«La scelta di addossare a commercialisti e Caf la responsabilità per le sanzioni e addirittura per l’imposta è stato un errore. L’ho detto a suo tempo nelle sedi opportune, lo ribadisco oggi con convinzione doppia». Lo dichiara Enrico Zanetti, segretario di Scelta civica e sottosegretario all’economia. «È qualcosa», aggiunge, «che non c’entra nulla con l’obiettivo del 730 precompilato che ci eravamo posti come governo. Semmai, è qualcosa che attiene a tutt’altro ordine di obiettivi, da tempo perseguiti dall’amministrazione finanziaria e cioè trasformare gli intermediari in referenti ultimi del rapporto tributario, con evidente semplificazione del suo lavoro, ma altrettanto evidente aggravio del loro. Sono convinto», conclude «che ci siano i margini perché queste nostre considerazioni isolate trovino ora maggiore compagnia e, in vista del prossimo anno, anche su questo aspetto possa essere raddrizzato il tiro rispetto a questo “numero zero” della dichiarazione precompilata, come lo ha opportunamente definito Renzi». Positive le reazioni del Consiglio nazionale dei commercialisti. «Finalmente», è il commento del presidente Gerardo Longobardi, «dalla politica arrivano su questo tema parole ragionevoli. Ora il nostro auspicio è che queste dichiarazioni abbiano un seguito e che l’intera normativa sulla responsabilità dei commercialisti e dei Caf legate al 730 possa essere rivista quanto prima. Il nostro Consiglio nazionale», spiega Longobardi, «non esitò a definire incostituzionale le norme sanzionatorie già nel corso di un’audizione parlamentare del luglio dello scorso anno, perché in palese contrasto con il principio di capacità contributiva. Un punto di vista a suo tempo fatto proprio dalla commissione finanze e tesoro del senato e poi, purtroppo, ignorato dall’esecutivo. Le dichiarazioni consapevoli e responsabili del sottosegretario Zanetti sembrano aprire uno spiraglio per la revisione di una norma che, a cascata, ha generato problemi anche in tema di assicurazioni, con potenziali conseguenze per i contribuenti, ai quali, paradossalmente, la precompilata potrebbe costare più del 730 degli scorsi anni».