di Anna Messia
Il fair value complessivo degli immobili e di tutti gli investimenti nel real estate di Cattolica Assicurazioni ha superato i 540 milioni di euro. Mattone dopo mattone la compagnia di Verona ha ricostituito un cospicuo patrimonio fondiario, dopo che negli anni passati era stato quasi interamente ceduto.
Dal 2007 la compagnia guidata da Giovan Battista Mazzucchelli è tornata a credere nel mattone che, a questo punto, potrebbe crescere ancora grazie anche alle risorse affluite con il maxi aumento di capitale di 500 milioni, chiuso alla fine dello scorso anno. Nel mirino potrebbero esserci immobili di pregio, come è stato già per esempio nel 2012 per Palazzo Biandrà, in Piazza Cordusio a Milano, pagato 100 milioni di euro. Ma Cattolica di recente ha anche acquisito, per 5 milioni di euro, una nuova area nella zona industriale di Verona in cui potrebbero essere accentrati uffici delle compagnia oggi disseminati in varie parti della città. Si tratta della ex Autogerma, adibita in passato a deposito di automobili importate dall’estero. Un’area, oggi dismessa, di 80 mila metri quadri che comprende terreni, capannoni e palazzine, che si trova in una zona, tra la fiera e l’autostrada, strategica della città, e che a questo punto sarà riconvertita a beneficio della compagnia. Ancora più recente è il pagamento dell’ultima tranche per l’acquisto dei terreni e degli immobili di Ca’ Tron, rilevata dalla Fondazione Cassamarca per complessivi 76 milioni. Il saldo finale è stato 25 milioni di euro, e a questo punto Cattolica è proprietaria al 100% della tenuta a corpo unico più grande del Veneto, con 1.200 ettari di terreno e due auditorum utilizzabili come centri congressi. L’operazione ha una doppia valenza. Perché non solo ha aumentato l’investimento di Cattolica nel settore immobiliare, ma ha riguardato il settore agricolo, un comparto chiave per la compagnia, come dimostrato anche dall’acquisizione di Fata, rilevata dalla Generali. «L’operazione ha messo il gruppo in una posizione preminente nel settore agricolo», ha ricordato di recente il presidente di Cattolica, Paolo Bedoni, in vista dell’assemblea che il 25 aprile approverà il bilancio 2014 (chiuso in utile per 90,7 milioni). «L’acquisto di Fata ha completato il percorso che in 7 anni ci ha portato a mettere ordine in un gruppo in grado di fare utili, e di ricostruire un patrimonio immobiliare precedentemente alienato», ha aggiunto. La stessa Fata ha apportato sei immobili per un totale di 68 milioni. La buona notizia è che le plusvalenze latenti sugli investimenti immobiliari complessivi, secondo stime di esperti esterni, ammonterebbero a più di 36 milioni. (riproduzione riservata)