di Paola Valentini
Nemmeno agosto scalfisce la raccolta del risparmio gestito. Nonostante la crisi della Cina, lo scorso mese l’industria dell’asset management italiano ha registrato flussi netti per 6,4 miliardi di euro. Segno che il lavoro dei consulenti è stato prezioso per arginare i riscatti dei clienti impauriti dalla caduta delle borse.
Certo, come emerge dalla mappa mensile di Assogestioni, il dato risulta in calo rispetto ai 9 miliardi toccati a luglio (un altro mese molto volatile perchè la Grecia era arrivata a un passo da default), ma si tratta di un rallentamento fisiologico perchè ottenuto in un mese, quello di agosto, di attività già di per sé ridotta.
Negli otto mesi il saldo è così salito a 111,5 miliardi, sempre più vicino ai 133 miliardi di raccolta registrati in tutto il 2014. E a guidare il dato del mese si confermano i fondi aperti con 4,3 miliardi di flussi (1,4 miliardi nei fondi di diritto italiano e 2,9 miliardi nei fondi e sicav di diritto estero) a conferma che la raccolta è stata realizzata soprattutto presso investitori retail; quella delle gestioni di portafogli per gli istituzionali si è infatti fermata a 1,8 miliardi di euro. In totale a fine agosto il patrimonio gestito, tra fondi e gestioni di portafoglio, è sceso a 1.718 miliardi, dal record di 1.745 di fine luglio a causa della correzione dei mercati finanziari. I fondi aperti rappresentano la quota prevalente di questi asset con i loro 776 miliardi (45,2% del totale), i fondi chiusi detengono 48 miliardi (2,8%), mentre le gestioni di portafoglio custodiscono nei loro forzieri 893 miliardi suddivisi tra retail (126 miliardi, il 7,3%) e istituzionali (767 miliardi, pari al 44,7%). Sul fronte delle singole categorie degli aperti, si confermano leader della raccolta i flessibili che hanno chiuso il mese con 3,7 miliardi (41,2 miliardi da inizio anno), seguono i fondi monetari con 1,6 miliardi (5 miliardi da gennaio). Questi ultimi sono ora utilizzati dai risparmiatori in uscita dagli azionari (-401 milioni) o dagli obbligazionari (-836 milioni) in attesa di una schiarita sui mercati visto che le opportunità fuori dal segmento del risparmio gestito sono oggi molto scarse per via dei tassi ai minimi storici. Rallenta ma è pur sempre in attivo la raccolta dei bilanciati (192 milioni rispetto ai 434 di luglio) che negli otto mesi hanno segnato flussi per 11,4 miliardi.
Quanto ai risultati delle singole società, ai primi posti ci sono sempre i big bancari italiani, che spingono sul risparmio gestito per recuperare margini in frenata sull’attività tradizionale di intermediazione del denaro. Prima per raccolta nel mese è Pioneer Investments con 1,62 miliardi. Al secondo posto si è piazzato il gruppo Intesa Sanpaolo (1,52 miliardi) grazie al contributo di Eurizon Capital (1,38 miliardi) mentre Banca Fideuram si è fermata a 149 milioni. Al terzo posto c’è Generali con 1,1 miliardi, poi Anima Holding con 547 milioni, Amundi (539 milioni). Tra gli altri gruppi quotati, accanto ad Anima , Azimut ha chiuso il mese con 363 milioni eMediolanum con 309 milioni. Le Poste, prossime all’ipo a Piazza Affari, hanno segnato 282 milioni. Guardando gli esteri, spicca il risultato di raccolta di Deutsche Asset and Wealth Management (gruppo Deutsche Bank ) che ha ottenuto flussi netti per 240 milioni e un patrimonio riferito al mercato italiano a quota 22,3 miliardi. Nel frattempo cala Franklin Templeton che ad agosto ha accusato una raccolta negativa di 306 milioni (-177 milioni a luglio) ma resta comunque il primo operatore estero in fondi aperti in Italia per masse (23,17 miliardi) anche se la sua posizione è minacciata da JP Morgan am che a fine agosto è arrivato a gestire nel mercato italiano 23,032 miliardi con una raccolta mensile di 102 milioni. (riproduzione riservata)