I segnali di incertezza provenienti dai mercati nelle scorse settimane, che si sono intensificati nei primi giorni di luglio, hanno rallentato anche i ritmi di raccolta di risparmio da parte delle sgr italiane, ma si può ben dire che i volumi si sono mantenuti alquanto interessanti. I numeri comunicati ieri e nei giorni scorsi dalle società quotate in borsa, in particolare, rendono bene la situazione.
Nel mese di giugno Anima ha registrato una raccolta netta positiva per circa 540 milioni di euro, portando il totale da inizio anno a oltre 4,5 miliardi. Per rendere l’idea, in febbraio e in marzo Anima aveva raccolto quasi 900 milioni, un miliardo in aprile e 730 milioni in maggio. Il totale delle masse gestite a fine giugno è stato di circa 63,1 miliardi, in aumento del 18% sul dato di fine giugno 2014. Marco Carreri, ad di Anima Holding e Anima sgr, parla di un numero «rilevante» se si considera «il fisiologico rallentamento dovuto alle dinamiche di stagionalità della domanda di risparmio gestito, ma anche alla luce di uno scenario divenuto molto volatile e sicuramente più impegnativo negli ultimi due mesi».
Azimut , invece, ha ottenuto un saldo netto di 252 milioni, la raccolta netta 2015 ha superato 3,9 miliardi. In particolare il risparmio gestito si è attestato a 315 milioni grazie al consolidamento di Pride, neoacquisita società di consulenza finanziaria in Australia.
Le masse, comprensive del risparmio amministrato, si sono attestate a 35,2 miliardi (di cui 30,2 fanno riferimento al gestito). «Questo è stato il miglior semestre della storia di Azimut , al quale hanno contribuito in modo sinergico tutte le linee di business», è stato il commento del presidente e ad Pietro Giuliani.
Ieri ha comunicato il dato mensile di raccolta netta anche BancaMediolanum , che si è attestata a 293 milioni (2,173 miliardi da inizio anno). Per i fondi comuni è stato segnato addirittura un record mensile a quota 600 milioni (da inizio anno 2,712 miliardi, +17% rispetto a quella del periodo corrispondente 2014). Il giorno prima Finecobank aveva comunicato una raccolta netta di 350 milioni in giugno (2,8 miliardi nel primo semestre, +40% rispetto all’anno scorso). Anche in questo caso, nonostante il forte aumento rispetto all’anno scorso, c’è stato un rallentamento rispetto alla media dei primi cinque mesi. Per Kepler Cheuvreux (tp a 8 euro, ieri il titolo ha chiuso a 6,2 euro, -0,5%) la crescita del 55% su base annua «è stata raggiunta principalmente grazie alla raccolta degli asset in custodia, che a giugno 2014 avevano registrato uscite per 451 milioni di euro e che quest’anno sono aumentate di 160 milioni, mentre la raccolta dei depositi e degli asset in gestione è calata rispetto al 2014». (riproduzione riservata)