di Claudia Cervini
Il via libera del ministero dell’Economia e delle Finanze alla cessione dell’intero pacchetto azionario detenuto in Banca Carige (18,9%) non è ancora arrivato, e la Fondazione Carige , attualmente primo azionista della banca ligure, continua a elaborare strategie per recuperare liquidità e non affondare. Tra queste ci sarebbe anche l’intenzione di bussare alla Regione nell’intento di fare cassa, chiedendo indietro donazioni e bloccando alcune erogazioni già deliberate sul territorio per un importo che potrebbe sfiorare 10 milioni di euro.
Sebbene non ci sia ancora il via libera del ministero a cedere l’intera quota del capitale della banca, l’ente presieduto da Paolo Momigliano ha già incassato l’autorizzazione a vendere il 7%. Di ufficiale non c’è ancora nulla, ma è possibile che il mercato stia scommettendo sul futuro della banca (a breve giungerà l’ok Bce al capital plan) e sui possibili acquirenti. Il boom di scambi su Carige , oltre dieci volte superiori in volume alla media dell’ultimo mese, sono un dato di fatto: nella seduta di oggi sono passati di mano quasi 506 milioni di titoli, equivalenti a poco meno del 5% del capitale sociale complessivo. E il titolo ieri ha registrato una delle sue sedute più brillanti chiudendo a 0,0711 euro, in rialzo dell’11,27%. Impossibile che il rialzo sia strettamente connesso alla riunione di ieri del board visto che l’advisor Banca Iminon era nemmeno presente. Secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza i consiglieri dell’ente hanno discusso di tre dossier: le ultime modifiche allo statuto, che prevede tra l’altro un deciso taglio dei consiglieri e delle spese di governance (questo è l’ultimo passo prima che il nuovo testo giunga sul tavolo del cdi per la definitiva approvazione); le possibili modalità di «valorizzazione del patrimonio»; infine l’intenzione di tornare a bussare alla Regione Liguria per fare cassa. Come riportato dal Secolo XIX.it, l’ente sta valutandodi chiedere alla Regione persino la restituzione dei soldi dell’elicottero donato nel 2008 per rafforzare il servizio di 118, e messo in vendita. Non è chiaro se l’operazione sia praticabile, tanto che l’ente avrebbe chiesto più di un parere legale in merito. A rischio ci sarebbero anche due erogazioni già deliberate: una alla società Riviera Trasporti e una per il teatro di Camogli. Ma a prescindere da come si chiuderanno queste vicende, la partita più importante resta la cessione delle quote a un potenziale acquirente di cui è ancora incerto l’identikit. Fra l’imprenditore del private equity Andrea Bonomi, la famiglia Malacalza, e il fondo americano Apollo Global Management le ipotesi sono ancora aperte. (riproduzione riservata)