Pagine a cura di Cinzia De Stefanis 

 

Dal 30 luglio è entrato in vigore l’archivio informatico integrato, istituito presso l’Ivass, contro le frodi assicurative. L’archivio unico ha lo scopo di consentire, alle imprese di assicurazione, di verificare il livello di anomalia di ogni sinistro, anche prima di corrispondere l’indennizzo per la loro liquidazione. Costituito da un database unico, in esso confluiscono i vari archivi sui sinistri stradali, sui veicoli e sui dati dei conducenti. In pratica, l’archivio fornisce le coordinate per scoprire sinistri simulati, attribuendo una specie di bollino nero sul sinistro sospetto e mettendo, così, sul chi va là, le compagnie. Le informazioni relative agli indicatori di anomalie restano iscritte nell’archivio per cinque anni dalla data di definizione di ciascun sinistro. Decorso il termine di cinque anni, i dati relativi a ciascun sinistro definito sono riversati su altro supporto informatico gestito dall’Ivass. Tutto questo lo prevede il decreto Mise 11 maggio 2015, n. 108 rubricato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 15 luglio 2015 n. 162. L’archivio serve anche all’autorità giudiziaria e forze di polizia (per finalità antifrode) e consente controlli incrociati, rigidi e precisi, per controllare, per esempio, la dinamica dei sinistri automobilistici e alle persone, alla luce degli indici di sospetto .

 

Disciplina degli indicatori. Gli indicatori di anomalia analitici individuano fenomeni di ricorrenza della sinistralità sulla base di parametri predefiniti dall’Ivass e verificano la veridicità e la coerenza delle informazioni disponibili sul sinistro. Gli indicatori analitici si attivano in presenza di anomalie concernenti la ricorrenza degli eventi o la veridicità dei dati. Gli indicatori di anomalia analitici si riferiscono a quattro aree di analisi:

 

  • veicoli direttamente coinvolti nel sinistro;

     

  • soggetti direttamente coinvolti nel sinistro;

     

  • altri soggetti interessati nel sinistro;

     

  • altri aspetti inerenti il sinistro.

    A ciascun indicatore di anomalia analitico è associato un peso predeterminato dall’Ivass in funzione della rilevanza dell’anomalia che l’indicatore rappresenta. L’indicatore di anomalia di sintesi sul sinistro è costituito dalla somma dei pesi di ciascuno degli indicatori di anomalia analitici attivati. Il valore dell’indicatore di sintesi così determinato è classificato, in ottica antifrode, nullo, basso, medio e alto. Gli indicatori analitici e i relativi parametri, nonché le soglie dell’indicatore di anomalia di sintesi per la classificazione del sinistro sono determinati con provvedimento dell’Ivass.

     

    Il funzionamento dell’archivio unico assicurativo. L’archivio integrato a regime raccoglie, in un unico database, le informazioni provenienti dalla banca dati dei sinistri, dall’anagrafe testimoni e dall’anagrafe danneggiati (già istituite presso l’Ivass), dalla banca dati dei contrassegni assicurativi, dall’archivio nazionale dei veicoli, dall’anagrafe nazionale degli abilitati alla guida e dal Pra (Pubblico registro automobilistico), dalla banca dati contenente le informazioni relative al ruolo dei periti assicurativi. Sono conservate, nell’archivio integrato, anche le informazioni sull’installazione e attivazione delle «scatole nere» sui veicoli, raccolte a fini antifrode. Tutto al fine di calcolare, per ogni sinistro, un indicatore di anomalia.

    E, infatti, dopo la raccolta e l’incrocio dei dati, si comunica alle imprese di assicurazione, coinvolte nel sinistro, un primo valore, detto «di sintesi», dell’indicatore di anomalia. Se il livello di anomalia è superiore a quello fissato con regolamento dell’Ivass, detti indicatori sono comunicati alle imprese di assicurazione coinvolte. Spetta, poi, alle assicurazioni, adoperare questi indici nelle procedure di liquidazione degli indennizzi. Gli indicatori e il livello di anomalia oltre il quale si procede alla comunicazione alle compagnie assicurative sono definiti con provvedimento dell’Ivass. L’Ivass valuta periodicamente la loro adeguatezza e le eventuali revisioni da apportare agli indicatori e ne definisce il grado di anomalia. Le informazioni utilizzate nella procedura di valutazione del rischio, nonché gli indicatori di anomalia analitici e di sintesi, sono archiviati in una sezione autonoma dell’archivio informatico integrato. In esito alle procedure previste per la gestione dei dati contenuti o affluiti nell’archivio informatico integrato, l’Ivass utilizza gli indicatori di anomalia, nonché i dati di calcolo, pertinenti, completi e non eccedenti rispetto alle finalità di individuazione e contrasto delle frodi assicurative.