Agrigento davanti a Oristano e Crotone. Il podio delle province con il minore tasso di criminalità è appannaggio del Mezzogiorno. Il commissario straordinario del comune siciliano, Luciana Giammanco, accoglie il risultato con soddisfazione. «Questo dato non ci sorprende, dato l’impegno che tutte le forze dell’ordine presenti nel territorio hanno profuso quotidianamente per prevenire e fronteggiare episodi di criminalità».
Tra gli indicatori considerati all’interno di questo settore figurano gli omicidi volontari, i reati sessuali e quelli connessi al traffico di sostanze stupefacenti. Dello stesso tenore è il commento di Giuseppe Vella, direttore generale del libero consorzio comunale di Agrigento (ex provincia). «Il territorio, pur essendo interessato da fenomeni di macro criminalità, resta nel panorama nazionale uno dei più sicuri, anche prendendo in considerazione i reati di una certa pericolosità sociale». Quindi cita l’azione di contrasto dei reati ambientali. Pordenone, con l’11esimo posto, è ai primi posti tra le province del Nordest. Un risultato che l’assessore comunale del capoluogo con delega alla sicurezza, Bruno Zille, accoglie come un riconoscimento al territorio, «nel quale lo sviluppo economico è basato sulle qualità proprie delle genti, dove la dedizione al lavoro, l’onestà e l’imprenditorialità sono i fattori di successo». In coda figura Milano, preceduto da Bologna e Rimini. Per quest’ultimo parla l’assessore comunale alle Politiche della sicurezza, Jamil Sadegholvaad, ricordando che «il trend dei reati negli ultimi 15 anni registra una sensibile diminuzione» e che il risultato complessivo risente dei forti flussi turistici, a fronte di un numero limitato di abitanti. Così i reati risultano in proporzione più elevati di altre aree.
Nell’indicatore relativo al Disagio sociale i minori problemi vengono rilevati ad Avellino. «Un risultato che ci conforta», commenta il sindaco Paolo Foti, «ed è di stimolo per migliorare». Quindi sottolinea il processo di integrazione in atto con le comunità di migranti presenti sul territorio.
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Agrigento apre la classifica della criminalità dell’edizione 2014; seguono Pordenone, 1ª lo scorso anno, e Treviso, al 2° posto nel 2013. Ulteriori conferme anche i piazzamenti di Belluno e Matera (4° e 5° posto), di Oristano e di Udine. Le province comprese nel gruppo 1 passano da 26 a 28 rispetto al 2013, ma non si registra la presenza di outsider, indice di una certa stabilità dimensionale. Come nella passata edizione, è di notevole interesse la presenza in classifica di molte province di piccola dimensione. L’esame della mappa della delittuosità non soltanto conferma un ulteriore miglioramento nelle posizioni di testa (2 province in più rispetto all’anno scorso), ma anche nel gruppo di coda (18 province, contro le 20 dello scorso anno). In particolare, sono 61 quest’anno le province in cui la situazione è risultata buona o accettabile, contro le 60 del 2013, un risultato positivo, ma in parte frenato dalla diminuzione delle province ricomprese nel gruppo 2, passate da 36 a 33. Delle 28 province comprese nelle posizioni di eccellenza, 5 sono dislocate nel Nordovest – tutte in Lombardia: Lecco, Sondrio, Como, Monza e della Brianza e Mantova – 7 nel Nordest (Trento in Trentino-Alto Adige; Treviso, Belluno, Vicenza e Rovigo in Veneto, come negli ultimi due anni; Pordenone in Friuli-Venezia Giulia), 2 province nell’Italia centrale (Ascoli Piceno e Fermo nelle Marche), 14 nel Mezzogiorno (Chieti in Abruzzo; Campobasso in Molise; Benevento in Campania; Matera e Potenza in Basilicata; Crotone in Calabria; Oristano, Nuoro, Ogliastra, Carbonia-Iglesias e Medio Campidano in Sardegna). La situazione sul fronte della criminalità si presenta stabile o in lieve miglioramento nelle posizioni di coda, che passano da 20 a 18. Mutamenti avvenuti in tutte le ripartizioni territoriali: nel Nordovest (la cui presenza nel gruppo di coda passa da 5 a 4 province), nel Nordest (che passa da 4 a 3 nel gruppo di coda), in Italia centrale (7 province contro le 6 del 2013) e in Italia meridionale e insulare, la cui presenza passa da 5 a 4 province. Quest’anno il gruppo 4 comprende nel Nordovest Torino in Piemonte, che scende al 101° posto; Milano fanalino di coda in 110ª posizione; 2 province in Liguria, Savona e Imperia, in 97ª e 103ª posizione. Nel Nordest figurano Ravenna, Bologna e Rimini (rispettivamente 105°, 108° e 109° posto). Per l’Italia centrale figurano 5 province toscane (nell’ordine Grosseto, Lucca, Firenze, Pisa e Prato) e 2 laziali (Latina e Roma, al 95° e al 106° posto), mentre l’Italia meridionale e insulare è presente con 5 province (Pescara; Napoli; Foggia; Catania). L’indagine 2014 conferma la permanenza nelle posizioni di coda dei grandi centri urbani.
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