I risultati hanno di gran lunga battuto le attese del consenso e degli analisti, stupiti soprattutto dal risultato operativo e dalla forza del capitale: il proforma internal model economic solvency ratio si è infatti attestato al 200%, in aumento di 14 punti percentuali rispetto a fine 2014. La società ha chiuso il primo semestre con un risultato operativo che ha registrato la miglior performance degli ultimi otto anni, raggiungendo 2,779 mld di euro (+11,3%). L’utile netto è stato di 1,307 mld, +21% e i premi complessivi sono aumentati del 7,3% a 38,2 mld (35,3 mld).
Nel ramo Vita, il risultato operativo è cresciuto a 1,713 mld (+13,2%) mentre la raccolta premi è aumentata del 10,6% a 26,906 mld. Positivo anche l’andamento del ramo Danni, con un risultato operativo di 1,103 mld (+2,3%). La raccolta premi ha raggiunto 11,266 mld (+0,1%), con un andamento positivo dell’attività non auto (+0,9%).
Durante la conference call per i giornalisti, l’a.d. di Generali ass., Mario Greco, ha affermato che «sull’andamento del titolo» in borsa «credo non si possa dire nulla. L’azione segue le decisioni degli investitori. Credo nella razionalità degli investitori. Vedendo i nostri risultati trimestre dopo trimestre, penso che gli operatori torneranno sul titolo. Le azioni seguono l’andamento della società. Con questi risultati, cominciamo a far vedere lo sviluppo della strategia. Mi aspetto che l’investitore razionalmente seguirà questo».
Un altro tema su cui sono arrivate diverse domande è stato quello dell’M&A. L’a.d ha riferito che «tra l’anno scorso e l’inizio di quest’anno abbiamo speso circa 3 mld in acquisizioni di partecipazioni di minoranza. Adesso non vediamo per Generali l’interesse di guardare ad acquisizioni. Abbiamo un piano organico. Non vediamo il bisogno né strategico né finanziario di guardare ad acquisizioni».
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