di Anna Messia
Arriverà lunedì in Aula alla Camera la riforma Rc Auto. Il disegno di legge sulla concorrenza che contiene il provvedimento è stato licenziato ieri dalle commissioni riunite Attività e Finanza con il parere favorevole delle altre commissioni, Trasporti, Affari Sociali e Bilancio, dando via libera ai relatori, Andrea Martella e Silvia Fregolent (entrambi del Pd), a riferire in Aula.
Un testo che è stato quindi ampiamente condiviso dai deputati ma non dalle compagnie di assicurazione, che hanno più volte sottolineato come l’ultima versione della riforma, cambiata in più parti rispetto al documento entrato in commissione, sia molto pericolosa perché ha depotenziato la lotta alle frodi e introdotto sconti minimi per gli automobilisti virtuosi. Il rischio concreto, ha allertato il presidente dell’Ania, Aldo Minucci, è che con queste nuove regole i costi delle polizze Rc Auto italiane, già oggi tra i più alti d’Europa, siano destinati a salire invece che a scendere. Una posizione che di certo Minucci ribadirà anche oggi davanti al ministro dello Sviluppo Economico, Federica Guidi, nell’incontro che, secondo quanto risalta a MF-MilanoFinanza, ci sarà in giornata. Ma gli spazi di manovra alla Camera, in verità, non sembrano molti e per questo si starebbe già pensando al Senato. Gli assicuratori non hanno di certo apprezzato la soppressione delle disposizioni che prevedevano l’applicazione di uno sconto obbligatorio sul prezzo di polizza nei casi in cui l’assicurato rinunciasse alla credibilità del diritto al risarcimento. Un intervento che avrebbe dovuto ridurre i contenziosi e il fenomeno del mercato dei sinistri. E allo stesso tempo non hanno gradito neppure l’eliminazione dell’articolo che prevedeva uno sconto all’assicurato che accettasse il risarcimento in forma specifica a opera di riparatori convenzionati con l’impresa di assicurazione. Novità che avrebbe dovuto far calare i costi dei risarcimenti e che ha però trovato la ferma opposizione dei carrozzieri. Ma il nuovo testo non solo ha eliminato questi interventi (come anche la stretta sui testimoni in caso di sinistro), ma anche previsto un limite minimo allo sconto che le imprese di assicurazione sono obbligate ad applicare a chi decide di installare una scatola nera o meccanismi equipollenti. Vincoli che, secondo l’Ania, sono chiaramente contrari alla normativa europea. In particolare quando si assegna all’Ivass, l’istituto di vigilanza del settore, il compito di definire una percentuale di sconto minima in favore dei contraenti con a bordo una scatola nera che risiedono nelle regioni con costo medio del premio superiore alla media nazionale e che non abbiano provocato sinistri per almeno cinque anni. Un intervento attraverso il quale «il premio da pagare dovrebbe risultare paragonabile a quello medio applicato a un altro assicurato che risiede nelle regioni con un costo medio inferiore», secondo i deputati della commissione Trasporti. Ma il riequilibrio non sarà affatto facile, sottolineano i tecnici che mettono a punto le tariffe delle compagnie. «La riduzione significativa di premio in caso di scatola nera non può che portare, quantomeno inizialmente, alla difficoltà di stabilirne l’entità, non disponendo di sufficienti elementi oggettivi per calcolarla», sottolinea Giampaolo Crenca, presidente del consiglio nazionale degli attuari, e la chiamata in campo dell’Ivass «ha solo l’effetto di scaricare il problema sull’authority». In ogni caso, aggiunge Crenca, si tratta chiaramente di una limitazione alla libertà tariffaria e pericoli potrebbero arrivare anche dalla norma del ddl che prevede l’obbligo di indicare la variazione del premio in caso di sinistro, con il rischio di «spezzare ogni legame tra fabbisogno tariffario e tariffa», aggiunge chiedendo la convocazione di un tavolo allargato per affrontare in maniera organica il tema Rc Auto. (riproduzione riservata)