di Andrea Giacobino
Il titolo Generali vale almeno 20 euro. Questa stima, un po’ ottimistica alla luce delle attuali quotazioni del Leone, è alla base delle decisioni prese dall’assemblea di Invag, il «salotto buono» (voluto da Mediobanca) che custodisce l’1,35% del gruppo assicurativo triestino. Invag, al cui capitale oltre alla stessa Mediobancapartecipano fra gli altri i gruppi Gavio, Ferrero, Lavazza, Zannoni, Minozzi, Brunori e Arvedi, ha infatti deciso di mantenere iscritta la quota dei quasi 21 milioni di titoli Generali a 419,1 milioni di euro nel bilancio chiuso a fine 2014, nonostante al termine dello scorso anno il prezzo borsistico puntuale fosse di 17,11 euro mostrando quindi una minusvalenza potenziale di oltre 60 milioni rispetto al valore di carico. «La differenza rispetto al valore di borsa», spiega la nota integrativa, «non è considerata perdita durevole di valore, tenuto conto dell’orizzonte di lungo periodo dell’investimento e delle prospettive economico-finanziarie della partecipata». Va peraltro osservato che Invag ha incassato un dividendo dalla quota nel Leone di Trieste per quasi oltre 9,4 milioni, più che raddoppiato rispetto alla precedente cedola di 4,2 milioni. Ciò ha fatto schizzare l’utile netto a 5,8 milioni rispetto al precedente profitto di 693 mila euro, finito a coprire perdite pregresse per 63,2 milioni. Mediobanca comunque continua a finanziare generosamente Invag, che s’è vista rinnovare fino al settembre del 2016 un fido di 280 milioni. (riproduzione riservata)