Balzo in avanti del sistema dei fondi pensione. Nel 2014, infatti, è cresciuto del 5,4% rispetto al 2013 in termini di adesioni e del 12% sul fronte patrimoniale. E sono arrivati a quota 6,5 milioni gli aderenti alle forme complementari, pari al 29,4% degli occupati, mentre (alla fine del 2013) le attività complessivamente detenute dagli enti di previdenza dei professionisti ammontavano a «66 miliardi di euro», laddove immettere risorse negli immobili rimane la prima scelta. Lo ha reso noto Francesco Massicci, presidente della Covip (Commissione di vigilanza sui fondi pensione), illustrando ieri mattina, alla camera, la relazione relativa alle performance dello scorso anno, alla presenza del ministro del welfare Giuliano Poletti, evidenziando come, anche a causa del protrarsi della crisi, sono giunti a 1,6 milioni coloro che hanno sospeso i versamenti; i fondi negoziali hanno 1,9 milioni di aderenti, quelli aperti oltre un milione, quelli preesistenti 650 mila, mentre è progressivamente proseguito l’incremento dei Piani individuali di previdenza (Pip), che hanno superato i 2,4 milioni di aderenti, e quella dei fondi aperti.
«La crescita degli aderenti al sistema (5,4%) è il risultato dell’incremento delle adesioni individuali a Pip e fondi pensione aperti e ha riguardato tutte le categorie di lavoratori»; il patrimonio delle forme pensionistiche complementari ha raggiunto 131 miliardi, l’8,1% del pil e il 3,3% delle attività finanziarie delle famiglie. Nel corso dell’anno passato, ha sottolineato il vertice dell’organismo, «sono stati raccolti contributi per 13 miliardi, 600 milioni in più rispetto al 2013: dei contributi versati 5,3 miliardi provengono da flussi di Tfr (Trattamento di fine rapporto), di cui l’82% confluisce nei fondi pensione negoziali e preesistenti».
Nel dettaglio, Massicci ha spiegato come, «alla fine del 2014, le forme pensionistiche complementari sono 496», suddivise in «38 fondi negoziali, 56 fondi aperti, 78 Pip, 323 fondi preesistenti e Fondinps»; i fondi pensione con più di 100 mila iscritti sono 11, e raccolgono quasi il 50% delle adesioni complessive, quelli con meno di 1.000 iscritti sono 268, prevalentemente preesistenti, e raccolgono complessivamente solo l’1% del totale, però è «atteso un incremento delle adesioni nel settore edile, dove è stato introdotto un meccanismo di adesione automatica innovativo che prevede il coinvolgimento, mediante il versamento del contributo datoriale, di tutti i lavoratori dipendenti del settore, per una platea di riferimento pari a circa 500 mila unità».
Complessivamente, gli investimenti della previdenza complementare «destinati al nostro paese ammontano a 34,5 miliardi, il 35% del totale, di cui 28 miliardi in titoli di stato». E, per quel che concerne le Casse di previdenza private, la Covip ha rimarcato che «una cospicua presenza di investimenti immobiliari», che si attestano a quasi 20 miliardi (il 30% delle risorse), nei titoli di debito, invece, son stati appostati 20 miliardi. E circa il 50% del patrimonio degli enti viene investito in Italia.
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