di Claudia Cervini
Banca Carige completa, in anticipo sulla tabella di marcia, l’asta dei diritti inoptati (ceduti integralmente al prezzo unitario di 3,21 euro). E, tra pochi giorni, Consob potrà alzare il velo sul nuovo azionariato. Il disegno sembra quello di un’imprenditoria del Nordovest stretta intorno al socio forte Vittorio Malcalza (al 17% circa).
A questo aumento di capitale da 850 milioni di euro lanciato in ossequio ai dettami Bce, oltre all’imprenditore attivo nella logistica petrolifera Gabriele Volpi (salito intorno al 5,5%), altri due importanti imprenditori locali avrebbero risposto presente. Si tratta di Aldo Spinelli e di Beniamino Gavio, il cui apporto al progetto sarebbe però differente. Spinelli, titolare del Gruppo Spinelli (attivo nella logistica) sembra essere salito nel capitale attestandosi di poco al di sotto del 2%, mentre secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza Gavio avrebbe sì sottoscritto l’aumento, ma limitandosi a confermare la quota precedentemente detenuta dello 0,45%. Si tratta di un investimento finanziario innanzitutto. Anche se non è detto che in futuro, visti gli ottimi rapporti che intercorrono con Malacalza e visto lo storico rapporto di collaborazione tra il gruppo Gavio e Carige, i progetti non cambino. Anche le Coop, la Fondazione De Mari e la Fondazione Carisavona non avrebbero fatto mancare il loro apporto alla ricapitalizzazione e dovrebbero essere riuscite a confermare la loro quota (insieme hanno circa il 4,2%). Sin da subito le Coop e gli enti, stretti da un patto parasociale, avevano manifestato l’intenzione di allearsi a Malacalza. E il dialogo è già ben avviato.
Concluso l’aumento ora bisognerà pensare agli altri tasselli del capital plan: innanzitutto la cessione della Banca Cesare Ponti. Il cda deciderà oggi, ma l’orientamento sembra quello di mantenere la private bank – che sembra piacere agli azionisti forti – nel perimetro. (riproduzione riservata)