di Claudia Cervini e Andrea Montanari
È quello che può essere definito il primo passo verso l’attuazione della strategia del gruppo Bnp Paribas orientata a ricollocare il servizio di gestione individuale di portafogli dedicato alla clientela private e retail all’interno di Bnl. Si tratta in particolare del progetto di scissione parziale della società Bnp Paribas Investment Partners a favore dello stesso istituto romano presieduto da Luigi Abete.
E riguarda il passaggio in capo a Bnl, o meglio il rientro dopo oltre dieci anni, della gestione dei portafogli della clientela private e retail «allo scopo di snellire l’organizzazione e razionalizzare le attività del gruppo francese in Italia, attuando economie di scala e standardizzando i processi», si legge nei documenti relativi all’operazione consultati da MF-Milano Finanza. I motivi che stanno alla base del trasferimento sono contenuti in un’analisi approfondita. La scelta è stata dettata principalmente dall’esigenza di aumentare il livello di servizio per la clientela, migliorare la produttività, adeguare il modello di governance ai modelli che il gruppo ha in essere negli altri Paesi, realizzare sinergie di costo. La gestione di questi portafogli è ritenuta strategica al fine di soddisfare e fidelizzare la clientela private e affluent: due categorie su cui la banca intende focalizzare il proprio servizio. «L’operazione di scissione comporterà, nell’ambito dell’organizzazione della banca, l’istituzione di nuove funzioni e unità operative», si legge nel documento.
Dal punto di vista patrimoniale l’operazione fa perno su una massa in gestione di quasi 12 miliardi di euro.
Nel dettaglio si tratta di 6,6 miliardi di gestioni di portafogli di clientela istituzionale; 2,62 miliardi di clientela retail&private; e, infine, di altri 2,68 miliardi di gestioni collettive. La scissione parziale del ramo d’azienda coinvolgerà anche gli attuali 46 dipendenti diBnp Paribas Investment sgr.
L’attività di gestione patrimoniale era stata trasferita da Bnl alla controllata Bnl Gestioni all’inizio del 2001. Poi, durante il 2008, nel perimetro della società che ora viene scissa parzialmente, erano state «altresì trasferite le attività di gestione svolte dalla succursale italiana di Bnp Paribas, nei confronti della clientela private».
Nel frattempo, continua la ricerca del nuovo top manager dell’istituto capitolino, dopo il passaggio di Fabio Gallia alla Cassa Depositi e Prestiti. «La squadra di vertice di Bnl è solida e la nomina di Angelo Novati come direttore generale vicario con delega da cfo garantisce che tutto funzioni per il meglio, dandoci la tranquillità necessaria per fare la nostra scelta», ha dichiarato di recente l’ad di Bnp Paribas, Jean-Laurent Bonnafé. Così il nuovo ad di Bnl, «potrebbe venire dall’Italia o dalla Francia, sia dall’interno sia dall’esterno del gruppo bancario». Bonnafé ha fatto poi sapere che «è molto probabile che sia italiano e la sua nomina arriverà entro fine anno». Tutto però dipende, da quel che si apprende in ambienti finanziari e consulenziali, dal ruolo che il polo italiano-francese vorrà giocare nell’imminente risiko bancario nazionale. Perché se Bnp-Bnl deciderà di restare alla finestra e di crescere per via organica allora si potrebbe puntare sulla valorizzazione del management interno alla banca romana. Mentre se, in caso contrario, diventasse soggetto attivo, aggregante – e di prede ce ne sono tante – allora si potrebbe optare per un nome di peso proveniente da altri istituti di credito italiano. I due nomi che circolano con maggiore insistenza, in questo scenario, sono quelli di Roberto Nicastro, in uscita da Unicredit dopo 18 anni, e di Flavio Valeri, chief country officer di Deutsche Bank in Italia e presidente e consigliere delegato del consiglio di gestione diDeutsche Bank spa. (riproduzione riservata)