Sempre più orientata ai grandi capitali
La progressiva crescita del valore medio dei portafogli dei propri clienti a partire dalla fine del 2008 è stata la molla che ha spinto Mediolanum a non considerare più strategica la partecipazione del 50% detenuta nel capitale di Banca Esperia. Lo ha spiegato ieri l’investor relator della società, Alessandra Lanzone, in occasione di un incontro con la stampa. «Esperia era nata nel 2000 per aggredire gli Hnwi (High net worth individuals, ossia clienti accreditati di patrimoni liquidi a partire da 5 mln euro), ma su questo fronte, dopo il 2008, Mediolanum è riuscita a crescere molto, grazie ad alcune operazioni che ci hanno portato molta visibilità sui clienti ricchi», ha infatti affermato Lanzone.
In particolare, la top manager ha fatto riferimento alla decisione assunta nell’ottobre del 2008 da Ennio Doris e da Fininvest di proteggere a proprie spese circa 10 mila clienti che avevano investito in polizze index linked con un sottostante di obbligazioni della merchant bank statunitense Lehman brothers, costretta poche settimane prima a portare i libri in tribunale con effetti dirompenti sull’intero sistema finanziario mondiale. L’altra mossa è stata effettuata nel settembre 2012, quando fu ridotto per due anni dell’1% lo spread dei mutui a carico di clienti, che avevano subito danni dal terremoto in Emilia Romagna, accordando nel contempo una sospensione di 12 mesi del pagamento delle rate sia sui prestiti personali, sia su quelli ipotecari.
Un terzo boost che ha consentito di attrarre clientela di fascia alta è stato poi il varo del conto Freedom, che al momento del lancio premiava i depositi con un interesse fino al 3% lordo annuo (2,2% netto), tra i più elevati rispetto ai prodotti sul mercato. Nell’ultimo bilancio consolidato, la quota del 50% di Banca Esperia in carico a Mediolanum viene valutata 93 milioni di euro (per Mediobanca, che ha l’altro 50% e che ha un diritto di prelazione sulla partecipazione del partner, il valore della quota è iscritto a 96 milioni, ndr).
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