di Luciano Mondellini
Lo scandalo che ieri ha squassato il pianeta Volkswagen potrebbe presto tramutarsi in un azione legale collettiva negli Stati Uniti. Un nucleo di proprietari di modelli Volkswagen e Audi che montavano i motori manipolati per rilasciare dati falsi sui volumi di emissioni ha infatti organizzato una class action citando Volkswagen presso la Corte federale della California.
L’istanza avanzata dinanzi al tribunale statunitense accusa il colosso di Wolfsburg di comportamento fraudolento, falsa pubblicità e di violazione dei diritti dei consumatori. Inoltre si fa menzione di come Volkswagen chiedesse un premio sui prezzi d’acquisto proprio perché le vetture diesel erano poco inquinanti ed efficienti in termini di volumi di gas di scarico.
Sempre ieri intanto le altre case tedesche operanti nel segmento premium hanno negato un possibile coinvolgimento in casi simili. Bmw, Daimlere perfino Porsche (brand dello stessa Volkswagen) hanno infatti respinto al mittente qualsiasi ipotesi di coinvolgimento nello scandalo scatenato dalle accuse mosse a Volkswagen dall’Epa per la presunta manipolazione delle centraline di controllo dei gas di scarico. «Per quanto ne sappiamo non sono in corso indagini su Mercedes-Benz», ha affermato una nota diDaimler, Bmw ha invece escluso di essere stata contattata dalle autorità statunitensi mentre Porsche ha negato coinvolgimenti nella vicenda della casa-madre anche perché la gamma offerta negli Usa non prevede motori a quattro cilindri. Intanto anche la Bafin, la Consob tedesca, ha acceso un faro sulla vicenda. (riproduzione riservata)