di Anna Messia
Ha fatto il tutto esaurito, o poco meno, il primo aumento di capitale nella storia di Cattolica Assicurazioni dalla quotazione avvenuta nel 2000. Ieri si è conclusa l’offerta in opzione agli azionisti di 117,5 milioni di azioni, per un corrispettivo di 500 milioni di euro, e sono state esercitati 55,68 milioni dei relativi diritti di opzione, per la sottoscrizione di 116.936.862 di nuove azioni, corrispondenti al 99,52% del totale dei titoli offerti , per un controvalore di poco inferiore a 497 milioni di euro. Insomma, sono rimasti fuori solo 268 mila diritti di opzione, corrispondenti a poco meno di 2,4 milioni, che ora saranno offerti in borsa tramite Banca Imi. «Siamo molto soddisfatti che il mercato abbia capito l’importanza e la validità dell’operazione di aumento di capitale lanciato da Cattolica per finanziare una nuova fase di crescita della compagnia», ha commentato ieri l’amministratore delegato, Giovan Battista Mazzucchelli. Bene ha chiuso anche il titolo, con una crescita del 2,27% a 5,64 euro, e una performance nell’ultima settima dell’8,14%, dopo però aver però sofferto nell’ultimo periodo, con una flessione del 27% solo nell’ultimo mese. La borsa sembrava non gradire il lancio di un maxi aumento di tale portata, che prevedeva uno sconto del 37% rispetto alle ultime quotazioni, nonostante la compagnia avesse spiegato a più riprese che l’operazione era ben diversa dalle ricapitalizzazioni vissute nell’ultimo periodo a Piazza Affari, perché non era motivata da carenze patrimoniali, ma esclusivamente dalla volontà di investire su crescita e sviluppo. «Alla fine il mercato ci ha dato ragione e abbiamo riscontrato un forte interesse anche da investitori istituzionali incontrati nelle scorse settimane a Londra, a Parigi, o ancora a Lugano e Ginevra, oltre che ovviamente a Milano», continua Mazzucchelli.
Per sapere quale sarà il nuovo assetto azionario di Cattolica dopo l’aumento di capitale bisognerà attendere ancora qualche giorno, con l’arrivo delle comunicazioni Consob. Anche se dovrebbe esserci solo qualche limatura tra gli azionisti principali che avrebbero manifestato tutti interesse all’operazione: la Popolare di Vicenza, per esempio, nei giorni scorsi aveva dichiarato di essere pronta a sottoscrivere per 75,6 milioni di euro, arrotondando la sua quota del 14,92 al 15,07% del capitale. Poi ci sono la Fondazione Banca del Monte di Lombardia (che aveva il 2,4%), la Fondazione di Trento e Rovereto (con circa l’1,5%) e anche lo Ior (1%). Mentre si vedrà quale sarà stata la mossa degli spagnoli di Mapfre (azionisti con l’8,4%) nel frattempo impegnati a rilevare in Italia Direct Line. Tra i nuovi azionisti della compagnia di Verona ci sarebbe anche Norges, che avrebbe ora in mano circa il 2,5% della azioni di Cattolica. Si tratta del fondo sovrano della Norvegia, che sembra essere molto interessato alle compagnie assicurative italiane, considerando che è anche tra gli azionisti di Vittoria Assicurazioni , con una quota del 3,67%. «Nei road show abbiamo riscontrato molto interesse tra gli investitori di lungo termine, che guardano soprattutto ai dividendi della compagnia e hanno l’effetto di ridurre la volatilità sul titolo», ha concluso il vice dg e cfo di Cattolica, Carlo Ferraresi. (riproduzione riservata)