di Andrea Di Biase
Era dal 2009 che Intesa Sanpaolo non chiudeva un trimestre così brillante. La banca guidata dal ceo Carlo Messina ha archiviato il primo trimestre dell’anno con un utile netto consolidato di 1,064 miliardi, superiore alle stime degli analisti, che si aspettavano profitti per 650 milioni e nemmeno comparabile ai 48 milioni registrati nell’ultimo quarto del 2014.
Risultati che il mercato ha dato prova di apprezzare, come dimostra il rialzo del titolo, che ha chiuso la seduta di ieri guadagnando l’1,91% a 3,2 euro. Tutto fieno che fila dritto in cascina in vista del pagamento, il prossimo anno, di un dividendo di 2 miliardi di euro, in linea con gli obiettivi del piano d’impresa 2014-2017 che Messina ha nuovamente confermato. Intesa Sanpaolo, ha detto il banchiere commentando i risultati, «grazie al business model di banca dell’economia reale e grazie alle nostre persone è una macchina da risultati in grado di assicurare una redditività elevata e sostenibile». Questi risultati, ha aggiunto, «rappresentano la miglior base di partenza del 2015 e la conferma del ruolo svolto dalla banca a sostegno della ripresa italiana», come testimoniano gli oltre 8 miliardi di nuovo credito a medio e lungo termine fornito a imprese e famiglie nel corso del trimestre.
Il risultato, come emerge dai conti, ha beneficiato soprattutto dell’attività di negoziazione che nel periodo è ammontata a 602 milioni (81 milioni nel quarto trimestre, 151 milioni del primo trimestre 2014).
In particolare, a trainare il risultato è stata l’attività di trading e tesoreria (tra cui l’acquisto e la vendita di titoli di Stato) che è volata a quota 358 milioni (da 3 milioni). Importante anche il contributo dell’attività assicurativa, che ha contribuito all’utile per 343 milioni di euro, rispetto ai 186 milioni del quarto trimestre 2014 e ai 255 milioni del primo trimestre 2014. Alla luce di questi conti la banca ha confermato quindi l’impegno di distribuire «2 miliardi di euro di dividendi cash» ai propri azionisti «per l’esercizio 2015». Il piano prevede come target al 2017 un utile di 4,5 miliardi con un monte dividendi complessivo di 10 miliardi: 1 miliardo nel 2014 (già distribuiti), 2 miliardi per quest’anno, 3 miliardi per il 2016 e 4 miliardi per il 2017.
Il miglioramento dei risultati si vede anche sul fronte degli accantonamenti. Nel periodo il dato è ammontato a 890 milioni (1,41 miliardi nel quarto trimestre) con le rettifiche su crediti che sono risultate le più basse dal terzo trimestre del 2011 a 755 milioni, contro il miliardo di fine anno (-27%). Parlando con gli analisti, Messina ha ribadito l’interesse della banca verso «attività di risparmio gestito e nel private banking», confermando di non aver interesse verso l’eventuale risiko in Italia. «Sul tavolo non ho nessuna acquisizione italiana», ha detto il banchiere.
Dal punto di vista patrimoniale Intesa Sanpaolo ha nuovamente confermato l’elevata solidità, con coefficienti su livelli largamente superiori ai requisiti normativi. Al 31 marzo 2015, tenendo conto dei dividendi maturati nel trimestre, il Common Equity ratio pro-forma a regime è risultato pari al 13,2%, livello top tra le maggiori banche europee, e il Common Equity ratio secondo i criteri transitori in vigore per il 2015 al 13,2%.
Note positive anche sotto il profilo della liquidità. A fine marzo Intesa Sanpaolo poteva contare su attività liquide per 110 miliardi di euro ed elevata disponibilità di attivi stanziabili presso le banche centrali, corrispondenti a una liquidità di 58 miliardi. Sulla base di questi dati Ca’ de Sass rispetta già oggi i requisiti di liquidità Liquidity Coverage Ratio e Net Stable Funding Ratio di Basilea 3, in largo anticipo sulla data prevista per l’entrata in vigore a regime (2018).
Per quanto riguarda le singole divisioni, la Banca dei Territori ha chiuso il primo trimestre 2015 con proventi operativi netti per 2,348 miliardi, circa il 49% dei proventi operativi netti consolidati del gruppo (59% nel primo trimestre 2014) e un risultato netto di 351 milioni, rispetto a 71 milioni del quarto trimestre 2014 e a 332 milioni del primo trimestre 2014. La divisione Corporate e Investment Banking ha invece archiviato i primi tre mesi dell’anno con proventi operativi netti per 956 milioni, circa il 20% dei proventi operativi netti consolidati del gruppo (21% nel primo trimestre 2014), in crescita del 25,4% rispetto a 763 milioni del quarto trimestre 2014 e del 9,3% rispetto a 875 milioni del primo trimestre 2014. La Divisione asset management ha chiuso il trimestre con proventi operativi netti per 160 milioni, circa il 3% di quelli consolidati (2% nel primo trimestre 2014), in flessione del 10% rispetto a 178 milioni del quarto trimestre 2014 e in crescita del 58,4% rispetto a 101 milioni del primo trimestre 2014. (riproduzione riservata)