di Anna Messia
FinecoBank ha chiuso il mese di novembre con una raccolta netta di 305 milioni, il 73% in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Il risultato di raccolta raggiunto dall’inizio dell’anno è di 3,37 miliardi, importo che rappresenta un incremento del 55% rispetto agli undici mesi del 2013.
Questi numeri «mostrano la grande domanda dei risparmiatori per i servizi di advisory evoluti offerti da Fineco », dice Alessandro Foti. Secondo l’amministratore delegato e direttore generale di Fineco , il trend di crescita della raccolta del settore del risparmio gestito è soltanto all’inizio. «Nonostante la debolezza economica gli italiani hanno imparato a ridurre i consumi superflui e stanno continuando ad aumentare il proprio risparmio, che complessivamente ha raggiunto i 4 mila miliardi, due volte il debito pubblico italiano», dice. Per quanto riguarda invece il tipo di investimenti, «in questi anni i risparmiatori hanno dovuto fare un corso di finanza accelerato perché, dopo la crisi sui titoli di Stato del 2011, si sono resi conto che non esistono più investimenti risk free e i tassi d’interesse prossimi allo zero li obbligano oggi a riscoprire prodotti come i fondi comuni, che solo lo strumento finanziario più adatto al retail perché trasparente, diversificato e liquido». Il settore del risparmio gestito, che finora in Italia era rimasto indietro rispetto ad altri mercati europei, sembra così destinato a una crescita duratura, che dovrebbe quindi continuare anche per il prossimo anno, dopo il boom del risparmio gestito di quest’anno, con una raccolta che ha rotto il muro dei 100 miliardi di euro. «Con i tassi d’interesse più alti gli italiani potevano sottoscrivere facilmente prodotti semplici e con buoni rendimenti, come i titoli di Stato o i conti deposito», aggiunge Foti. Ma ora che i rendimenti di questi prodotti non danno più grandi soddisfazioni, i risparmiatori hanno bisogno della consulenza avanzata dei promotori finanziari per avvicinarsi a strumenti più articolati, come appunto i fondi comuni. «Per questo motivo sono convinto che il trend di crescita del risparmio gestito sia solo all’inizio», aggiunge l’amministratore delegato, «e, salvo correzioni e forti scossoni dei mercati, durerà stabilmente e a lungo».
Analisi e scenari che portano Foti a vedere rosa per il futuro di Finecobank , che ha chiuso i nove mesi dell’anno con un utile netto di 109 milioni di euro, che, rettificato per i costi non ricorrenti dell’ipo e per il fondo interbancario di tutela dei depositi, sale a 114 milioni (+43% rispetto a settembre 2013). «Da qui a fine anno sono fiducioso che i trend di raccolta di Fineco continueranno a essere brillanti», conclude l’amministratore delegato. Per quanto riguarda i risultati, si dice fiducioso nel fatto che «la banca continuerà a registrare anche per la fine dell’anno risultati solidi e poco volatili». (riproduzione riservata)