul terreno il 4,7%.
Nel frattempo a Wolfsburg è iniziato l’inevitabile repulisti a opera del nuovo ceo Matthias Mueller. Ieri infatti sono stati sospesi dall’incarico il responsabile dello sviluppo di Audi Ulrich Hackenberg, il numero uno della ricerca e sviluppo del brand Volkswagen Heinz Jackob Neusser e il capo dello sviluppo di Porsche Wolfgang Hatz. Mentre domani il comitato esecutivo di Wolfsburg esaminerà di nuovo il report sulle emissioni negli ultimi mesi.
In questi giorni d’altronde la casa di Wolfsburg comprensibilmente è in mezzo a un vortice di polemiche.
Ieri è stata degna di nota la presa di posizione molto dura dell’Handelsblatt, il principale quotidiano economico tedesco, secondo il quale con la scelta tutta interna di Matthias Müller, Volskwagen ha mancato l’opportunità di un cambiamento radicale. Nello stesso solco l’editoriale dell’influente Frankfurter Allgemeine Zeitung, secondo il quale alla Volkswagen «non serve solo un cambio nella struttura dell’impresa, ma soprattutto una nuova cultura nel vertice aziendale, capace di imporre un clima nel quale i problemi non siano nascosti ma esposti ai dirigenti».
Nella serata di ieri ha infine preso la parola il nuovo ceo Mueller il quale ha spiegato che la nuova struttura del top management ha il pieno sostegno delle famiglie Porsche e Piech, che controllano la Porsche Automobil Holding, ovvero il primo socio di Wolfsburg con circa il 50%. Il secondo socio è invece il land della Bassa Sassonia, ovvero la regione di Wolfsburg, cui fa capo circa il 20% delle quote del colosso automobilistico (riproduzione riservata)