di Claudia Cervini
La riorganizzazione commerciale di Banca Monte dei Paschi di Siena è completata. Complici il risparmio di costi, la razionalizzazione imposta dal piano industriale (a fine 2018 il numero delle filiali di Mps scenderà da 2.200 a 1.850), la necessità di aumentare la redditività e una nuova attenzione al cliente, la banca ha profondamente rivisitato il proprio modello di rete avviando la fase-pilota, per cui è già stato siglato l’accordo con i sindacati. «Tale modello sarà esteso progressivamente a tutta la rete a partire dal 2016», assicura Marco Bragadin, responsabile direzione retail e rete di Banca Monte dei Paschi di Siena.
E, per la prima volta, Mps apre anche alla commercializzazione di prodotti di elettronica nelle filiali.
Domanda. Dottor Bragadin, quali sono i punti cardine del riassetto?
Risposta. Abbiamo riorganizzato le filiali suddividendole tra agenzie capofila, più grandi e con più addetti e che offriranno un servizio completo, e filiali aggregate, più piccole e specializzate sulla clientela privata. Il 15% degli sportelli resterà invece immutato.
D. Avete rivisitato la consulenza alle imprese e alla pubblica amministrazione, chiudendo numerosi centri dedicati. Qual è il saldo?
R. La «vecchia» rete contava 120 centri pmi e 65 centri enti (dedicati alla pa, ndr). Al posto dei centri pmi abbiamo creato 50 centri corporate che serviranno le imprese con un fatturato superiore a 5-7 milioni e aziende di dimensioni inferiori con esigenze finanziarie complesse e particolarmente vocate all’export. Ogni società qui potrà godere di un gestore dedicato. I centri corporate avranno sezioni ad hoc per pmi ed enti. Sul territorio manterremo altresì sette centri enti nelle zone più strategiche per la banca e tutti i centri retail.
D. Il rinnovo richiederà una nuova tornata di nomine?
R. Non parlerei di nuove nomine ma della creazione di nuovi ruoli, come i responsabili dei centri retail, che saranno gestori a tutto tondo sul territorio, e una cinquantina di responsabili dei centri corporate.
D. Quali investimenti ha richiesto il nuovo modello e a quale risparmio di costi puntate?
R. Non posso quantificare, ma basti ricordare che il piano industriale prevede entro il 2018 ulteriori uscite e la chiusura di 350 filiali. Gli investimenti saranno soprattutto sul capitale umano e sulla formazione dei dipendenti. Ma anche sulla consulenza avanzata da offrire ai clienti con maggiori potenzialità economiche e con un ritorno potenziale per la banca.
D. Il nuovo approccio commerciale prevede anche la vendita di beni di largo consumo nelle filiali?
R. Da circa un anno commercializziamo prestiti personali Compass e da anni polizze di Axa e Mps : le filiali sono diventate ormai snodi centrali di consulenza e di distribuzione. Ora abbiamo deciso di fare un passo in più: proprio in questi giorni stiamo sperimentando nell’area Antonveneta la possibilità di acquistare allo sportello prodotti di elettronica (tv, computer, smartphone, ndr) a condizioni vantaggiose.
D. State perseguendo il modello Unicredit ? Con quali obiettivi?
R. La nostra ambizione è fidelizzare la clientela e agire in un’ottica di cross-selling, offrendo finanziamenti e assicurazioni a corredo del prodotto.(riproduzione riservata)