Colpa grave in base a chiarezza e precisione della norma
di Beatrice Migliorini
Magistrati, cambia la colpa grave. Le toghe, infatti, potranno risponderne (se pur in via indiretta) in tutti i casi in cui sussisterà una violazione manifesta della legge, anche europea, o in tutti casi in cui saranno travisati fatti o prove. Il tutto, alla luce della chiarezza della norma. Non solo. Il rischio di imbattersi nella colpa grave sussisterà ogni qual volta sarà emesso un provvedimento cautelare personale o reale senza motivazione o fuori dai casi previsti dalla legge e ogni qual volta sarà affermato o negato un fatto la cui esistenza risulti o meno dagli atti del procedimento. Questa una delle colonne portanti del testo sulla responsabilità civile dei magistrati che, in queste ore, è al vaglio dell’aula della camera per la seconda e ultima lettura. Il testo, infatti, rimasto inalterato nel passaggio in commissione giustizia a Montecitorio dopo essere stato licenziato dal senato alla fine del novembre scorso (si veda ItaliaOggi del 21 novembre 2014), si appresta a non subire modifiche nemmeno in Aula. E il via libera definitivo è atteso per oggi. Ieri, infatti, come annunciato dal relatore di minoranza Andrea Colletti (M5S), il viceministro della giustizia Enrico Costa ha bocciato tutte le proposte di modifica presentate. Si appresta, quindi, ha trovare conferma l’impianto normativo in base al quale lo stato in prima battuta e poi i magistrati, saranno chiamati a risarcire il danno patrimoniale e non patrimoniale non più solo nei casi in cui si sia verificata la privazione della libertà personale, ma in tutti casi in cui abbiano causato un danno ingiusto. La responsabilità si porrà, però, come indiretta. Sarà, infatti, lo stato a rivalersi in un secondo momento sul magistrato interessato. Rivalsa che potrà arrivare a comprendere fino al 50% dello stipendio annuo, al netto delle trattenute fiscali, ma che nel caso in cui venisse effettuata mediante trattenuta dallo stipendio non potrà eccedere un terzo del compenso netto. Al fine, però, di stabilire la sussistenza della responsabilità per violazione di legge e del diritto dell’Ue dovrà essere valutato il grado di chiarezza e precisione delle norme violate, nonché della inescusabilità e della gravità dell’inosservanza. In caso di violazione manifesta del diritto Ue dovrà, inoltre, essere considerata anche della mancata osservanza dell’obbligo di rinvio pregiudiziale e dell’interpretazione delle norme eventualmente date dalla Corte di giustizia Ue. Cadono, inoltre, i vincoli di ammissibilità per la domanda di risarcimento danni. Norma che, però, ad avviso del vicepresidente del Csm Giovanni Legnini «rischia di portare ad un eccesso di cause che potrebbero essere intentate per responsabilità civile dei magistrati». Soddisfatto, invece, dell’impianto normativo, il relatore di maggioranza Danilo Leva (Pd), secondo cui «il testo è rigoroso ed equilibrato».